Il 15 Settembre del 2006 moriva una giornalista che, nostro malgrado, aveva previsto la "Storia di sangue" che oggi si compie. Il suo nome era Oriana Fallaci.

Il 15 Settembre del 2006 moriva una giornalista che, nostro malgrado, aveva previsto la “Storia di sangue” che oggi si compie. Il suo nome era Oriana Fallaci.

“Intimiditi come siete dalla paura d’andar contro corrente cioè d’apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All’annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci. Non capite o non volete capire che se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto. E con quello distruggerà la nostra cultura, la nostra arte, la nostra scienza, la nostra morale, i nostri valori, i nostri piaceri […]”. (Oriana Fallaci).

Incipit. Se c’è una cosa di cui sono assolutamente certo è che soltanto i morti e gli stolti non siano soliti cambiare opinione. I primi, perché non più in grado, causa ovvie ragioni di trapasso ultra-terreno; i secondi, perché la stupidità, ahimé, è un “lusso” a cui non si rinuncia facilmente. Parimenti, sono certo che la Virtù e la vera forza dell’uomo risiedano anche nella capacità di chinare umilmente in capo, senza flagellarsi, per chiedere “semplicemente” scusa.

Proprio facendo perno su queste mie convinzioni, posso, devo e voglio chiedere scusa ad Oriana Fallaci

Scusami Oriana. Scusa per aver pensato che le tue irose e cieche parole di Rabbia, dedicate anni fa al “nemico mussulmano”, fossero esagerazioni verbali indotte da “dolorosi sentimenti” post-11Settembre. Scusa per aver immaginato che avessi voluto cavalcare l’onda dell’indignazione popolare, soltanto per regalarti un nuovo “best-seller”. Scusa per aver messo in dubbio la tua professionalità di giornalista, costruita nel tempo su infiniti fronti di guerra, a rischio della vita. Scusa per aver ritenuto che, in fin dei conti, al di là delle situazioni del momento, la Democrazia fosse in grado di prevalere, sempre e comunque, a dispetto delle tue arcigne sicurezze. Scusa per aver pensato che le tue sentenze sputate in faccia al mondo, fossero soltanto gli incubi mortali di una donna incancrenita dal proprio presuntuoso, saccente e superato Orgoglio, prima ancora che dalla malattia provocata dai “campi di tabacco” inspirati ingordamente e a pieni polmoni, nel corso dei decenni. 

Il Jihad. La cronaca racconta che l’Islam moderato sia soltanto una creazione di certa parte della nostra Politica incapace; un’artificiosa speranza della nostra insulsa Diplomazia; un demenziale auspicio delle frotte d’insolenti buonisti che osservano il mondo con “occhi a forma di cuore”, che si muovono con lo spirito di un soldato dell’Esercito della Salvezza e che rifiutano di considerare che la Realtà sia ben altro. Come dire: mentre ci si arrovella e si filosofeggia, non su cosa siano il Bene e il Male, ma su quali siano le ragioni che spingano il Male ad agire contro il Bene e su altre sciatte discussioni di tal risma, noi altri, figli del mondo occidentale, siamo diventati dei facili bersagli di chi, ergendosi a portatore della Fede (la propria, ndr), punti dritto alla nostra gola.

Proprio io, che avevo in odio la Tirannia che affliggeva il Medio Oriente e il Nord Africa e che aspettavo con ansia la fine dei regimi totalitari dei Talebani in Afghanistan e di Saddam Hussein in Iraq (sebbene criticassi aspramente l’azione di guerra preventiva patrocinata dalle Cancellerie Occidentali, ndr) e che vedevo con speranza il “vento delle Primavere Arabe” che spingevano al tracollo Bashar al-Assad in Siria (attualmente cristallizzato, in attesa degli eventi, ndr), di Hosni Mubarak in Egitto e di Muammar Gheddafi in Libia, ho finito per capire, molto pragmaticamente, che la cura proposta a base di princìpi democratici, fosse in realtà peggiore del male causato dalle costrizioni dittatoriali, necessarie a tenere a bada i primordiali istinti di tali Nazioni.

Sulla carta, in questo sciagurato mondo, viviamo tutti nel ventunesimo secolo. Tuttavia, per oltre un miliardo di persone (numero tendente inesorabilmente ad un’inarrestabile crescita, ndr) il tempo si è fermato al “Profeta”. La sola legge si chiama Sharia e le sole ragioni di vita sono il rispetto del Corano e il suo insegnamento, imposto anche con la forza della spada, agli infedeli. 

Questioni talmente risapute e dibattute da sfiorare l’ovvietà. Eppure, troppo spesso quelle stesse questioni finiscono per essere dimenticate. Allo stato, a fronte delle mani insanguinate dello Stato Islamico, tali ovvie considerazioni hanno assunto il valore di irrinunciabili Verità.

Lo Stato Islamico avanza verso Occidente e mette a rischio il bacino del Mediterraneo e l'intera Europa. Nel scontro di civiltà in atto, il rischio è che nel timore di non essere etichettati come "novelli Crociati", i Paesi Occidentali non reagiscano in tempo al pericolo proveniente dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

Lo Stato Islamico avanza verso Occidente, mettendo a ferro e fuoco il bacino del Mediterraneo e allarmando l’Europa. Nello scontro di civiltà in atto, il rischio è che nel timore di non essere etichettati come “novelli Crociati”, i Paesi Occidentali non reagiscano in tempo al pericolo proveniente dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

“I Turchi hanno già preso Vienna”. Non mi perderò a “pescare nel recente passato”, per rammentare le ragioni che abbiano condotto a temere un nuovo Califfato da Baghdad a Rabat e chissà, dal Caucaso al Kosovo. Non serve più fermarsi a ragionare su chi abbia causato cosa: il colonialismo; l’imperialismo “a stelle e strisce”; la CIA e altre amenità simili, varie ed eventuali.

Mi limito perciò a guardare all’Italica “quarta sponda” e a puntare il dito contro i motivi che ne abbiano causato il crollo. Non foss’altro che per le grane che provochi al nostro Paese il suo essere porto di partenza di decine di migliaia di persone allo sbando. Fatto enormemente amplificato dalla perdurante assenza di una severa Politica nazionale, in materia d’immigrazione.

Indubbiamente, nelle vicende che hanno condotto l’ex-colonia Fascista nelle mani del Terrorismo Islamista, possono essere identificati due responsabili principali.

Il primo è Nicolas Sarkozy, reo di aver deciso di sua sponte, nel 2011, la fine del Regime del “Colonnello” (troppo frettolosamente e senza un programma preciso riguardo a “cosa fare dopo”, ndr) giusto per placare la sete di Dollari e di Petrolio, oltreché la nota “grandeur” della Francia, di ieri e di oggi. 

Il secondo è Barack Obama, che dopo il riuscito attentato contro l’ambasciatore USA, Chris Stevens, morto a Bengasi nel 2012, è rimasto letteralmente immobile, capace al massimo di ciondolare nell’indecisione e di buttare un occhio, di quando in quando, su Tripoli e dintorni, senza mai interessarsi veramente dell’avanzata dell’ISIS / ISIL, su quella terra lontana. 

Quanto al nostro Governo, o meglio, agli Esecutivi che si sono susseguiti negli ultimi anni, la sola espressione che mi viene in mente è: non pervenuto. In particolare, quello attualmente in carica, presieduto da Matteo Renzi, appare perennemente stordito riguardo al da farsi. Da una parte, i Ministri Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti che più volte hanno ribadito la propria disponibilità ad “armare le truppe”. Dall’altra un Presidente del Consiglio arrendevole e attendista e un Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che, disperso tra un discorso sulla Sicurezza e l’altro, sembra tuttalpiù impegnato in una sorta di sempiterna campagna elettorale, tendente a far dimenticare tutte le falle della sua guida, in capo a quell’importante dicastero.

E mentre il “pantano” si allarga e continua a circondarci (come dimostrato dalla nuova strage compiuta nella vicina Tunisia e dagli attacchi portati qua e là, in seno all’Europa, ndr), nel ciarlare dei Governi “Alleati”, è d’obbligo una nota citazione di Douglas MacArthur che così recita: “La storia di insuccessi bellici può riassumersi in due parole: troppo tardi. Troppo tardi nel comprendere il proposito micidiale di un potenziale nemico; troppo tardi nell’accorgersi del pericolo mortale; troppo tardi nel prepararsi; troppo tardi nell’unire tutte le forze possibili per la resistenza; troppo tardi nello stabilire un’intesa con i propri amici“. Ecco, in attesa del divenire degli eventi, il rischio è che la sua “profezia” si avveri ancora una volta, con la possibilità, Dio non voglia, che sia quella definitiva…

Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo. Per quanto sia difficile dover decidere e scegliere in senso assoluto tra bianco e nero, in tutta onestà, tra mantenimento della Libertà e suo totale annientamento, non ho tentennamenti a preferire la prima opzione.

E’ un obbligo assoluto quello di rifuggire la prona accettazione che “noi si debba”… Ed è un dovere quello di dire, chiaramente, che se qualcuno creda di poterci rendere stranieri in Patria, sia totalmente fuori strada. Ergo, la soluzione non può non passare per una moderna “Reconquista” di ciò che eravamo e di ciò che siamo, affinché non ci sia imposto ciò che saremo. E se per giungere a tale traguardo sarà ritenuto lecito emendare la Costituzione liberale che unisce il Vecchio e il Nuovo Continente, non sarò certo io a mettermi di traverso.

Estremismo per estremismo. Laddove non vi sia “Reciprocità” di trattamento, è necessario ribadire con Rabbia che non siamo disposti a veder calpestare il nostro “essere”, morale, etico o religioso che sia e dire con Orgoglio che le nostre radici sono ben salde nel fertile terreno della Cristianità, a dispetto delle immancabili ed insulse accuse di servilismo bigotto verso il pur sempre discutibile Potere Vaticano. 

O prendiamo atto di ciò, o tra qualche lustro, la nostra Società si troverà a fare i conti con “usi e costumi” imposti con la forza delle armi. E allora, le insipide discussioni sull’universalità dei Diritti Civili, sull’emancipazione femminile, sulla Legge, sulla Giustizia, sulla laicità dello Stato e financo su cosa sia giusto o sbagliato, saranno soltanto un lontano ricordo del bel tempo ormai andato… 

D.V.

P.S. Scusami Oriana. Scusa ancora per non aver compreso prima la tua lungimiranza di donna inquieta, di cittadina del mondo e di conoscitrice dei fatti. Il Presente passa per il Passato della tua penna, piena d’illuminata Rabbia e di consapevole Orgoglio: lo scontro finale è in atto e noi siamo pericolosamente nel mezzo…

  1. avatar admin ha detto:

    La ringrazio di aver voluto dire la sua. Ciò premesso, è molto probabile non abbia colto il generale senso dello scritto. Senza mettere l’accento sull’idea (ai miei occhi, ndr) un po’ contorta con cui ha aperto il suo commento, sia sufficiente sottolineare che il sotto-titolo d’apertura “I Turchi hanno già preso Vienna”, posto all’inizio dell’omonimo capoverso, avesse valenza allegorica e non certamente storico-didattica. Saluti.

  2. avatar CR ha detto:

    La celeberrima quanto temuta minaccia islamica non esiste certo dagli ultimi decenni ma anzi, essi sono dei particolari vicini di casa che l’occidente si porta dietro da ben prima di Cristianesimo e Musumalnesimo. Chiarito questo, possiamo quindi dire che la visione pessimista riportata qui, sia del tutto ingiustificata. Nella Storia ci sono stati anni nei quali i Turchi o islamici, come si preferisce chiamarli, sono stati veramente all’apice della forza bellica mentre ora, tutto ciò che hanno sono una manciata di giovani disposti a suicidarsi, pur di uccidere qualche civile occidentale. Nei tempi nei quali i Turchi “presero” Vienna, (che poi fu solo un saccheggio, dato che la capitale di quel che fu l’impero Austro-Ungarico ebbe vita lunga fino al primo conflitto mondiale, dove cadde anche l’impero ottomano) i mezzi islamici erano di gran lunga superiori a quelli a cui possono accedere oggi e i mezzi occidentali di gran lunga inferiori a quelli a cui si può accedere oggi.
    Concordo comunque sulla necessarietà di un intervento per porre fine a questo spargimento di sangue inutile, oltre che delle nostre poche vittime in occidente, anche delle migliaia nei paesi direttamente coinvolti.

  3. avatar admin ha detto:

    “Angoscia, turbamento, commozione”… E ho detto tutto. P.S. Grazie per avermi dedicato il tuo tempo e grazie per l’attestato di stima che ancora una volta mi riservi. Un caro saluto.

  4. avatar N.F. ha detto:

    Angoscia, turbamento ma anche commozione per le scuse rivolte alla grande Oriana.
    Questo mi ha procurato la lettura.
    Ciò che più mi angoscia è, almeno per me, non sapere esattamente chi sia il nemico, da dove venga e dove voglia arrivare.
    M’ha veramente turbato leggerti. Questo, secondo me, è un gran complimento. Hai di nuovo centrato.
    nat….