Benito Mussolini, mortale pena della propria Patria, massacratore del proprio popolo. Colui che fu in grado di “privare” di ogni dignità la Destra Parlamentare. Ancora oggi, a quasi cent’anni dalla sua presa del Potere, il “Duce” continua a dividere le coscienze di  un popolo senza guida e senza speranza verso il futuro: massimo criminale della Storia d’Italia per la maggioranza; eroico esempio di “Politica fattiva” per una minoranza, incredibilmente sempre più numerosa.

“Delle cause e degli aspetti del Fascismo, storici di diverse tendenze hanno già dato svariate interpretazioni: e hanno messo in evidenza, secondo le premesse politiche o filosofiche da cui partivano, i fattori psicologici e morali, o quelli sociali ed economici di questa crisi: la esasperazione contingente del primo dopoguerra, o le lontane tare tradizionali di servaggio e di conformismo, o l’ultimo tentativo reazionario di una classe conservatrice, che tenta di sbarrare il cammino alle nuove forze progressive che avanzano. Forse in ognuna di queste concezioni c’è una parte di vero. Ma ciò che soprattutto va messo in evidenza del Fascismo è, secondo me, il significato morale: l’insulto sistematico, adoprato come metodo di governo, alla dignità morale dell’uomo: l’umiliazione brutale ostentata come una gesta da tramandare ai posteri, dell’uomo degradato a cosa. […] Nel macabro cerimoniale in cui gli incamiciati di nero, preceduti dai loro osceni gagliardetti, andavano solennemente a spezzare i denti di un sovversivo o a verniciargli la barba o a somministrargli, tra sconce risa, la purga ammonitrice, c’era già, ostentata come un programma di dominio, la negazione della persona umana. Il primo passo, la rottura di una conquista millenaria, fu quello: il resto doveva fatalmente venire (…) Il ventennio fascista non fu, come oggi qualche sciagurato immemore figura di credere, un ventennio di ordine e di grandezza nazionale: fu un ventennio di sconcio illegalismo, di umiliazione, di corrosione morale, di soffocazione quotidiana, di sorda e sotterranea disgregazione morale. Non si combatteva più sulle piazze, dove gli squadristi avevano ormai bruciato ogni simbolo di libertà, ma si resisteva in segreto, nelle tipografie clandestine dalle quali fino dal 1925 cominciarono a uscire i primi foglietti alla macchia, nelle guardine della polizia, nell’aula del Tribunale speciale, nelle prigioni, tra i confinati, tra i reclusi, tra i fuorusciti. E ogni tanto in quella lotta sorda c’era un caduto, il cui nome risuonava in quella silenziosa oppressione come una voce fraterna, che nel dire addio rincuorava i superstiti a continuare: Matteotti, Amendola, don Minzoni, Gobetti, Roselli, Gramsci, Trentin. Venti anni di resistenza sorda: ma era resistenza anche quella: e forse la più difficile, la più dura e la più sconsolata”. (Piero Calamandrei)

Intervista a D.V. – Del Comitato di Redazione.  

Incipit. Nonostante l’inesorabile scorrere del tempo, è indubbio che il Fascismo, con tutte le sue oscure sfaccettature pro e contro, perorate a giorni alterni da una parte o dall’altra, affligga ancora il nostro Paese. La scelta di non fare i conti col passato, nell’ottica di una “rappacificazione nazionale” e con l’intento di non rinfocolare una guerra civile che covava ancora sotto alla cenere; la volontà di abortire sul nascere ogni ipotesi di una “Norimberga Italiana” e di portare alla sbarra centinaia di gerarchi di primo piano, di interessati portaborse e sciagurate mezzecalzette, poi sapientemente riciclati nel burocratico groviglio del Potere Istituzionale, ha lasciato una ferita mai rimarginata nel nostro tessuto sociale, politico e culturale. Basta guardarsi attorno e prestare orecchio. In una terra dove si dibatta ancora sui presunti “meriti” di “eroi” del calibro di Rodolfo Graziani; dove si celebrino ricorrenze in “onore” dei caduti della marcia su Roma; dove si guardi al regime dittatoriale di ieri come una panacea contro i “giri a vuoto” della Democrazia di oggi e dove, soprattutto, si continui ad acclamare il “fu” Benito Mussolini come “Duce” e salvatore della Nazione, fuorviando la sola Verità che non può non ricordarlo come mortale pena della propria Patria, massacratore del proprio popolo (e dal popolo, prima ancora che dalla Storia, condannato, ndr) e folle esaltato in grado di rinnegare le proprie radici politiche; è evidente che qualcosa non proceda proprio come dovrebbe…

Cominciamo con una domanda a brucia pelo, tanto per riscaldare gli animi… Sebbene tu non abbia mai fatto mistero della tua simpatia per il Movimento Cinque Stelle, se ti volgi al passato senti prevalere in te degli ideali di Destra o di Sinistra?

Beh, che dire? Non c’è male come inizio. Partiamo dal principio della tua domanda. Da simpatizzante del M5S non posso non riaffermarne la cultura di base, ovvero, che io mi senta distaccato da tutte le “cause ideali” che nel corso dei decenni abbiano devastato il nostro Paese. Cause che devono essere ascritte tanto all’una quanto all’altra parte dell’emiciclo Parlamentare, ossia al Centro-Sinistra del Pentapartito e alla Sinistra Comunista prima (fino allo scandalo Tangentopoli, ndr) e al Centro-Destra di Forza Italia & Co. e alla “Cosa” PDS-DS-PD poi (dal tramonto di quella rivoluzione mancata che fu l’inchiesta “Mani Pulite”, fino ad oggi, ndr).

Mi permetto di osservare: una risposta un po’ qualunquista. Non trovi?

Qualunquista? Realista direi! I responsabili della rovina del nostro Paese hanno “nomi e cognomi” precisi e provenienza politica certa e risaputa. La possibilità di impegnarsi direttamente e senza l’obbligo di far leva su “insegnamenti” preordinati e prestabiliti… Qui, a mio giudizio, sta ancora la forza del partito-non-partito creato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Ci sono argomenti, idee, proposte e soluzioni, utili al tanto declamato “Bene Comune”? Chi se ne frega se abbiano radici di Destra o foglie di Sinistra! Il compito di una forza politica moderna, che voglia ristabilire regole certe, legalità, giustizia, giusta pena, opportunità per i cittadini e via dicendo, è quello di prendere il buono ovunque esso alberghi.

Ho notato che nel tuo raffronto la parola Destra sia stata evitata nel primo caso, e sapientemente “edulcorata” dalla parola Centro nel secondo. Come mai? Eppure, la Repubblica Italiana ha avuto a che fare con una forza di Destra, il MSI di Giorgio Almirante, che è un pezzo di Storia di questo Paese.

Ottima osservazione, se non fosse che citando il MSI si tiri in ballo un partito d’ispirazione Fascista che in base ai dettami della Costituzione non avrebbe potuto né dovuto essere… Ma da qualcuno assolutamente voluto, all’interno delle Istituzioni cui sarebbe spettato il compito di vigilare sulla rinascita della Democrazia in Italia, dopo  il “nero ventennio”. Per me, a norma di Legge, il Movimento Sociale non sarebbe esistito e oggi non ne parleremmo affatto. 

Dalle tue parole colgo un sentimento anti-fascista e da ciò deduco che tu non sia un “Conservatore”. Rispolverando un termine di uso comune fino a qualche tempo fa, sei dunque un “Progressista”?

“Progressista” non lo direi nemmeno alla sorella del mio peggior nemico. Se soltanto sapessi di avere dei nemici… Lasciamo cotanto appellativo ai Prodi, ai Veltroni, ai Rutelli, alle Meandri e a tutti gli arrampicatori del “fu” Ulivo e agli aderenti della “fu” Unione… D’altro canto, nonostante a sentir dire “anti-qualunque-cosa” mi si accappona la pelle, sull’aggettivo antifascista devo darti ragione. Credo nella Resistenza, nei valori Repubblicani, nella Costituzione della Repubblica e condanno un passato di vergogna fatto di manganello e olio di ricino; della guerra del “Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative” e ovviamente, delle leggi razziali. E non mi basta affatto cercare quel poco di buono che un Regime sanguinario avrebbe fatto, stando ai ragionamenti squilibrati di tanti connazionali. Non metto le mani in una cloaca con l’intento di raccattare qualche pagliuzza d’Oro… Sempre che ve ne siano davvero!

Che rapporto hai con la Sinistra?

Mi sento oltraggiato dalla Sinistra. Spinto da una tradizione familiare, ammetto di aver tentato più volte di comprenderne i valori, cercando di combinarli con i miei princìpi, ma sempre in vano. Al di là delle posizioni ideali e identitarie di quella parte dell’emiciclo Parlamentare, il punto comune avrebbe dovuto essere l’opposizione al Regime che fu: un fronte comune, nel ricordo di quel che fu e che mai più avrebbe dovuto essere. Tuttavia, non ho mai digerito il suo atavico odio per il Tricolore, sostituito da una bandiera Rossa transnazionale, né la sua velleità di cucirsi addosso la toppa di difensore della Democrazia. Nonostante abbia un buon ricordo, seppur un po’ sbiadito, di Enrico Berlinguer e sebbene la Storia m’induca ad avere una pessima opinione di Palmiro Togliatti, quando penso a coloro che oggi ne dovrebbero rappresentare i diretti discendenti, mi vien da ridere… Ho in mente la Sinistra mondialista e “banchiera” e allo stesso tempo no-global, in grado di tirar fuori l’Antifascismo come fosse un bicchiere di benzina da buttare sul fuoco, tanto per vedere l’effetto che fa, nel tentativo di sviare altrove il dito puntato contro le sue eterne incapacità.

Non potrei mai riconoscermi nella Sinistra-non-Sinistra del decisionista, ineguagliabile “campione del Marketing di se stesso”, noto all’anagrafe come Matteo Renzi. Non potrei mai condividere un’opinione con la Sinistra ultra-buonista e anti-nazionale di Laura Boldrini, né con quella di partitucoli che, apparendo e scomparendo nell’arco di una Legislatura, si permettano il “lusso” di disfare quel poco di buono che rimane in Italia, ad esempio minando le basi della famiglia, lavorando in favore della Legalizzazione, o facendo guerre di minoranza per allargare a dismisura e follemente i Diritti Civili, per concedere lo Ius Soli o per fare dell’Italia un pezzo d’Africa…

E quali rapporti con la Destra? Se non erro, un tempo apprezzavi Gianfranco Fini.

La Destra è uno strumento di demotivazione dell’elettore. Il fatto di aver messo una pietra sul ventennio, senza fare piazza pulita delle sconcezze e dei misfatti e senza condannare vertici del Potere dittatoriale, ha privato il cittadino-elettore, del diritto di dirsi di Destra se non a rischio di essere tacciato per “nostalgico”. O peggio, di essere idealmente accomunato ai fautori dello “Stragismo di Stato”, nel nome dell’anticomunismo. Di conseguenza, parlare di Patria, salutare la bandiera, difendere il concetto di Nazione, pretendere Ordine, Legalità e Sicurezza, oltreché il semplice rispetto della Legge, sono inscindibilmente legati all’idea di dover giocoforza indossare un’ideale camicia nera. Eppure, non dev’essere così. Per cinquant’anni, l’Italia di Destra moderata non è andata più in là della Democrazia Cristiana, proprio perché non esisteva una Destra Repubblicana che tenesse a freno i figli di Salò, raccolti nel Movimento Sociale Italiano. Per altri quattro lustri ed oltre, la Destra moderata è stata rappresentata dal “Berlusconismo” e non occorre aggiungere altro… Fini rappresentava una speranza, perché avendo compiuto dei passi storici, come il riavvicinamento allo Stato di Israele, avrebbe “liberato” l’elettore di Destra da ogni etichetta. Purtroppo, si è rivelato l’uomo sbagliato. Ad oggi, lo ammetto, egli rappresenta la mia più grossa delusione politica. E’ “trapassato” senza possibilità di tornare in sella. E se meriti anche un colpo di grazia giudiziario, sarà la Magistratura a deciderlo. Come dire: ai giudici “l’ardua sentenza”… 

Per “Par Condicio” emotiva, se a Destra guardavi a Fini, puoi fare un nome per l’opposto schieramento?

In tutta onestà, non ce n’è uno… Tuttavia, facendo uno sforzo, aprendo un quotidiano di questi tempi potrei citare il Ministro degli Interni, Marco Minniti. Pur non gradendo il suo storico legame con Massimo D’Alema, apprezzo molto la sua volontà di mettere fine allo scandalo ONG e di dare una stretta alla di fatto assente Politica in tema di migrazione, in seno al Governo di Paolo Gentiloni. Dopo tutto, ho una posizione alquanto netta riguardo alla cosiddetta “invasione delle nostre coste”. Per di più, mi piace che con le sue scelte risulti antipatico ai suoi stessi compagni di partito, come nel caso del suo collega, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Nel vedere come su muove, sono dell’idea che anche in veste di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega ai Servizi, abbia ben lavorato, nel buio delle segrete stanze… E’ un vero peccato che nel suo ruolo non si attivi, anima e corpo, anche per rivelare le scomodo Verità su Ustica, sulla Strage di Bologna e su ogni altro oscuro attentato che abbia sconvolto la nostra vita negli ultimi cinquant’anni almeno.

Andando per deduzione, senza pretendere una risposta alla mia ipotesi, potrei definirti a buon diritto un elettore di Destra, antifascista e “grillino”.   

Rispondo semplicemente dicendo: “Libertà di pensiero propria di menti libere”. Detto ciò, sono dell’idea che i Partiti e i movimenti che si richiamino al Fascismo, o che si definiscano come una sorta di sua discendenza naturale, debbano essere messe fuori legge come fatto in talune occasioni, negli anni ’70 del Novecento. Troppe volte, oggigiorno, con la scusa della Libertà di opinione si passa sopra ad un reato, l’Apologia del Fascismo, grave non soltanto perché nato e cresciuto sul sangue di milioni di Italiani, ma anche perché destinato ad impedire che il futuro possa prima o poi macchiarsi del passato… E troppe volte, oggigiorno, capita che chi inneggi all’onore e alla lealtà, rendendo omaggio ai “repubblichini” e definendosi patriota, non sappia neppure cosa voglia dire giurare la propria vita in difesa dei quella stessa Patria, non avendole neanche “regalato” un anno di leva, perché troppo giovane o perché immancabilmente imboscato.

Da qualche tempo, la vuota quotidianità del Parlamento è stata alterata dalla proposta di Emanuele Fiano, di rivedere proprio la normativa sull’Apologia di Fascismo. Che ne pensi?

Punto primo: Emanuele Fiano non mi è simpatico. O meglio, non lo è dai tempi in cui per difendere le Riforme della Costituzione si mostrava con altezzosità davanti ai microfoni dei TG, come fosse l’unico portatore di Verità. Prima di allora, quasi non sapevo chi fosse. Punto secondo: la Propaganda elettorale sempiterna del PD mi dà la nausea. Ciò premesso, sono dell’avviso che l’Apologia del Fascismo, fattispecie richiamata dalla cosiddetta Legge Scelba n. 645/1952, sia un reato gravissimo che vada contro i princìpi fondanti della nostra Democrazia, così come definita dalla Costituzione vigente. Coloro che ciarlino sul fatto che “le opinioni non si processino”, come ad esempio Matteo Salvini e Maurizio Gasparri (ma anche oltre a qualche noto esponente del M5S, ndr) sono caldamente invitati a studiare un po’ di Storia, andando a pregare sulla tomba di Giacomo Matteotti per esempio. Ciò, per avere ben chiare le maniere spicce del Regime di Benito Mussolini, sul come imporre il “pensiero unico”, al costo della Vita… Altrui!

Rimanendo sullo stesso tema, qual è la tua opinione sull’idea di taluni che, come nel caso della Signora Presidente della Camera dei Deputati, vorrebbero cancellare i simboli, i monumenti e gli edifici Littori, che sovente ancora oggi decorano le nostre città?

Trovo che certe idee siano quantomeno strampalate. La recente presa di posizione di Laura Boldrini sul fatto che i monumenti fascisti offenderebbero chi contro il Fascismo abbia combattuto è un affronto alla Storia e un’offesa, in questo caso reale, verso chi veda in essi un richiamo e un ammonimento per gli errori del passato. Senza contare che per dare credito alle parole della Terza Carica dello Stato, si dovrebbe avere un grosso lanternino, utile ad individuare queste schiere di tristi alfieri della Resistenza, visto l’inclemente passare degli anni, a favore della “Nera Mietitrice”. Non vorrei che la Signora Presidente della Camera si sia lasciata incantare dall’eccessi di zelo a stelle e strisce che, negli Stati ex Confederati, vede una campagna di rimozione delle statue degli eroi sudisti. La Storia, per quanto triste e dolorosa, è la base su cui si erge ogni Nazione. E il caso del Fascismo (e della successiva lotta di Liberazione, ndr) non può essere da meno. I Monumenti di quella famigerata “Era”, fanno comunque parte, a pieno titolo, di quel che siamo, nel bene e nel male. Non è il marmo, né il travertino, a dover incutere terrore, bensì le idee, gli intendimenti, gli atti, i fatti, le azioni e le parole. Quando sento certe uscite mediatiche di Laura Boldrini; quando guardo alla sua figura di maestrina intransigente e bacchettona e ovviamente, quando prendo atto della sua assurda dualità, femminista e “anti-maschio” per eccellenza da un lato e “Madonna velata” al cospetto dei Governanti di fede Musulmana dall’altro, mi chiedo come sarebbe uscita la sua figura, dalla penna tagliente di una grandissima giornalista chiamata Oriana Fallaci…

E così come non discuto la “pietra”, non discuto nemmeno il valore del 25 come Festa di Liberazione dal Nazi-Fascismo, da cui è scaturita la Repubblica che nonostante tutto mi ha dato i Natali e da cui è poi nata la Costituzione a cui quotidianamente certo di rifarmi e che ostinatamente difendo.

A quali valori di ispiri?

Se non avessi la sicurezza di apparire bigotto, risponderei: “a Dio, padre e Famiglia”. Mi limito pertanto a quei Valori Cristiani “normali” con cui sono cresciuto e che mi ricordano che in Italia si festeggino la Pasqua e il Natale e non il Ramadan; che la donna sia libera ed emancipata e non reclusa e velata; che vigano la giustizia e la carità Cristiana e non la legge del Taglione… E ovviamente, sul versante “laico”, aggiungo le parole di un giuramento che ebbi modo di prestare qualche anno or sono, che racchiude tutto il resto: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”. Tanto mi basta per definirmi una persona onesta, titolata a pretendere onestà da chiunque altro, sia esso un cittadino sia esso un esponente del Vertice dello Stato. 

Cosa ti aspetti per futuro?

Sono del parere che fintantoché non si consenta al corpo elettorale di esprimersi con un voto libero, sia azzardato fare supposizioni. Quel che è certo è che qualunque risultato si otterrà alle Elezioni Politiche del 2018, sulla base di questa o di quella legge elettorale, esso rappresenterà la “conseguenza negativa” delle velleità, delle presunzioni e delle prevaricazioni perpetrate dall’Ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Sulla falsariga della domanda di apertura: oggigiorno, in Italia, senti prevalere degli ideali di Destra o di Sinistra? 

Indubbiamente, in questo mondo sempre più “incattivito”, dove Politica e Diplomazia hanno le sembianze di Donald Trump, di Vladimir Putin, di Recep Tayyip Erdoğan, di Bashar al-Assad, di Kim Jong Un, di Boris Johnson, ecc. ecc. In cui l’Europa va in frantumi sull’onda lunga della Brexit e nel quale il Sud-America pare ripiombato negli anni ’70 del Novecento… In Italia ha indubbiamente ripreso a spirare il vento: un vento di Destra, di una destra oltranzista ed estremista, che non sa fare altro che ispirarsi dal Passato da un lato e darsi in pasto a un Padano, Matteo Salvini, che con calcolo maniacale, parlando alla “pancia della gente”, abiurando la Secessione e svestendo la propria “camicia Verde”, punta dritto ad arrivare nella “stanza dei bottoni”. E non è detto che il colpo della vita non gli riesca. Anzi!

E’ dunque lecito aspettarsi una “Alba Dorata” in salsa Italica? Ovvero, più che “l’Italia s’è desta” potremmo affermare che “l’Italia s’è Destra”?

Tastando l’umore della gente, è evidente che il baricentro politico si stia spostando su valori tradizionali e conservatori. E non avrebbe potuto essere altrimenti dopo anni in cui la Sinistra asservita alle Finanza non ha saputo fare altro che scimmiottare le peggiori ricette liberiste in tema di Lavoro e Previdenza, né è stata in grado di farsi rispettare in Europa o di mettere un paletto in difesa dei propri confini. Ciononostante, non credo che in Patria nostra sia all’orizzonte un’Alba Dorata. Tuttalpiù un’ennesima Resurrezione di Silvio Berlusconi, “condita” dall’escalation della Lega Nord. Dopo tutto, è cosa nota, l’Italiano medio “guarda le figure”, s’informa poco e male e ha la memoria corta… O meglio, ne è totalmente privo, essendo sovente privo di cervello. Ecco perché certi personaggi decotti siano destinati ad avere sempre un passato, un presente e un futuro. A tal proposito, Indro Montanelli ebbe modo di affermare: “In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori»?”

La Storia è una ruota che gira e che troppo spesso, purtroppo, si muove nel verso sbagliato. Per quanto mi riguardi, comunque, voglio ancora aver fiducia nel nostro “comune domani” di Nazione. E nel farlo, ovviamente, confido nella luce buona delle Stelle…

Del Comitato di Redazione.

P.S. Grazie a D.V.

Addendum. “Questa è l’epoca degli ismi: comunismo, capitalismo, marxismo, storicismo, progressismo, socialismo, deviazionismo, corporativismo, sindacalismo, fascismo: e nessuno s’accorge che ogni ismo fa rima con fanatismo. Questa è l’epoca degli anti: anticomunista, anticapitalista, antimarxista, antistoricista, antiprogressista, antisocialista, antideviazionista, anticorporativista, antisindacalista, antifascista: e nessuno s’accorge che ogni ista fa rima con fascista. Nessuno dice che il vero fascismo consiste nell’essere anti per principio, per bizza, cioè nel negare a priori che in ogni corrente di pensiero vi sia qualcosa di giusto o qualcosa da usare per cercare il giusto. È ad incasellarsi nel dogma, nella cieca certezza d’aver conquistato la verità in assoluto, sia essa il dogma della verginità di Maria o il dogma della dittatura del proletariato o il dogma dell’Ordine e Legge, che si perde il senso anzi il significato della libertà: unico concetto inappellabile e indiscutibile. Tant‘è vero che la parola libertà non ha sinonimi, ha solo estensioni o aggettivi: libertà individuale, collettiva, personale, morale, fisica, naturale, religiosa, politica, civile, commerciale, giuridica, sociale, artistica, di espressione, di opinione, di culto, di stampa, di sciopero, di parola, di fede, di coscienza. Al limite essa è l’unico ismo cioè l’unico fanatismo ammissibile: perché senza di essa un uomo non è un uomo e il pensiero non è pensiero”. (Oriana Fallaci)