Il Presidente Francese, Nicolas Sarkozy, illustra alla stampa, le decisioni prese dai partecipanti al Vertice di Parigi sulla Libia.

“Tanto più lo scopo della guerra verrà a coincidere con il fine politico e tanto più puramente militare e meno politica sembrerà essere la guerra”. Karl von Clausewitz

Per cominciare, vorrei fare una premessa: chiunque si sia preso la briga di “abbattere” il quarantennale regime di Muammar Gheddafi, gode della mia personale stima di uomo qualunque.

E ciò, senza per forza dover seppellire i giusti ideali che inneggiando alla pace condannino ogni forma di guerra e senza sottacere ingenuamente, che qualunque scelta politico-diplomatica che passi per la “spada”, finisca sempre e soltanto per “riempire la scarsella”, alimentando i soliti, inverecondi, sconosciuti e calcolati interessi economici.

Detto ciò, dovendo “dare a Cesare quel che è di Cesare”, ovvero, in questo caso, al “petit Roi” Nicolas Sarkozy, non mi resta null’altro da dire che “merci beaucoup Monsieur le Président”!

Ora, messi da parte i convenevoli, lo sciovinismo e la facile ed insensata acclamazione, faccio un’ipotesi… Già, voglio ragionare attorno ai reali motivi che hanno “fatto muovere” tanto rapidamente quanto veementemente, il Presidente Francese ed il suo entourage governativo. A ben guardare, la ferma volontà di correre in soccorso dei ribelli – o meglio dei combattenti per la Libertà e la Democrazia – che lo ha spinto, primo Capo di Stato ha farlo, a “riconoscere” come interlocutore, il Governo Provvisorio sorto in fretta e in furia a Bengasi e dintorni, puzza di bruciato, o meglio odora di Petrolio e Gas Naturale (e parecchio).

Partendo da lontano…

Poniamo che tutto abbia avuto inizio cinquant’anni fa – ben prima che il “Colonnello” prendesse il Potere con la forza, nel suo Paese, la Libia, là dove la fine del colonialismo “predatorio” – per sua natura illiberale ed iniquo – segnava una svolta definitiva e senza ritorno.

Sull’onda della disfatta Algerina – che dopo anni di battaglie e cruenti massacri, spinse i “cugini” a concedere a denti stretti un’indipendenza “grondante sangue” all’ex colonia affacciata sulla sponda sud del Mediterraneo – oltre-confine cominciarono ad adoperarsi per ridimensionare gli “Italici” interessi su quella che fu parte del risibile e rabberciato Impero d’Italia, forse perché consci che non l’acqua, né i datteri, ma gli Idrocarburi nascosti sotto le sabbie del deserto, potessero esser utili alla causa del proprio Ente di Stato BRP e forse perché infastiditi – come tante altre prepotenti Potenze di quel Mercato – dal fatto che il “deus ex machina” dell’ENI, Enrico Mattei, avesse fatto dei proseliti con la sua scuola di pensiero, che non si faceva scrupoli a scendere a patti con chiunque, con accordi “fifty fifty”, al fine di garantire al proprio Paese una certa autonomia nel settore dell’Energia.

In base a tale visione delle cose, è ovvio ritenere che l’imprevista “ascesa” del Raìs avvenuta nel 1969, mediante colpo di stato (caso affatto insolito ai tempi) abbia scompaginato profondamente i piani di Parigi. Specie perché al di là di un iniziale “punizione” dell’occupante Italiano, che spinse il novello dittatore all’espulsione di massa del 1970 (allorché ventimila connazionali vennero messi alla porta), mai venne meno una generale collaborazione strategica in campo economico, dalla quale scaturì, molto probabilmente, anche una “copertura” del dittatore Libico, da parte della nostra Intelligence, contro gli innumerevoli, comprovati tentativi di eliminarlo, orchestrati da vari Servizi Spionistici Internazionali (CIA in primis).

D’altronde è Storia, che nell’imbarazzante ed odiosa ufficialità che vedeva un “muro contro muro” tra Roma e Tripoli, si stringesse forte, tentacolare e silente, con la scusa dell’interesse Nazionale, un’alleanza che sapeva di Dollari sonanti, di cui era meglio tenere allo scuro l’opinione pubblica. Alleanza riconfermata e rafforzata, di fatto e di diritto, con il controverso Trattato di amiciziacooperazione da cinque miliardi di Dollari, firmato in pompa magna giusto tre anni or sono, da Silvio Berlusconi e dallo stesso ingombrante “amico beduino”.

Se mi spingo più a fondo, tra l’altro, posso giungere a ritenere affatto assurdo, né privo di logica, che il drammatico evento del DC-9 Itavia, esploso nei cieli di Ustica, il 27 Giugno 1980, possa veder confermata la pista che parla di una “resa dei conti” tra aerei militari Francesi e Libici – su rotte a noi sconosciute – finita male per ottantuno innocenti nostri connazionali, per colpa di uno o più missili andati “fuori bersaglio”.

In effetti, mentre oggi “giornalisti e giornalai” da strapazzo sembrano contendersi il Premio Pulitzer, gareggiando a chi la spari più grossa nel descrivere puntigliosamente e cinicamente i mezzi militari di ultima generazione messi in campo per l’operazione “Odyssey Dawn” e mentre tra gli “Scranni” ci si spella le mani, in modo bi-partisan, nell’osannare i Francesi, pronti al “sacrificio” di liberare il mondo da un vecchio tiranno, paladino del terrorismo, ci si dimentica che proprio in una delle basi aeree da cui decolla buona parte dei velivoli della “Armée de l’Air” impegnati nei bombardamenti della Tripolitania – ossia quella di Solenzara, in Corsica – sul calar della sera di quell’infausto giorno d’Estate, si registrò un anomalo movimento di Caccia. (I tracciati radar? Beh, questa purtroppo, è un’altra storia…).

Possibile, probabile, o addirittura dal vero? Beh, qualora si rammenti la “politica della sedia vuota ” che vedeva una Francia “autarchica” in ambito NATO, decisa a far da sé, quel che riteneva più utile ed opportuno per la propria “ragion di Stato” e quando si consideri che un Presidente della Repubblica uscente, Valéry Giscard d’Estaing, fosse assai desideroso di lasciare un “segno”, sulla strada che di lì a poco lo avrebbe riportato al giudizio delle urne (dal quale uscì poi a testa bassa) nulla può essere escluso.

E poi, a tutto questo va aggiunta l’estrema debolezza Politica, diplomatica ed istituzionale, della Super-potenza U.S.A., che innanzi alle incertezze, alle tensioni e agli imbarazzi, creati “crisi degli ostaggi” in atto con l’Iran di Khomeini, vedeva i tentennamenti dell’allora Presidente Jimmy Carter, tutt’altro che il moderno Commander in Chief incarnato da un tal Georg W. “vaccaro texano”…

Comunque la vediate al riguardo, Signori, “fate vobis”! Per quanto mi riguarda, la riconoscenza per la “svolta francese” alla crisi libica, si ferma dove comincia il “Segreto di Stato” e la menzogna istituzionale ed istituzionalizzata, su vicende come quella, mai chiarita e soggetta ad infiniti depistaggi, della strage di Ustica (per la quale, sia chiaro, è parimenti colpevole e responsabile lo Stato Italiano).

Tornando alla cronaca corrente, mentre le bombe colpiscono le difese anti-aere ed i bunker di Gheddafi, mentre le minacce di rappresaglia si rincorrono e spaventano e mentre i giorni della Jamāhīriyya paiono davvero esser contati, quel che balza agli occhi, con tutta la sua evidenza, è la crescente “deriva” del nostro Esecutivo.

I Partecipanti al Summit di Parigi sulla Libia.

Anche a voler reprimere la “vergogna nazionale” causata dalle mai troppo lontane prostrazioni al “Colonnello”, regalate ai media dal nostro Presidente del Consiglio e sorvolando sul mercimonio politico-diplomatico che ne ha contraddistinto i giudizi e le decisioni, quel che resta è un vuoto istituzionale sul piano internazionale.

E’ indubbio che nel momento stesso in cui montano le preoccupazioni del Governo circa il rischi di scalata di storiche aziende del Belpaese ad opera di Multinazionali d’Oltralpe e mentre il dramma nucleare Giapponese, di Fukushima, riporta alla ribalta il contratto miliardario firmato e benedetto, per la fornitura di tecnologie ed impianti atomici “made in France”, a far clamore è stata la “porta chiusa in faccia” a Silvio Berlusconi, da parte dell’Eliseo, prima che cominciasse il Summit Internazionale, organizzato per decidere se e come organizzare una “no-fly zone” sulla Libia e sul come dare inizio e condurre le operazioni belliche.

Insomma, a quanto pare, la “considerazione zero” riservata al nostro Rappresentante è ormai prassi tristemente consolidata, là dove le decisioni esulino dal “bunga bunga” e riguardino invece “solo” le sorti del mondo… Come dire: “quando c’è da decidere, tu resti fuori”!

Dopodiché, preso atto una volta in più di quest’amara verità, con gli eventi che si susseguono e si assommano, il massimo cui possiamo aspirare è spedire un paio di “Tornado” a sganciare qualche “costosa” bomba sul nostro dirimpettaio, che già grida al tradimento… (Una “moda” che ci cade sempre a pennello…).

Mentre il mondo si accorge di essere coinvolto in pieno, in uno di quei rari momenti della Storia in cui il Tempo pare non bastare, in cui accade tutto e subito e nel quale il domani pare prendere il sopravvento sull’oggi, seppellendo quel che era ieri, la sola certezza è che l’Italia sia andata in pezzi in ogni dove.

Comunque sia, comunque la si veda, consci che quel che si decide “a Palazzo” sia solo un’illusione, che quel che pare ovvio, doveroso ed improcrastinabile sia solo una “calcolata mistificazione” e che Giustizia, Onestà e Moralità siano ormai dei valori “minoritari”, soggiogati da intrighi e furberie buone solo per nutrire le pretese dell’Economia, lo stile di vita prevalente e le brame di Potere di pochi presuntuosi Burocrati e di uno stantio Statista, godiamoci il grido di “Libertà, Uguaglianza e Fratellanza” che si ode tra Tripoli e Bengasi.

Contro il despota, furore di popolo per volontà di popolo. Uno spirito rivoluzionario, da cui cominciare a prendere appunti…

D.V.

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    D.V.

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    Michael

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    Regards
    Michael

  5. avatar admin ha detto:

    Carissimo Collega, sono davvero lieto di poterti finalmente annoverare tra i miei lettori 😀
    Ti ringrazio d’aver scelto di dire la tua, specie perché con poche parole, hai dato una descrizione impeccabile degli eventi e delle circostanze e fatto un’analisi assennata, veritiera e purtroppo, poco o per nulla nota alle masse. La tua è stata insomma la dimostrazione che, nonostante i tentativi di “chiudere le bocche e d’illudere le menti”, ancora oggi, in Italia, vi sia chi, come noi, non si rassegni a credere al “falso di Stato” e alla “menzogna Istituzionalizzata”, ma perseveri ad inseguire la Verità e a pretendere Giustizia… Soprattutto nel nome e nella memoria di chi, suo malgrado, non abbia più il “dono” di fare altrettanto. A presto! 😉

  6. avatar axelpg71 ha detto:

    Caro Collega….una lucida e assennata ricostruzione dei fatti…….l’unico punto che posso precisare è che oggi sappiamo bene che i predecessori del “petit roi” da quella base corsa fecero decollare i loro aerei di sicuro , come è altrettanto sicuro che fu un missile francese ad abbattere ed uccidere i nostri connazionali. La cosa più degradante della vicenda e che fu proprio la nostra intelligence ad avvertire Gheddafi del pericolo e a farlo tornare in tutta fretta sul suolo libico……il tutto ovviamente coperto dall’immancabile usanza italiana del segreto di stato…..come segreti erano i canali non monitorati dalla copertura radar nato in italia che gentilmente rivelavamo al Colonello per potersi spostare con i suoi aerei peraltro da noi forniti o regalati…..come dire……un’altra bella pagina di storia italiana….se non fosse per un sottile particolare…81 vittime italiane.