Impronte digitali“Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”. Benjamin Franklin

E’ tanto sbalorditivo quanto indiscutibilmente vero…

Già, magari a qualcuno potrà apparire una “scappatoia dietrologica”, ma a ben guardare, il mondo in cui viviamo somiglia sempre di più, a quella visionaria rappresentazione della realtà, fatta dallo scrittore George Orwell (al secolo Eric Arthur Blair) nel romanzo “1984”.

Forse stentate a rendervene conto, ma è innegabile che l’effetto “Grande Fratello” che c’impregna la vita, tenda costantemente ad amplificarsi sia per ragioni commerciali e di costume, sia per ragioni politiche.

Chiaramente se è vero che le ragioni del primo tipo attengano alla sfera privata ed inviolabile di ciascuno e siano riconducibili soprattutto alla moda televisiva dei Reality Show e a quella telematica dei Social Network, è egualmente vero che le scelte politiche “imposte” dalla ragion di Stato siano infinitamente più importanti.

Ciò viene spesso dimenticato dai cittadini – persi dietro ad altre discutibili “priorità” della vita – sicché si finisce per consentire ai “detentori del Potere” il compimento di scelte legislative illiberali e demagogiche, magari nel nome di una generica questione di sicurezza nazionale.

Proprio sulla scia di alcuni “invadenti” provvedimenti normativi, nella vita quotidiana il valore della libertà umana s’è ridotto ad un puro concetto filosofico, a dispetto degli ideali liberali e libertari declamati qua e là per il globo.

Privacy (o Riservatezza) è solo il “nome” di una chiacchiera da bar, visto che il “sistema di vita” prevalente ci obbliga a lasciare tracce ovunque ci si muova: bancomat, servizi autostradali, prenotazioni alberghiere, viaggi aerei, telefonate ed sms, Navigazione Web, spesa al supermercato, ecc. ecc. L’essere umano è ormai un automa, affaccendato a consumare l’inutile e spinto a comunicare il futile sotto l’occhio vigile di tanti “controllori”.

Quanti di Voi pensano di essere liberi? Quanti di Voi pensano di essere veramente liberi? Sveglia!

Ad ingrigire ulteriormente tale nebbioso panorama, è giunta la scioccante ed inattesa sorpresa Natalizia del mancato attentato aereo ad opera di Al-Qaeda. La paura che la “rete del Terrore” torni a compiere attentati nel nome del Jihad ha condotto alla recente decisione Intergovernativa, di procedere all’installazione negli aeroporti, di quei particolari apparati di controllo denominati “body scanner”. La necessità che in futuro non si abbia di nuovo a che fare con iniziative pericolose, impreviste ed improvvise, come quella messa in atto dal terrorista Nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab, a bordo dell’aereo della Compagnia Statunitense Delta, sulla rotta Amsterdam-Detroit, con un paio di boxer esplosivi, apre la strada ad ulteriori “strette” sul fronte dei diritti individuali.

I media ci hanno già inondato d’informazioni dettagliate e “confortanti”…

In materia di “scansione corporale” vi sono due possibilità: il “bombardamento” con onde radio, che consente una visione tridimensionale del soggetto analizzato; o quello basato sui Raggi X, che al contrario da una prospettiva bi-dimensionale dello stesso.

Tanto rumore per nulla? Può anche darsi, visto che ad oggi, la sostanza che avrebbe dovuto far strage, il Tetranitrato di Pentaeritrite (PETN), sfugga alle rilevazioni ai Raggi X!

D’altro canto, si teme che l’impiego dei nuovi strumenti possa metter in pericolo la salute dei passeggeri e degli equipaggi a causa della necessaria “irradiazione” pre-imbarco.

Secondo quanto riferito da alcuni esperti, non vi sarebbero effetti nocivi poiché l’esposizione rilascerebbe una dose di radiazioni pari ad 1/90 di una panoramica dentale. Una notizia che non chiarisce comunque, quali siano i rischi cui vadano incontro particolari soggetti, quali ad esempio: donne incinte, portatori di pacemaker e viaggiatori abituali.

Comunque la si veda, ci andrei con “i piedi di piombo”. D’altronde come sovente capita al cospetto di studi, ricerche, relazioni e sondaggi vari, è bene verificare che la rilevazione e la diffusione dei dati sia avvenuta con indipendenza di giudizio e piena imparzialità, o al contrario sia riferibile solo al “merito” dell’ufficio commerciale di qualche lungimirante produttore…

Per chi si diletti a “far di conto”, v’è da dire che il costo di ciascuno Scanner si aggiri attorno ai 180.000 Euro. Il Ministro delle Infrastrutture del Governo Italiano, Altero Matteoli, ha dichiarato che siano necessari almeno 3 mesi per vedere all’opera i primi macchinari. A beneficiarne saranno gli scali di Malpensa, Fiumicino e Venezia, poiché aventi un maggior traffico Internazionale di passeggeri.

E pensare che per il futuro si prospettasse d’investire nella rilevazione dei “parametri biometrici”, in un collage di verifica facciale, vocale, digitale ed iridica… Come dire: a volte gli eventi finiscono per superare la tecnologia, ancor prima che sia posta in uso.

Nel frattempo, negli Stati Uniti è tornata la paura dello stato d’assedio terroristico e la Casa Bianca si affanna a tappare ogni “falla” nell’Apparato di Sicurezza Interna. In ambito Comunitario, ci si muove invece a rilento e si cerca tuttora un accordo, affinché tutti gli Stati adottino apparecchiature uguali (o che garantiscano comunque il medesimo grado di protezione e sicurezza) e perché siano uniformate le Legislazioni Nazionali in tema di protezione dei dati personali.

A parte le perplessità che nutro verso una politica che accetti di sacrificare dei fondamentali diritti della persona, un ulteriore dubbio mi arrovella la mente: “e se nel marasma dei cieli ci si dimenticasse che il vero anello debole, del sistema mondiale dei trasporti, sia quello ferroviario“? Soprattutto oggigiorno, in cui a spopolare è l’Alta Velocità sarebbe opportuno vigilare anche su quel fronte! Casi eclatanti come la strage di Madrid del Marzo 2004 e quella di Londra del Luglio 2005 purtroppo hanno fatto Storia.

Per concludere, consci che tutti noi ci apprestiamo a diventare cittadini a libertà limitata, se non addirittura dei potenziali sospetti di qualcosa, non mi stupirei se tra qualche tempo, per “chiudere il cerchio” saltasse fuori un fantascientifico microchip sottocutaneo imposto per Legge, capace magari di analizzare le endorfine rilasciate dal cervello degli esseri umani, così da svelarne in tempo reale le intenzioni e permettere di individuare i malintenzionati.

Dubbi in proposito? Beh, basta aver pazienza e prima o poi la realtà supera la fantasia.

“Check my brain”!

D.V.