“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Costituzione Italiana, art.11.
Appunto…
Personalmente non sono un pacifista bigotto color arcobaleno e al contrario di tanti personaggi che si mettono sull’attenti solo in seguito ad eventi tragici, per commemorare tristi ricorrenze storiche, o durante la parata del 2 Giugno, sono da sempre “vicino” alle Forze Armate.
Soprattutto in questi ultimi anni, in cui l’impiego “professionista e professionale” dei militari Italiani fuori dai confini nazionali è divenuto massiccio e duraturo, si è aperto un dibattito circa il rispetto dei dettami costituzionali, impartiti dall’art.11.
Attualmente, l’intervento preminente è quello in Afghanistan – protagonisti i Parà della Folgore – durante il quale, proprio oggi, sono stati feriti 2 soldati che procedevano ad un “rastrellamento” non lontano da Kabul (almeno in base alla fredda ufficialità dei comunicati stampa).
Di fatto il nostro Paese non dichiara guerra ad alcuno, però per carpire ogni ragionevole dubbio, si è trovato un escamotage definendo missioni di peacekeeping quelle a cui l’Italia partecipa – o ha partecipato – in ambito ONU, NATO, UEO. In tal modo si è salvata la forma, senza modificare la sostanza.
A riprova di ciò, è indicativo il sistema utilizzato dai media per informare i cittadini, circa gli attacchi portati alle nostre truppe, che guarda caso non sono mai in azione per “snidare e distruggere” ma sempre per “cercare e ripulire”, ovvero non sono mai impegnati in azioni di guerra, ma vengono “solamente” attaccate dagli insorti, rispondendo prontamente…. (Già, gli insorti… Che di solito, nei diversi scenari, sono la maggioranza della popolazione, rispetto a pochi governanti più o meno “fantocci” imposti dalle Nazioni Unite).
E’ poi risibile, che i blindati “Lince” non saltino mai in aria perché bersagliati da fuoco nemico, ma rischino di esplodere “solo” per aver rasentato una mina…
E le regole d’ingaggio, l’adeguatezza dei mezzi, il numero degli effettivi, sono sempre un mistero…
L’Italia non è mai in guerra, perché formalmente non può esserlo! E’ farsesco…
Insomma si preferisce una via morbida e politicamente corretta per non “disturbare” l’opinione pubblica distratta – e per non turbare i sonni di certi politici, costantemente in campagna elettorale – incrociando le dita affinché non vi siano vittime tra i nostri ragazzi.
Si parla continuamente di emanare ulteriori Leggi, in materie che definirei stupide e senza senso, quando sarebbe invece logico, utile ed opportuno, riformularne alcune di antiche e superate, per dare maggiori certezze e garanzie a quanti rischino la pelle in nostro nome (l’art.11 è lì che aspetta…).
Magari una strategia più accorta e assennata in questo senso, può scongiurare un secondo Checkpoint Pasta di Africana memoria…
Insomma, il rispetto per la forma vale quanto quello della sostanza, in particolare quando sia in gioco la vita.
D.V.