“…Usi obbedir tacendo e tacendo morir…”. Costantino Nigra
Al cospetto dell’insolenza della Politica Parlamentare, sovente mi domando quali “cure” troverebbe l’eroico Padre della Patria, Giuseppe Garibaldi, per i “malanni” Repubblicani dei nostri tempi.
Proprio lui, che riuscì nell’intento di stringere lo Stivale sotto all’unica stringa Tricolore, nella speranza che Politici capaci ed “amorpatrii” sarebbero poi stati in grado di farne una Nazione forte, giusta e solidale. Ahimé, fu proprio quella speranza a risultare vana…
A ben guardare, oggigiorno lo Stato Unitario di Risorgimentale auspicio e memoria – cresciuto un poco azzoppato dall’azione bieca, servile ed “interessata” di tanti Politici – è preso di mira da più “cecchini” che ne hanno deciso una “triste sorte”.
A tal proposito, le “battute” estive del Senatur, Ministro Umberto Bossi, non credo possano esser ritenute delle semplici provocazioni politiche, atte ad infiammare i cuori dei propri sostenitori, a creare scompiglio tra alleati di Governo, o a rinfocolare polemiche mai sopite con l’Opposizione. Personalmente ritengo siano qualcosa in più.
Si badi bene, non sono tanto le singole proposte a farmi pensare, bensì il risultato che comportino nel loro complesso.
Si è cominciato col dialetto. Ovvero: esami della lingua e degli usi e costumi locali, per maestri e professori assegnati alle scuole del Nord, ed insegnamento delle “proto-lingue” dialettali agli studenti.
Si è continuato con la proposta di differenziare i salari su base territoriale, di ridimensionare il Tricolore e il Canto degli Italiani (meglio noto come Inno di Mameli, n.d.r.) in favore di vessilli ed “Arie” ripescati qua e là.
Da ultimo, si è provocatoriamente suggerito di “azzerare” i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Davvero un “bel gesto”, che renderebbe grazie ai tanti compatrioti che, dall’Etna alle Dolomiti, abbiano dato la vita per raggiungerla… Solo una parola per la mente che abbia “partorito” tale bestialità: vergogna!
Temo che si stia assistendo a variegati tentativi volti a realizzare la Secessione – che pareva caduta nel dimenticatoio, apparentemente scalzata dalla Devoluzione – erodendo alla base, quel sentimento Nazionale che dal 1860 ha preso vita.
Insomma, anziché fare gli Italiani, finalmente e definitivamente, si mira a disfare l’Italia.
Invece di fermare il “sacco” del Paese ad opera del ultradecennale intreccio politico-economico, si sceglie la via della contrapposizione tra cittadini per mere questioni d’intransigenza ideale.
Mi auguro che qualcuno rammenti che il Codice Penale tuteli l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato…
E ciò prima che spuntino fuori un moderno Salvatore Giuliano a sognare una Sicilia Americana, o un nuovo Sepp Kerschbaumer a pretendere un Alto Adige Austriaco, a suon di stragi ed attentati.
Eh si! Forse ci vorrebbe un Garibaldi – a fil di spada e colpi di moschetto – per buttare alle ortiche l’Italica ciabatta e rispolverare il lucido Stivale.
D.V.