“O giovani dello sventurato mio Paese! Egli è in voi che rinascono sue speranze. In voi che all’uscire dai collegi, dalle case paterne, ovunque volgerete lo sguardo, non vi sarà fatto di scorgere che stranieri insultanti; non avrete dinanzi che un avvenire senza gloria, senza onore; non un bene che vi appartenga, non una gioia che non vi possa essere avvelenata dall’ingiustizia, dal disprezzo de’ vostri padroni, o peggio ancora, dei loro satelliti. Sì, o gioventù d’Italia, ti disprezzano, sperano che una vita molle ed oziosa varrà a snervare tuo intelletto, che ardore e coraggio ti staran solo sul labbro. Lo pensano, lo dicono i tiranni, e sogghignano ogniqualvolta su te arrestano l’infernale loro sguardo”. Santorre di Santarosa
Dieci anni… Sono trascorsi dieci anni dai lacrimogeni, dalle cariche delle Forze dell’Ordine, dalle manganellate e dai fiotti di sangue di Genova. Dieci anni dall’illegale “assalto” alla Scuola Diaz e soprattutto, dieci anni dal momento in cui la “Morte di Nero Vestita”, scese “mietitrice” su Piazza Alimonda…
Dieci anni da quel G8 che celebrò la “zona rossa”, come bastione che rese visibile per la prima volta, l’idea della distanza che “diplomaticamente” divideva e continua a dividere, Politici e cittadini.
Dieci anni da quel giorno in cui si ebbe chiaro che tra i “Palazzi del Potere” e la gente comune ci fosse discontinuità e nessun filo diretto, che unisse eletti ed elettori, rappresentanti e rappresentati, cosa che credevamo archiviata tra le pagine più buie ed indegne della nostra breve “Storia Unitaria”.
Passeggiando per le vie della città (a mio giudizio bellissima), ho compreso come da allora, dopo aver assistito al suo “martirio” in diretta televisiva, la mia visione del mondo sia assai cambiata.
Partendo da quel lontano “incipit”, infatti, di fronte alle Istituzioni, ed al loro ingiustificabile immobilismo rapportato al compiersi della Storia, è il mio punto di vista ad essere radicalmente cambiato.
Cresciuto a “pane e legalità”, ho sempre avuto cara l’idea di dovere onore, lealtà e rispetto all’Autorità, che si trattasse del più controverso dei Governi, del più corruttibile dei Parlamenti, o di qualsivoglia simbolo dell’Ordinamento Statuale, non avrei mai pensato di finire per giustificare le forme di protesta più esacerbate, quasi convinto, in cuor mio, che senza ricorrere ad atti eclatanti, null’altro che chiacchiere si possa continuare a ricevere in cambio.
Dopo tutto, sono almeno trent’anni che da scioperi, manifestazioni, comizi, assemblee o “girotondi” vari, non si cava “un ragno dal buco”, non avendo più alcuna conseguenza sulla vita reale e rimanendo le loro “voci” inascoltate, dai chi goda del privilegio di Governare.
Modello di sviluppo, opere pubbliche, priorità sociali. “Chi decide cosa” e soprattutto, “nell’interesse di chi”, quando la cronaca persevera nel raccontare di furbi, furbetti e farabutti, conniventi col politico di turno?
In attesa di una risposta minimamente convincente, ecco perché poi, azzoppata la Magistratura, a forza di Leggi e “leggine” più o meno sfacciatamente “ad personam”, innanzi agli scempi e alla “non-azione” della Politica, qualche centinaio di novelli “lanzichenecchi” di nero vestiti, si sentano in diritto di prendere l’iniziativa, dandosi al vandalismo gratuito e violento.
Al riguardo, gli eventi del 15 Ottobre 2011 parlano da soli.
Il “sacco” della Capitale compiuto lontano dal “Palazzo”, con il biasimo di molti, ma anche con il plauso silente di tante persone normali, che hanno finito per vedere una rivincita nel “fastidioso pungolo” desideroso di ribattere in qualche modo, respingendola al mittente, l’ingiustizia sociale tollerata dalla classe dirigente.
Tutt’altra storia poi, il fatto che un Italico Ministro, manifestamente incapace nella sua presunzione e magari, con qualche scheletro nell’armadio, abbia trovato in ciò la scusa per mascherare le proprie inadempienze e per denigrare taluni “movimenti comunitari” meritori e dalle ragioni totalmente condivisibili ma invisi all’Esecutivo (per esempio i “no-Tav”), o per vaneggiare di una nuova stagione di Terrorismo di matrice Politica, in stile Brigatista…
Comunque sia, al di là delle “interessate” e faziose elucubrazioni statistiche di certe “menti vuote”, che preferiate chiamarli “casseurs”, “intifada”, o “black bloc”, il disordine e i danni che i loro atti comportano sono figli di questa società fasulla e meretrice.
In un Paese in cui la Cultura è ridotta ad essere concepita come “sottocultura”, soffocata com’è dal “nulla” a buon mercato propinato in primis dalla Televisione, essi rappresentano il punto di partenza e d’arrivo del disagio, oltreché della volontà di non rassegnarsi e di non piegarsi a quanto deciso per loro e contro di loro, da quanti dall’Alto manovrino il connubbio inestricabile che unisce Politica, Economia e Finanza e che si fa un baffo dell’Istruzione, del Lavoro, della Famiglia, della Casa e della Speranza di un futuro di Pace e Benessere generico e generale, ma condiviso.
In tale contesto, il rischio della rivolta sociale non si azzera con la minaccia di una nuova Legge “Reale”, bensì un cambiamento Sistemico.
Per evitare che l’opposizione si trasformi in contro-potere, l’unica strada percorribile è quella di mettere una volta per tutte il “bene comune” (di cui tutti ormai si riempiono la bocca, solo per farsi vedere al passo coi tempi) in cima alla lista dei princìpi dello Stato, eliminando ogni egoismo, particolarismo e individualismo esasperato, ben oltre le belle parole “teorizzate” dalla Costituzione.
Innanzi all’implosione dell’Europa dei Mercati e dei Mercanti e alla fine di un sogno comune di Libertà e di Pace, mentre la “costosa” Solidarietà, è stata scansata dal ritorno all’Egoismo “delle Nazioni” è necessario far da sé, senza aspettare ulteriormente, che cominci a piovere la manna dal cielo…
Vivere nel mondo dei sogni favole come fa il nostro Governo e soprattutto come fa un riconosciuto “Statista” come Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio sempre più al crepuscolo, è pura follia. Specie dopo che i due suoi riconosciuti amici “personali” come il Cancelliere Tedesco Angela Merkel e il Presidente Francese Nicolas Sarkozy gli hanno “voltato le spalle”, perché stanchi della sua inaffidabilità in materia Economico-Finanziaria su scala Europea e perché non più in grado di giustificare al proprio elettorato, cotanta magnanimità e fiducia mal riposta.
Non ci si può illudere che ai continui crolli delle Borse Valori si possa porre un rimedio duraturo ed efficace, solo incrociando le dita. Non si può restare alla finestra, con la falsa certezza che il Sistema Bancario, o di quel che ne resta, possa tornare a funzionare, facendo nuovamente da “imparziale ago della bilancia” per una nuova era di Sviluppo Economico. Non si può andare avanti attaccando le Agenzie di Rating, senza attivarsi concretamente, per guadagnare di nuovo, coi fatti, il loro consenso, discutibile quanto si vuole, ma tenuto ben a mente da chi investa nel “Debito Tricolore”. Nè si può continuare a diffondere dati artefatti sulla disoccupazione, sull’inflazione e sul fantomatico e famigerato PIL, sperando che qualcuno ci caschi ancora…
Di balle ce ne hanno raccontate tante, di cotte e di crude, ma tutte accomunate da un gusto rancido e stantio… Talmente numerose sono le scempiaggini che abbiamo dovuto ascoltare, che non ho più voglia di starle ad elencare, aggiornandone le posizioni, in base al grado di enormità di questa o quella panzana…
Nulla potrà aspettarsi da questo Sistema senza più risorse, che non gira più a vuoto, ma che addirittura si è fermato chiamato Italia, in cui, al di là della scialba parvenza di principi che ci hanno istruito essere alla base della “vera” Democrazia, ogni cosa è null’altro che un sordido retaggio post-medioevale, post-risorgimentale, post-coloniale…
Ogni decisione è figlia di un compromesso bastardo. A regnare incontrastati sono il conformismo, l’assimilazione e l’ipocrisia. Mentre al popolo non si garantisce niente, se non ignoranza, sottomissione e in casi sempre meno “estremi”, la brutalità del manganello…
Basta! E’ tempo di urlare dritto in faccia alle mele marce e alle mezze cartucce che hanno affondato un’intera Nazione, giusto in tempo per spegnere della “amare” candeline, che non accetteremo più cure paliative destinate ad ammazzare i moribondi…
Occupiamoci di noi e del nostro domani; occupiamo ed occupiamoci del nostro Paese, delle piazze e dei “Palazzi”, dove albergano solo orecchie sorde al grido di dolore di una Società senza più sepranza, né valori condivisi, corrotti e disprezzati, da chi avrebbe dovuto dare l’esempio.
La Partecipazione sarà la nostra Lotta Continua generazionale. Etica, Equità e Verità saranno le nostre parole d’ordine. E’ venuto il tempo di prendere davvero l’iniziativa… Finalmente! (Sempre meglio che far tornare a parlare un pericoloso Tribunale del Popolo di matrice Giacobina…).
Know your Enemy! Occupy Italy. Occupy the world. Occupy together!
D.V.