Sono consapevole come Voi che prima o poi, si finisca tutti a far da terra per i fiori. Non riesco però ad accettare che, a parte il libero arbitrio di ciascuno, si possa accelerare il proprio trapasso a “miglior vita”, a causa delle azioni altrui.
Bella scoperta? Beh, il facile sarcasmo all’apparenza potrebbe nascere spontaneo, ma se per esempio consideraste il caso della “Legge anti-fumo”, voluta dall’ex Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, probabilmente Vi ricredereste.
Ritenevo che la severità di quella norma, che tuttora vieta di “annebbiare” i locali pubblici, fosse un tentativo riuscito di garantire la salute del cittadino dai polmoni “virtuosi”. Tanto ero sicuro, che mi sbagliavo! Sempre più spesso mi capita infatti, di trascorrere una serata in discoteche e piano-bar dove, più o meno palesemente, si sia tornati a fumare senza che alcuno intervenga.
Considerate che, secondo l’indagine appena pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel nostro Paese destabilizzato dalla crisi economica, il consumo di tabacco sia tornato a crescere dopo anni di leggera ma costante diminuzione, il contrabbando abbia ripreso piede, l’età media della prima “bionda” sia calata, gli “ex” ci ricaschino più facilmente e che tutte le patologie croniche siano sempre lì ad aspettare, in silenzio…
Soluzioni all’orizzonte? Chiaramente, in tempi in cui intrepide ronde private sono minacciate e più o meno giustificate, è arduo chiedere uno sforzo maggiore alle forze dell’ordine che, già carenti di mezzi e di organico, sono giustamente impegnate in compiti di più alto valore. Fatto sta, che la tutela della gente stia venendo meno.
In definitiva, penso che il misterioso affossamento della Legge, pur ridimensionando le ansie di consumatori incalliti, rivenditori, gestori di locali e delle casse ministeriali, abbia dimostrato, per l’ennesima volta, come in Italia “pestare troppi calli” faccia davvero male alla salute.
D.V.