“La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato”. Winston Churchill
Chi l’avrebbe mai detto? Beh, stavolta credo proprio che l’avremmo detto in tanti…
Dopo 50 anni di democratica dittatura, anche l’iper-tradizionalista Impero Nipponico ha compiuto una svolta politica “rivoluzionaria”.
La disfatta elettorale che ha avuto come involontario protagonista il Partito Liberal Democratico (Jiminto/LPD), dell’ormai dimissionario Premier Taro Aso, ed il contestuale successo del Partito Democratico (Minshuto/DPJ) di Yukio Hatoyama, hanno dato corpo al livello di frustrazione dei Giapponesi, alle prese come il resto del mondo, con i drammi economici e sociali legati alla crisi sistemica globale. Su tutto spiccano il record storico del tasso di disoccupazione, attestato al 5,7%, ed un inarrestabile processo deflattivo. E’ stata inoltre punita la litigiosità, l’inconcludenza e la passività nei confronti della tempesta finanziaria, del Governo in carica.
In base ai dati parziali, i quasi 110 milioni di elettori avrebbero “assegnato” ai Democratici più di 300 seggi – dei 480 che compongono la Camera Bassa del Parlamento – che in base alle dichiarazioni del proprio leader, anche se raggiungessero la maggioranza assoluta, formerebbero il nuovo Esecutivo insieme agli alleati (Socialdemocratici e People’s New Party).
La “vecchia maggioranza” otterrebbe invece circa 120 seggi, contro i 303 della precedente consultazione – tenutasi nel 2005 – che vide il successo di Junichiro Koizumi.
Ora non ci resta che assaporare le ricette che verranno messe sul piatto per riavviare il “motore grippato” della II Economia del Pianeta. Aiuti alle famiglie, lotta alla burocrazia, ottimizzazione della Spesa Pubblica, ecc. ecc. Frasi fatte e parolone… La speranza è che una volta toccato il fondo riesca a rialzare la testa e che, quali che siano gli interventi di Politica Economica posti in essere, anche a Tokyo sia finito il tempo del Liberismo folle e dissennato.
Avuta la certezza della schiacciante vittoria di Hatoyama, il Presidente Statunitense Barack Obama ha espresso la propria soddisfazione, per la “svolta a sinistra” del Paese del Sol Levante.
Un’ultima considerazione. Mi auguro che la lezione impartita dall’iper-tecnologica medievale cultura Giapponese, tutta Chips, Impero e Samurai, faccia da esempio per l’arcaica, polemica, litigiosa, clientelare medievale cultura Italiana, tutta Decoder, veline e pallone…
Guardiamo – con pane ed ottimismo – ad un incerto e “glorioso” futuro!
D.V.