“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli Ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Eugen Berthold Friedrich Brecht
Liberté, Egalité, Fraternité!
Chi l’avrebbe mai detto? Chi avrebbe mai solo pensato che certi Valori comuni, universali e costati la vita a schiere di anti-eroi e di persone qualunque, si sarebbero ridotti ad esser delle parole vuote e prive di significato, soprattutto in quei Paesi che, figli dell’Illuminismo e della Rivoluzione, per primi ne saggiarono l’importanza?
E’ innegabile. Nella nostra Società ondivaga e senza scopi, la Libertà è niente più che un “inflazionato” punto di vista, vario ed eventuale. L’Uguaglianza è solo un’utopica speranza e la Fratellanza è al massimo, un concetto parentale…
Ma veniamo al punto.
Finalmente, a dispetto del “perbenismo istituzionalizzato”, un Alto Esponente della Politica ha deciso di affrontare il “problema” degli Zingari e di risolverlo una volta per tutte, nel nome della Legge, delle regole di Civile Convivenza, della Sicurezza e per il sommo ludibrio dei cittadini (che son pur sempre elettori…). “Che quel popolo di “zozzoni”, ladri e “ruba-bambini”, se ne vada al diavolo fuori dai confini nazionali”, ha sentenziato il Potente di turno.
Mi riferisco, chiaramente, alla decisione del Presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy, di avviare una campagna di “rimpatri volontari” di alcune decine di famiglie Gitane (tanto per cominciare), che partendo dall’abbattimento dei campi abusivi, messi in piedi nelle periferie delle città Transalpine, finisca per riaccompagnare i più “volenterosi” nei propri Paesi d’origine, Romania e Bulgaria in testa, con volo aereo di sola andata e qualche spicciolo in tasca.
A prima vista, è innegabile che la tentazione di approvare una scelta di tal genere sia forte, anche nei “circoli” dei cittadini d’ispirazione democratica e progressista, sempre più disorientati dagli eventi della vita. D’altronde, chi più chi meno, siamo tutti prigionieri di ataviche paure del diverso e dello “sconosciuto sull’uscio di casa”, in particolare quando alla naturale diffidenza provocata da una dissimile cultura, si accompagni la contemporanea decadenza socio-economica, che amplia i margini dell’egoismo e riduce quelli dell’altruismo e della solidarietà.
Tuttavia, un rapido ritorno alla Ragione basta e avanza, per rifuggire da un’idea estremista e radicale e che per sua natura non consente di gestire, in modo costruttivo, la convivenza tra i nomadi e le varie comunità “stanziali” nazionali.
Al di là dei giudizi personali, è quantomai evidente che l’iniziativa dei “cugini” odori alquanto, di populismo e demagogia. Nascondendo l’infamia di un’espulsione collettiva su base etnica, essa si rivela essere un vile mezzo di propaganda in favore di chi l’abbia voluta. E’ noto infatti, che il Capo dell’Eliseo sia interessato a ravvivare un consenso elettorale in caduta libera, messo a dura prova dalla perdurante Crisi Economica Internazionale, oltreché a coprire alcune sue personali magagne pubbliche e private. Tralasciando consciamente, le indagini circa il finanziamento illecito ricevuto dal “candidato” Sarkozy durante le Presidenziali, è indubbio che tirare in ballo alcune questioni irrisolte – che magari facciano riemergere i fantasmi del passato ed alimentino i timori ed i tormenti del presente – significhi sviare altrove lo sguardo del popolo e con esso il pericolo di vedere giudicate negativamente, le proprie incapacità ad amministrare la Cosa Pubblica, a rilanciare l’Economia e a salvaguardare i posti di lavoro.
E mentre il mondo assiste inerme, a quest’opera di allontanamento agevolato di cittadini Europei, fuori dai confini della “terra di Napoleone”, l’Italia resta assorta in cotanta ispirazione “forcaiola”. O almeno ciò è quel che appare tra le Alte Sfere del Governo. Le dichiarazioni gaudenti e soddisfatte del Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, circa la propria paternità di talune misure repressive in tema d’immigrazione e di schedatura dei clandestini, sono alquanto indicative di un certo scialbo compiacimento…
Sebbene nessuno contesti le norme sulla cittadinanza, o quelle sull’emigrazione e per quanto sovente, una sorta di “deriva delinquenziale” tocchi da vicino chi di tali “genti” faccia parte, è umanamente inconcepibile e fuorviante, fare di tutt’erba un fascio. Il fastidio provocato dal veder girare per strada, tanti esempi di “cittadini del mondo”, privi di radici e di meta, non può certo portare a forme di esilio forzato.
Per anni si è andati nella direzione di un allargamento dell’Unione Europea, oltre ogni logica di funzionalità, sbandierando il principio di libera circolazione delle persone e “aprendo” anche a popoli decisi a cambiare aria… Adesso, invece di cercare una comune soluzione si fa marcia indietro, ci si chiude a riccio, dietro a ripicche localistiche e nazionali da XVIII secolo. E non poteva essere altrimenti. L’unificazione è avvenuta esclusivamente come conseguenza di una “stima” di carattere economico, anziché etico e sociale: il Mercato ha unito, il Mercato (in crisi) impone di separare e far da sé.
Quella avviata in Francia insomma, appare come una moderna “Reconquista” della Patria e dei suoi territori, destinata a sloggiare il diverso e a rinchiuderlo da qualche parte “fuori dal cancello”. Come dire: va bene il campeggio nei periodi di vacanza, ma guai a veder sorgere degli improvvisati accampamenti di roulottes “sotto casa”, o parlare di vera (e costosa) integrazione nel Sistema sociale, economico e men che meno scolastico… E poi vuoi mettere quanti parcheggi, quante nuove “case vuote” e quanti inutili iper-mercati troveranno spazio nei tanti spazi “requisiti”, ripuliti e rimessi a nuovo, dall’ennesima speculazione edilizia?
Un’unica verità traspare: falliti i tentativi volti alla convivenza e alla collaborazione, si è scelto di abbinare ad uno Stato di Polizia, quello di “Pulizia”. Anziché reprimere i malandrini ed i disonesti in base agli illeciti, si è deciso di etichettare gli individui, “colpevoli” di una certa provenienza geografica o etnica.
Ma forse è inutile stupirsi. Dai ladri di galline che “abitano” i Governi, impegnati ad illudere le menti, a mantenere la poltrona e a riempirsi le saccocce, nulla di diverso ci si sarebbe potuti aspettare.
Compito di uno Stato “illuminato” è quello di darsi delle regole e di farle rispettare inflessibilmente, sia ai propri cittadini, sia agli “ospiti”. Uno Stato illuminato non può sentenziare per ragioni di sangue, di pelle o di religione, ma solo in virtù delle Leggi comuni che si sia imposto. Agire diversamente, vuol dire contrapporre aspramente, la giusta esigenza di regolare l’accoglienza e il diritto di tutela dei propri cittadini.
Compito dei Governanti è anche quello di rifuggire dalla volontà di provocare facili entusiasmi e di puntare alla sterile acclamazione delle folle. La Storia è una grande maestra… L’insieme di corsi e di ricorsi che ne riempie le pagine, è un divenire d’individui folli, troppo spesso investiti precocemente delle vesti del Salvatore e che poi, un poco alla volta, hanno finito per istigare all’odio e alla violenza, rendendo il mondo un’enorme fossa comune.
In conclusione, se oggi passa il principio della ghettizzazione, domani potrebbe passare la logica dell’internamento e tra qualche tempo, chissà, potrebbero invitarci a fare una doccia a base di Zyklon B…
E allora c’è da credere, che qualcuno griderà entusiasta di aver trovato la soluzione… Si, una tremenda e nauseabonda Soluzione Finale.
D.V.