Roberto da Ginevra, alias Clemente VII, Papa scismatico durante la Cattività Avignonese e dunque Anti-Papa per la storiografia ufficiale Vaticana. Riguardo all'atteggiamento tenuto nei confronti della Sindone, fu un miscredente con la tiara, o soltanto un fedele illuminato?

Roberto da Ginevra, alias Clemente VII, Papa scismatico durante la Cattività Avignonese e dunque Anti-Papa per la storiografia ufficiale Vaticana. Riguardo all’atteggiamento tenuto nei confronti della Sindone, fu un miscredente con la tiara, o soltanto un fedele illuminato?

«Nos igitur circa modum ostensionis huiusmodi, ad omnem erroris et ydolatrie materiam submovendam, de oportuno remedio providere curantes, volumus et tenore presencium auctoritate apostolica statuimus et ordinamus quod, quotienscumque contigerit, decanus et capitulum predicti et alie persone ecclesiastice huiusmodi figuram seu representacionem ostendentes et in huiusmodi ostensione presentes, quandiu ostensio ipsa durabit, capis, superpelliciis, albis, pluvailibus vel aliis quibuslibet indumentis seu paramentis nullatenus propterea induantur, nec alias solemnitates faciant, que fieri solent in reliquiis ostendendis; quodque preterea torticia, facule seu candele minime accendantur, nec luminaria quecumque ibidem adhibeantur; quodque ostendens dictam figuram, dum maior ibidem convenerit populi multitudo, publice populo predicet et dicat alta et intelligibili voce, omni fraude cessante, quod figura seu representacio predicta non est verum sudarium Domini nostri Jhesu Christi, sed quedam pictura seu tabula facta in figuram seu representacionem sudarii quod fore dicitur eiusdem Domini nostri Jhesu Christi». (Clementis VII Pontifex Maximus – Avignon, 6 Ianuarius 1390)

Incipit. Indubbiamente, ogniqualvolta si abbia a che fare con le “cose di Religione”, i credenti non possono far altro che riporre la propria Ragione e porgere orecchio alle parole altrui, siano esse quelle della Bibbia e dei Vangeli Canonici, o siano esse quelle declamate in Chiesa ogni Domenica, dalla “Voce di Cristo” di turno.

Ciò, confidando ovviamente che la propria Fede sia ripagata dalla Verità e che, parimenti, la Verità sia quella “vera” in senso assoluto.

Per quanto arduo, in tempi di Relativismo dominante, dove tutto finisce per assumere l’insipido sapore di un discutibile punto di vista, la Virtù dell’individuo sta proprio nella ricerca della Verità oltre la Fede, non tanto per confutare le Scritture e la Catechesi, quanto per dare risposta alle proprie domande interiori, nella speranza di colmare il senso di vuoto e di solitudine trasmesso dalla Vita in generale e da questo folle mondo in particolare.

“I want to believe”. Insomma, la Virtù è un “dogma” che non sta nel cieco laicismo sbandierato come retaggio dell’Illuminismo, né nella sorda accettazione di tutti gli insegnamenti “piovuti dal Cielo” mediante l’umano verbo, ma nella curiosità di trovare il modo e la maniera per congiungere due assiomi (Verità e Fede, per l’appunto, ndr), apparentemente inconciliabili.

La Storia racconta che la Dottrina Cattolica sia stata “costruita”, Concilio dopo Concilio, Bolla (Papale, ndr) dopo Bolla, Enciclica dopo Enciclica e ovviamente, Papa dopo Papa… Come dire: porta il marchio “made in Vaticano”, a prescindere da tutto ciò che, “forse sì o forse no”, fu detto e fatto in principio. 

E’ forse per questo che la massima difficoltà stia proprio nella “scissione” tra Verità delle origini e Verità decisa dall’uomo (per interesse, per auto-referenzialità, per saziare la sete di fama e la fame di gloria, o, addirittura, per ripicca, ndr) e pertanto, di per sé fallibile. Ed è proprio per questo che, ai nostri occhi, oggi, dopo secoli di autoritarie storpiature Istituzionalizzate, parlare di Fede e Verità, è un po’ come immaginare Don Chisciotte lanciarsi al galoppo contro i mulini a vento.

La liceità del dubbio. Un “caso di scuola”, giustificato dalla nostra premessa, è quello della Sindone. Il dibattito sul suo essere Sacra (avendo per taluni avvolto il corpo di Gesù, come sudario, dopo la sua crocifissione, ndr) si riaccende ogni volta che se ne annunci un’ostensione.

Per quanto la Scienza abbia già dato il proprio responso mediante la prova del Carbonio 14, determinandone una data di “produzione” posteriore all’anno 1000 d.C. e nonostante la contrapposizione apparentemente ideologizzata di alcuni studiosi, ostinatamente schierati in difesa della sua originalità, non è sulla Scienza che vogliamo porre le basi del nostro “castello di dubbi”, bensì, molto semplicemente, sulla Storia. 

Somma Eresia. E proprio facendo perno sulla Storia, una cosa dovrebbe essere ribadita, ovvero che la Sindone non rappresenti il volto del Messia. 

La Sindone: "sacro lenzuolo" o plurisecolare fandonia diffusa ad uso e consumo dei Cattolici? Mistero della Fede...

La Sindone: “sacro lenzuolo” o plurisecolare fandonia diffusa ad uso e consumo dei Cattolici? Mistero della Fede…

In effetti, vi è almeno un atto ufficiale della Chiesa in grado di supportare l’ipotesi che il “divino lenzuolo” sia soltanto una delle tante mistificazioni religiose giunte sino a noi, da un’epoca, quella Medioevale, in cui tra vendita delle indulgenze, trafugazione delle reliquie e Concili Ecumenici “ad personam”, il Potere Spirituale soverchiava impunemente le anime in pena.

Mistificazioni che, è bene ricordarlo, furono parte delle ragioni che, poco più di un secolo dopo, condussero alla Riforma Protestante patrocinata da Lutero.

Partendo dall’estratto in Latino con cui abbiamo scelto di aprire questa nostra riflessione, è d’obbligo rammentare che Papa Clemente VII, il 6 Gennaio 1390, dichiarò la “non autenticità” del telo, emanando una Bolla che imponeva di dire ad alta e chiara voce, durante ogni ostensione, che la Sindone non fosse il vero sudario di Gesù, ma una figura o una sua rappresentazione.

Per completezza informativa, va ricordato che tale Pontefice fosse in realtà un Anti-Papa (il Clemente VII “ufficiale”, ossia Giulio de’ Medici, diventerà Primate di Cristo solo nel 1523) e che Roberto da Ginevra (questo il suo vero nome) assurse al Soglio di Pietro, nel 1378, essenzialmente col solo favore dei Cardinali Francesi. Ciò, in contrapposizione ad Urbano VI (nato Bartolomeo Prignano) consacrato Papa alla morte di Gregorio XI, dagli altri Elettori Cardinalizi.

Ora, sebbene la classifica di Papi ed Anti-Papi sia quanto mai opinabile e incerta e nonostante che per il Diritto Canonico la Bolla di un Anti-Papa non abbia un gran valore giuridico, cotanta contestazione di autenticità non può essere sottaciuta.

La Pietà di Michelangelo, la massima espressione della Fede dell'Artista... Nelle proprie capacità di dar forma a una Verità "possibile".

La Pietà di Michelangelo, la massima espressione della Fede dell’Artista… Nelle proprie capacità di dar forma a una Verità “possibile”.

Una soluzione dignitosa. A nostro avviso, per tirar via quel velo d’illusione che adombra la Fede e propone una Verità di comodo (se non del tutto artificiosa, ndr), sarebbe utile, financo necessario, che prima, durante e dopo ogni sua esposizione, si tornasse a leggere, con voce ferma, chiara e decisa, quanto imposto nel ‘300.

Taluni, probabilmente, vedranno in tale proposta una scelta azzardata, o una vera e propria rivoluzione. Tuttavia, per quanto attenga alla nostra visione di Cristiani dubbiosi, è assai più deprecabile che a Roma, “al di là del Tevere”, si preferisca continuare ad abusare della Fede di milioni di persone – persi dietro ai mille rivoli della moderna “dannazione terrena” – scegliendo di rimanere nel vago, piuttosto che svelare definitivamente, un potenziale falso storico e teologico, che non fa altro che rinvigorire arcaici istinti iconoclasti.

Una scelta ardua. Le Sacre Scritture dicono: “la Verità vi renderà liberi”! Sarà poi vero? Alle Alte Gerarchie Ecclesiastiche l’ardua sentenza…

D.V.

Ci auguriamo che il vento del cambiamento che ha preso a spirare nei “mummificati” Palazzi Vaticani, grazie a Francesco (un “Papa del popolo”, prima ancora che un Papa popolare, ndr), possa essere d’aiuto a ristabilire “ciò che deve essere”.