“Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avrete fatto, ma di quelle che non avrete fatto”. Mark Twain
Corsi e ricorsi storici in Viale Mazzini...
Vi ricorderete senz’altro che in passato, le tre reti RAI fossero di fatto spartite tra DC, PSI e PCI. Altri tempi? Beh, non si direbbe a vedere l’oscuro meccanismo con il quale si è proceduto alle nomine della TV di Stato e da ultimo a quelle di RadioRai.
In effetti, si è giunti a delle designazioni talmente “partigiane”, che lo stesso Presidente Paolo Garimberti – nel sottolineare l’esigenza di assicurare il Pluralismo – ha scelto di astenersi dalle votazioni, dichiarando che in futuro farà altrettanto, qualora non siano rispettate specifiche condizioni a tutela della professionalità delle parti coinvolte e nel caso non vi sia piena condivisione circa il nome dei “papabili”.
Personalmente, ritengo che in un Paese in cui si definisca“prioritario” il passaggio al Digitale Terrestre – ed a tale scopo si finanzi incredibilmente, l’acquisto del relativo Decoder – in cui il mezzo televisivo pubblico sia usato “privatamente” da tanti deficienti per fare “ciao con la manina” – alle spalle dei giornalisti durante le dirette dai “Palazzi del potere” – ed in cui tutti i TG si siano “appiattiti” a trasmettere “servizi da rotocalco pomeridiano”, non ci si possa assolutamente aspettare che un sistema equo, democratico e politicamente neutrale, sia applicato alle nomine RAI. Certamente non ora che il “manovratore” – già a capo di un gruppo concorrente – abbia optato de facto per la fine del vecchio Duopolio TV.
La Storia insegna. La “lottizzazione” per quanto deprecabile, aveva un pregio, quella di assicurare almeno la parvenza di un dissenso politico e popolare. Oggi, ahimé, ci si sta organizzando per definire il modello di pensiero unico e servile.
E pensare che una soluzione c’era. Quel vituperato “Blind Trust” che in passato, qualche “testa poco lungimirante” del vecchio PD/DS/PDS – tuttora alla sua guida, dietro le quinte – decise per ragioni affatto chiare di riporre nel cassetto, nello “scambio” che portò al coinvolgimento del centro-destra nelle scelte della fantomatica “Bicamerale per le Riforme” – poi fallita – di un decennio or sono.
Un atto capriccioso e dai risvolti prevedibili, ma non considerati, di cui stiamo pagando le conseguenze.
Eh si, la Storia è una grande maestra… E come spesso accade, resta inascoltata dai suoi allievi.
D.V.