Degustazioni Musicali Umbria.

Il cantante e chitarrista Britannico, Matt Elliott, ospite della rassegna Degustazioni Musicali Umbria. (Foto di Maurizio Antonelli).

“Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”. (Frank Zappa)

Incipit. Chiudi gli occhi, aguzza le orecchie e ascolta bene…

Capita, alle volte (troppe volte, ndr), di nascere in un ameno luogo della provincia Italiana, uno come tanti, difettato dalla Politica chiacchierona, incapace e pasticciona, in cui il tempo batte veloce pur scorrendo tremendamente lento nella sua vuotezza e nel quale la “voce del popolo” è tuttalpiù in grado d’invitarti a volare basso, a conformarti alla generalizzata pigrizia creativa ed emotiva, a non chiedere, a non pensare e a non sognare… E dove la quotidianità della piazza è sempre pronta a tarparti le ali, qualora tu non voglia capire come funzionino le cose.

Capita anche, alle volte, di crescere con milleuno sogni nel cassetto e con la passione per le note e la chiave di violino anziché per il pallone, in un incantevole Paesino dal nobile e glorioso passato medievale, ma dallo sterile ed immobile presente, noto ai più per essere, o meglio d’esser stato, un salubre “pozzo” di nobili e rinomate acque minerali cadute un po’ in disgrazia…

E capita anche, alle volte, di vivere con l’idea, imposta dagli altrui desideri appassiti e spenti, d’esser destinato per forza a soccombere alle esigenze materiali della vita, a rifuggire le passioni, a non provocare invidie e a dedicarsi alla “normalità” fatta di un impiego che ti permetta di portare a casa la pagnotta… Spegnendoti pian piano, assieme ai tuoi aneliti, con la certezza che quel peso sullo stomaco sia soltanto la fisica conseguenza di un’immane insoddisfazione, legata a quel non so che, mancante, necessario a dimostrare il proprio personale valore.

Tali e tante sono le ragioni per le quali ritengo sia un privilegio conoscere, incontrare e fare due chiacchiere con quei pochi che, anche a rischio del proprio tempo e delle proprie tasche, non si tirino indietro e che scelgano di tirar dritto, a dispetto di tutto e di tutti, coltivando umilmente le proprie predilezioni. 

Un caso che mi dà gioia e che mi rallegra è quello di Andrea Leonardi.

Conosco da tempo Andrea, eppure non ho mai avuto occasione di domandargli a quattr’occhi della sua “creatura” Degustazioni Musicali Umbria, progetto nato “davanti a un bicchiere di buon Sangiovese”, come tiene a rimarcare con un sorriso sornione.

Andrea Leonardi, "deus ex machina" dell'associazione Degustazioni Musicali Umbria.

Un uomo impegnato nella realizzazione del suo sogno fatto di accordi e di scale armoniche: Andrea Leonardi, “deus ex machina” dell’associazione Degustazioni Musicali Umbria. (Foto di Maurizio Antonelli). 

Caro Andrea, dopo tanto tempo, eccoci qua a fare il punto di questa tua esperienza di promotore di iniziative musicali alternative. Per chi non la conoscesse, come riassumeresti la gestazione, la nascita e la maturazione dell’associazione che dirigi?

Degustazioni Musicali Umbria nasce dal bisogno di diffondere e sviluppare qualcosa che mancava nel nostro territorio: promuovere cultura e musica indipendente di qualità, in location particolari e in un ambiente conviviale ma allo stesso tempo elegante. L’idea è partita in una sera tra vecchi amici, davanti ad un bicchiere di vino, coinvolgendo lo staff della Taverna del Torchio di San Gemini.  Era il marzo 2014, sono già passati due anni. Abbiamo fatto tanta strada, abbiamo collaborato e coinvolto tante realtà, ma non ci sentiamo certamente arrivati: sappiamo e vogliamo fare ancora molto.

Immagino che nonostante la tua voglia di fare, di avere le mani in pasta e di buttarti nel fango, tu abbia a fianco persone di fiducia sparse per lo Stivale, che ti assistano. Puoi presentarcele in breve?

Più che persone di fiducia: siamo amici che condividono le stesse passioni e obiettivi. È naturale che prima o poi si conoscano persone del giro, che nelle proprie realtà, piccole o grandi, combattono e lottano per l’espansione della cultura in generale e di quella musicale in particolare.

In precedenza mi hai raccontato che la location in cui si tengono i concerti sia una Chiesa sconsacrata. Come dire: laddove si celebrava il vangelo, oggi si celebra lo spartito… Ciò, grazie ad un parroco illuminato che alle case chiuse, preferisce dire no alle chiese chiuse. Come spieghi tanta “apertura mentale”?

In realtà si tratta di una Chiesa ancora consacrata, appunto gestita da un parroco illuminato sicuramente, che preferisce valorizzare luoghi come una chiesa del 1100, piuttosto che lasciarla nell’oblio. Per capire chi è don Gianni ti racconto una storia di quando ero piccolo, perché credo sia il modo più semplice e immediato per descriverlo: negli anni ’90 ha combattuto una battaglia da solo ed in maniera abbastanza eclatante contro lo stato italiano che obbligava (e obbliga tutt’ora) le persone a pagare il bollo auto; ricordo che lui non pagava il bollo perché una parte di quei soldi erano destinati agli armamenti dell’esercito italiano, quindi parcheggiò la sua auto di fronte la Chiesa con un cartello gigante con su scritto: “questa macchina è ferma qui e non viene usata perché non vuole contribuire al massacro di innocenti”.  Insomma, un bel personaggio. Lo stimiamo tutti moltissimo.

E che mi dici della sua perpetua, che dapprima era contraria e che poi è diventata a modo suo “protagonista”?

La mitica Rita, responsabile della struttura, ci vuole oramai bene. Dopo un inizio difficile e pieno di diffidenza, ha anche lei capito l’importanza della missione di “Degustazioni Musicali Umbria”. Adesso ci dà anche una mano per le pulizie e la messa in posa di scenografie; è diventata una presenza fondamentale e anche a le vogliamo un gran bene. 

Esibizione di...

L’artista Statunitense Bob Log III e la sua chitarra, in concerto, in una recente data della rassegna. (Foto di Maurizio Antonelli).

Qual è il sound giusto (quello che ti dà forza al mattino e che ti dà la carica quando sei un po’ spento, ndr)?

Sicuramente le persone. Musicisti, pubblico, collaboratori, addetti ai lavori: mi dànno la forza di andare avanti; è dal confronto e la collaborazione che nascono grandi soddisfazioni.

Hai mai avuto la sensazione di essere nato dalla parte sbagliata dell’Oceano?

No, perché alla base di tutto c’è sempre un necessario scambio culturale tra mondi totalmente diversi. Non importa quindi da parte del mondo dove sei nato. Ma importa essere lì, insieme, nello stesso momento. E socializzare, condividere emozioni, entrare in empatia. Credo che questa sia davvero la cosa più importante.

So che senti molto le tue radici e che mentre tanti tuoi amici abbiano “cambiato aria”, tu non demorda dall’intento di fare qualcosa di buono e giusto per la tua terra. Non è vero?

Mi ricollego anche alla domanda precedente e rispondo con convinzione: sì, sicuramente. Ho preferito portare cose qui piuttosto che portare me stesso altrove. Forse è la prima piccola pietra per costruire qualcosa di buono per le generazioni future. Con la giusta sensibilità, di modo che possano vivere appieno anche realtà più piccole, dove l’essere “provinciali” può diventare un valore, anziché un limite.

Quali sono i musicisti che hai portato a San Gemini e come sei riuscito a convincerli?

Elencarli tutti credo sia impossibile: siamo a oltre 100 artisti provenienti da tutta Italia e dal mondo. Abbiamo iniziato delle collaborazioni anche fuori San Gemini, come ad esempio a Terni con il Sistema Museo, o a Perugia con il cinema Postmodernissimo.

Uno scatto che vale mille emozioni. L'ex chitarrista dei Sonic Youth, Lee Ranaldo, in un concerto speciale, organizzato da Degustazioni Musicali Umbria nella cittadina di San Gemini.

Uno scatto che vale mille emozioni. L’ex chitarrista dei Sonic Youth, Lee Ranaldo, in un concerto speciale, organizzato da Degustazioni Musicali Umbria nella cittadina di San Gemini. (Foto di Maurizio Antonelli).

Recentemente, hai toccato il cielo con un dito, ospitando l’ex chitarrista dei Sonic Youth, Lee Ranaldo. Un successo clamoroso, rilanciato dai media nazionali. Com’è nata l’iniziativa?

Dalla grande passione, sempre lei. Era una data che puntavo a chiudere già dal suo tour precedente, e alla fine ci sono riuscito. Grazie soprattutto alle collaborazioni esterne come quella nata con Effetto K, associazione che opera nel territorio della bassa Toscana, in particolare Sansepolcro e Anghiari. Grazie a loro sono riuscito a dare il taglio “nazionale” all’evento e grazie a loro sono riuscito a toccare il cielo con un dito, appunto.

Posso soltanto immaginare l’entusiasmo e il calore del pubblico (dato che, come sai, i biglietti erano terminati, ndr). Che mi dici al riguardo?

C’è stato un inizio un po’ in sordina, che però negli ultimi 10/15 giorni si è trasformata in una vera e propria “caccia al biglietto”, tanto che il concerto è andato sold out già 5 giorni prima.

Riguardo al successo dei concerti che hai organizzato, qual è stata la reazione delle Istituzioni locali?

Passiva. Completamente. Ho sempre la speranza però che in futuro si possa collaborare più e meglio.

Senti crescere l’invidia e l’avversione verso un’iniziativa autonoma e vincente, da parte di chi, dietro la maschera del Potere, nasconda la propria grettezza d’animo?

Per rispondere a questa domanda cito un amico romano che ha un locale in zona Pigneto, il cui post in Facebook mi ha molto colpito : 

Non sono gli assassini, i mafiosi, i truffatori che rendono il mondo un posto di merda e sempre meno vivibile,ma gli invidiosi, le persone che non gioiscono mai per gli altri, quelli che rimangono immobili giudicando gli altri senza fare mai un cazzo. L’invidia è un male estremamente rappresentativo della nostra umanità, perché è alla portata di tutti e con un po’ di consapevolezza potrebbe essere sedata, mentre per essere assassini ci vuole sicuramente molto più fegato, per essere truffatori ci vuole ingegno, per essere mafiosi ci vuole organizzazione. Attenzione, non giustifico nessuno di questi mali, ma se si pensa che l’invida è alla portata di tutti, mi viene facile pensare che siamo ben lontani da un mondo migliore. Tutti possiamo essere invidiosi, tutti potremmo non esserlo. Da bambino i miei compagni di classe avevano il giubbotto firmato ed io no. Ero invidioso. Poi sono cresciuto, mi sono rimboccato le maniche e ho sempre pensato che si può provare a desiderare tutto, ma non sempre ci si riesce, c’è chi ce la fa e questo non può essere oggetto d’invidia ma al contrario dovrebbe essere di stimolo per poter dire che c’è una possibilità. Che bello se le persone fossero contente dei successi altrui, avremmo tutti come minimo raddoppiato le nostre gioie” (Luca Bonafede).

Credo non servano altre parole per descrivere cosa succede in Italia oggi, soprattutto in questo mondo.

Nell’Italia in cui la massima espressione di “giungla sonora” resta Sanremo, la musica che un tempo si pesava a “Kg di dischi venduti”, oggi si valuta attraverso il successo nei “reality shows”. La tua scelta underground di musica per pochi, va invece in direzione opposta. Ciò significa che la qualità delle progressioni armoniche non sia cosa per tutte le orecchie?

Più che altro la scelta di andare altrove è relegata al fatto che non mi riconosco, né riconosco, tali tipologie di espressione artistica e culturale. Tutto qua. Sia Sanremo, sia  i reality, riguardano più il mondo della televisione e dell’intrattenimento. Un mondo abbastanza “finto”. Io ho scelto di far “toccare con mano” le persone, di impressionare e emozionare il pubblico utilizzando una via più impervia, attraverso la cura del particolare e la predisposizione verso l’accoglienza. E poi a me non interessano tutte le orecchie, ma solo quelle giuste.

So che attualmente tu sia impegnato in tournée… Puoi spiegare in che senso?

È una piccola favola, un bellissimo sogno che diventa realtà. Un giorno sono stato folgorato da una canzone di una band americana che si chiama FEATHERS+EYES, così ho ascoltato tutto il disco e mi è molto piaciuto. Ho mandato un messaggio sulla loro pagina Facebook per complimentarmi, e dopo un attimo mi sono detto: “perché no? Perché non proporgli un tour in tutta Italia”? È nata così la programmazione di 19 concerti in 19 giorni, accordandomi anche con tutte quelle realtà simili alla mia presenti sul territorio, e in pochi mesi siamo riusciti a programmare un tour da Milano a Lamezia Terme. Proprio ora, scrivo da una stanza d’albergo a Livorno, dove stasera (il 5 Marzo 2016, ndr) è in programma il terzo dei 19 concerti. Siamo in tour tutti insieme, un’esperienza bellissima. Cosa c’è di meglio che la musica può fare? Più che unire in maniera così stretta popoli e persone che fino a poco prima nemmeno si conoscevano?

Quali saranno i prossimi appuntamenti e quali gli interpreti che calcheranno il palco di San Giovanni Battista?

Il prossimo live importante è quello in programma il 12 aprile a San Gemini, proprio nel tempio di San Giovanni dove ha suonato Lee Ranaldo: si esibiranno la stessa sera Flavio Giurato, stimato cantautore italiano, e Steve Wynn, leader e fondatore di una band storica, i Dream Syndacate.

C’è modo per aiutare l’associazione a sostenersi, a migliorarsi e a prosperare, dando il via ad una “fase 2” che le dia la gloria che merita?

Partecipare. Credo sia questo l’unico modo per sostenerci. Partecipare il più possibile.

Grazie, Andrea… Il futuro è nelle tue mani. In bocca al lupo!

D.V.

P.S. Con stima ed amicizia.