“La necessità di supervisione e regolamentazione del Mercato, di recente, è diventata molto più forte. Ma il ruolo di supervisione del Governo, negli U.S.A. in particolare, è stato bruscamente limitato a causa della crescente fiducia nella natura auto-regolatrice dell’Economia di Mercato. Ci si sofferma troppo sul lato economico, sul costo delle spese Statali, piuttosto che sui benefici. Tagli eccessivi della Spesa Pubblica possono frenare la crescita”. Amartya Sen
Signore e Signori, ecco a Voi il più grande spettacolo del mondo!
No, non si tratta del solito Circo che piace a grandi e piccini, che arriva di soppiatto, che pianta le tende, che esegue in replica lo show e che prima o poi sbaracca e se ne va. E seppur sia indiscutibilmente vero che anche qui non manchino animali, saltimbanchi, equilibristi, pagliacci e donne barbute, quello in questione è, nostro malgrado, il circo della Politica Tricolore dei tempi moderni, fermo all’autopromozione, alla reclame, allo scontro improduttivo sempiterno e niente più.
Un ritrovo d’incapaci, un’accozzaglia di mezze calzette e di buffoni, che anziché animar la vita dei disattenti “spettatori”, punta dritta a sottrargli il portafogli, lestamente, con destrezza e senza salti mortali, con la scusa del “biglietto”.
Già, la Politica. Indegna meretrice! Tra un pacifico ideale ed una spigolosa spranga, un tempo era una cosa seria: la via del compromesso “costruttivo”; il modo per limitare i soprusi di alcuni, puntando a fare il bene di tutti. Quel che oggi ne resta, è solo un insieme d’insane porcherie, d’idee balzane e di futili parole. Un mare di scempiaggini vomitato addosso ai cittadini, da mass-media ingordi e conniventi, da galoppini “senza palle”, da incapaci Signorsì e da truci “riciclati” sugli scranni del Potere, che mai da scampo, che mai lascia il tempo per riprendersi dalla fetida “ondata” precedente…
A dispetto di un Circo “doc”, il circo Istituzionale che negli ultimi quindici anni ha preso a far su e giù per lo “Stivale”, non diverte, non incanta, non trasmette gioia… E di certo non rinvigorisce, non riempie il cuore d’ottimismo e passione, o di speranza e fiducia, né di amor Patrio e voglia di vivere, come qualche “imbalsamato incantatore” persevera a farci credere, disquisendo senza contraddittorio, tra battute scadenti e sorrisi artefatti, a favore di telecamera… Naturalmente!
Anno dopo anno, giorno dopo giorno, ora dopo ora, si assiste alla solita farsa diretta da un Regista incompetente. Una rappresentazione dedita all’idiozia più cupa e pericolosa, che tra un tranello ed un’invidia, tra un tradimento ed un “omicidio”, alla fine dimostra che alla Politica delle chiacchiere, alla Politica del fare (cassa), finisca per contrapporsi inevitabilmente e con tutta la sua dirompente durezza, la pura e semplice verità dei fatti pagata a caro prezzo da un popolo inerme ed incredulo, causa disperata rassegnazione.
Per evitare ogni presunzione di faziosità, meglio partire da alcuni assunti, che aiutino a descrivere assennatamente la nostra natia terra: non esistono Conflitti d’interessi; non si promulgano Leggi “ad personam”; non si tutelano i furbi e i mascalzoni a scapito degli onesti; non si “asfalta” la Giustizia sotto strati di norme artificiose, studiate all’uopo da meschini azzeccagarbugli; non si banalizza la Libertà; non si disprezza la Democrazia; non ci si fa beffe della Costituzione; non si studia lo smembramento della Nazione.
Fatta chiarezza, è più facile ragionare e compiere un’analisi attenta e imparziale della vera verità verificata (riveduta e corretta) che si coglie nell’Italia contemporanea.
Prendiamo ad esempio, la profonda crisi economica che da almeno un biennio sta paralizzando il mondo e che non da segni di voler mollare la presa. Che si sia Pro o che si sia Contro, non possono scordarsi le decine di proclami e dichiarazioni che fino ad oggi hanno “esaltato” i meriti dell’Italico Governo, di Silvio Berlusconi e del suo “operoso” alterego, Giulio Tremonti, nel sostenere il Sistema Italia.
“Nessun aggiustamento dei conti. Nessuna Finanziaria. Nessun sacrificio, né austerity. Ne usciremo prima degli altri e meglio degli altri…”.
In questa follia che avvinghia in un tutt’uno Finanza, Politica, Economia, Lavoro, Etica, Religione; in questa tragedia che sta spazzando via lo stile di vita occidentale e con esso il modello di sviluppo senza freni, che da decenni insozza il Pianeta, amplifica la gerarchia sociale e promuove i conflitti, i nostri “lungimiranti” Governanti ci hanno cresciuto nell’illusione di essere degli “eletti” in un mondo d’inetti, di scialacquoni e di “sfigati”.
Da due anni a questa parte, mentre nella patria della cultura liberista e culla degli attuali problemi – gli Stati Uniti – si è cercato molto pragmaticamente, di ridare fiato agli individui, alle famiglie, alle aziende, grazie ad ingenti ed inusuali Piani Pubblici di spesa, in Europa ci si è fermati dietro alle elucubrazioni dei Banchieri di Francoforte e nel Belpaese, naturalmente, si è perso tempo prezioso dietro a puerili questioni di terz’ordine, tutte incentrare su un’unica persona, che dall’alto del suo cucuzzolo dorato, ha avuto l’ardore di dire che fino ad oggi, noi poveri mortali abbiamo vissuto troppo al di sopra delle nostre possibilità… (commento libero)!
Mentre negli U.S.A. i ladri, gli ex maghi degli investimenti ed i bancarottieri come Bernard Madoff venivano sbattuti in carcere, nel Vecchio Continente si procedeva in ordine sparso nel salvataggio di Banche, Lobbisti e Finanzieri e in Italia si preferiva premiare gli evasori attraverso un nuovo Scudo Fiscale, dopo aver fatto danno, in precedenza, depenalizzando odiosi reati societari e lasciando la Giustizia in braghe di tela.
Mentre Washington si premura di legiferare per evitare nuovi abusi da parte dei “colletti bianchi” di Wall Street, tra Londra e Bruxelles è scoppiata la guerra sul modo, più o meno “leggero”, con cui limitare l’operatività degli Hedge Funds (una delle pietre dello scandaloso del crollo dei Mercati) e a Roma ci si adopera, su tutt’altro fronte, per imbavagliare la stampa e tirar dritto verso il Regime del Silenzio, mettendo in secondo piano “default” aziendali, chiusura di siti produttivi, fine della CIG e conseguenti licenziamenti.
Mentre Barack Obama disegna un nuovo Welfare State “a stelle e strisce”, Manuel Barroso auspica contratti di lavoro più liberi all’interno dell’Unione Europea e il suo amico Silvio Berlusconi, profeta delle riforme fiscali e del taglio delle tasse, da un lato “piccona” lo Statuto dei Lavoratori e dall’altro – attraverso la lunga mano del suo Ministro dell’Economia – batte cassa nei confronti degli Italiani, con una manovra di “soli” 25, 26, 28, o 30 Miliardi di Euro. Come se la Matematica fosse un’opinione!
Il “bello” è che non sapendo dove trovare tale cifra mastodontica, si prospetta un nuovo condono edilizio e magari una riapertura di quello fiscale. Per non parlare dello spettro dei “ticket” sanitari in capo ai più bisognosi tra i bisognosi: i malati. Come dire: allo scempio non c’è mai fine.
E che ne sarà delle Spese “sociali” in favore delle famiglie, della Ricerca, della Cultura, che in passato hanno già dato?
Quel che abbiamo innanzi, è il risultato delle solite promesse da marinaio pre e post elettorali, buone solo a regalar “grane” a scadenza prestabilita. Bisognerebbe conoscere quanto sia costata la soppressione dell’ICI, quanto ci sia costato aspettare due anni perché ci si accorgesse di esser parte del Sistema malato e si prendesse qualche contromisura all’altezza, quanto “pesi” la mancanza di un Piano Industriale efficace e duraturo e quanto lo sperpero di denaro orchestrato dalla cricca…
Tanto per cominciare, visto che ad esser troppo “Democratici” si perde il dono della parola e la capacità di fare opposizione (come sanno nel PD) io direi: ripristino dell’Ici e dell’Invim; reintroduzione della Tassa sulle Successioni e di quella sulle Donazioni; tassazione delle Rendite; ripristino della Legge 516/82 contro l’evasione fiscale; adozione della Tobin Tax. Sogni, provocazioni? Beh, prendendo atto che tutte le iniziative fiscali degli ultimi anni, abbiano finito per premiare i soliti noti – concussi e concussori, ladri e malfattori, anziché la gente comune, onesta e lavoratrice – non direi proprio.
Non è certo attraverso il taglio del lucroso stipendio da Parlamentare che si dia il “buon esempio”, ne si giustifica in tal modo, la presa in giro di portata galattica subita dagli Italiani fino ad oggi.
Piuttosto che “tagliare quattro soldi in testa ai Politici”, credo sia giunta l’ora di “tagliare la testa a quei Politici da quattro soldi” che fanno della menzogna, della mistificazione della realtà e dell’oscuramento della verità, le chiavi della propria indegna fama di Statisti.
D.V.