“La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi”. Bruce Chatwin
In un tempo ormai lontano, capitava che perdendosi tra il “bla, bla, bla” della pubblicità, uno slogan particolarmente azzeccato si unisse inscindibilmente alle nostre cellule cerebrali, per lì rimanere in eterno.
Un esempio? Beh, in passato i bollini, ed in particolare quelli blu, li associavamo alle banane, o al massimo ai punti carburante del Petroliere di turno…
Poi, di colpo, vennero il bollino verde ed il bollino rosso. Era cominciata l’era delle “vacanze intelligenti”, dei consigli agli automobilisti-vacanzieri, dei collegamenti televisivi con i Gestori Autostradali, con l’ACI, ecc…
Ultimo nato in quell’ambito familiare, il famigerato e semi-sconosciuto bollino nero. Una sorta di ultimatum all’automobilista, che di fatto invita a lasciare l’auto in garage e a non partire per l’agognata meta turistica, rinviando l’inizio del viaggio e posticipando il tempo della meritata, prenotata, strapagata siesta. Troppo comodo!
Logica vorrebbe, che il cittadino-contribuente potesse contare su di un Sistema Viario all’avanguardia e funzionale, visto il salasso impositivo che costantemente subisce; visto che ad ogni appuntamento con la Legge Finanziaria si proclami ai quattro venti, lo sblocco di milioni e milioni di Euro da impiegare per il miglioramento delle vie di comunicazione e visto che quando faccia comodo, ci si ricordi che l’Italia sia stato il primo Paese a dotarsi di un’Autostrada… Che bello!
Eh si, logica vorrebbe… Ma in un Paese in cui la politica vincente è quella dell’Annuncio in Pompa Magna, dell’avvio di questo o quel cantiere, del completamento o dell’inaugurazione affrettata di un’opera a favore di telecamera – con tanto di taglio di nastro Tricolore – a prescindere dalla concretezza delle affermazioni fatte, ciò non è.
Chi se ne importa se poi la famigliola felice finisca per sorbirsi la sofferenza di file interminabili ai caselli, faccia lo slalom tra cantieri aperti, resti vittima d’incidenti e oda l’annuncio dell’immane ingorgo, solo quando vi sia già nel mezzo…
La cronaca è un’ottima insegnante al riguardo.
Avete presente il Passante di Mestre? Senza parole! Un imbuto che ingoia auto e sputa polemiche. Bel risultato. Ma tanto è colpa dell’A4 e delle sue “sole” due corsie di marcia… Annotiamo sul taccuino: “Allargare l’A4“!
Se “il buongiorno si vede dal mattino”, cosa ci si deve aspettare dall’Inferno dell’A3 che continua a “godersi” il denaro del contribuente – e a rabbuiare i pensieri di chi incautamente vi si addentri – senza che se ne possa definire la data di ultimazione? Si parla del 2013, Voi ci credete? Annotiamo sul taccuino: “Nuovi fondi per l’A3“!
Si progetta il Ponte sullo Stretto di Messina, senza che un’infrastruttura viaria d’interconnessione sia realmente disponibile. Visto che se ne sentono di tutti i colori, mi meraviglio che qualche Politico “illuminato” non abbia proposto di “spianare” Sila ed Aspromonte, per colmare il mare ed azzerare in un sol colpo sia la distanza, sia i tempi dei lavori. Annotiamo sul taccuino: “Proporre di cementare lo Stretto”!
Per non parlare di altre grane storiche come: Variante di Valico, Pedemontana, Brebemi, ecc. ecc….
Insomma, l’importante è che si vendano nuove auto e che si consumino carburanti, che si facciano progetti, che si costruiscano viadotti, che si scavino tunnel… Un’enorme e grigia “gettata” di Calcestruzzo. Se poi ci si dimostri incapaci di gestire il Sistema e se il Belpaese si trasformi in un enorme parcheggio, chi se ne importa! Bella politica, non c’è che dire…
“L’Italia non sarà mai un grande Paese, è troppo lungo”! Affermava un noto personaggio storico. E pensare che si muoveva a cavallo…
D.V.