“Per il mercante anche l’onestà è una speculazione”. Charles Baudelaire
Archiviati gli ottimi Mondiali di nuoto svoltisi a Roma, in un clima di festa e cordialità, quello che resta sono gli emozionanti successi delle Azzurre – su tutte Federica Pellegrini ed Alessia Filippi – e soprattutto la sfilza di record del mondo realizzati dagli atleti.
Uno dopo l’altro, alla fine della Manifestazione se ne sono contati ben 43!
E’ indubitabile che sbriciolare una barriera temporale – battendo il cronometro di un centesimo, di un decimo e addirittura di uno o più secondi – sia un gran colpo per un nuotatore e per la sua carriera, così come lo è il fatto, che l’effetto costume abbia avuto un peso determinante sui risultati finali.
Com’è noto, in questi ultimi anni si sono messi da parte “slip” ed “olimpionico” – che per decenni hanno abbigliato nuotatori e nuotatrici rispettivamente – e si sono adottate delle vere e proprie mute che hanno reso le gare, una sorta di Diving.
In una guerra tecnologica tra produttori, basata su studi d’Idrodinamica e di Biologia marina (sulla pelle degli squali in particolare), ci si è ritrovati a discutere di questo o quel materiale e di quale equipaggiamento rendesse più o meno veloci, o migliorasse maggiormente il galleggiamento, che quasi ci si è scordati dell’evento sportivo.
Si è assistito ad una sorta di Doping Tecnico che ha ingiustamente livellato il valore degli sportivi e che alla fine ha dimostrato solo una cosa, ossia il potere dell’Industria del settore e quello del mercato pubblicitario.
Visti i prezzi di mercato spropositati, che ci si sente chiedere qualora si voglia imitare i propri idoli e considerato che Ricerca e Sviluppo siano un costo certamente non indifferente per le Aziende, è però probabile che si sia investito nella direzione sbagliata.
Nel nuoto non servono “pinne e boccaglio”, bastano degli occhialini ed un semplice costume che copra il necessario. Nient’altro! Quello che fa la differenza, anzi ciò che è indispensabile, è la forza e l’impegno che ogni atleta “mette di suo”, per prevalere sugli avversari. La sua volontà di primeggiare tra le corsie. Il resto è fiato sprecato.
Insomma, non è detto che la Tecnologia produca sempre dei risultati ottimali. Ne sanno qualcosa nella Major League di Baseball U.S.A. che da tempo ha vietato l’uso di mazze metalliche, imponendo il ritorno a quelle di legno, o i Ciclisti che non si buttano più in una “fuga vecchio stile”, da quando le “radioline” ne guidano gli scatti in base alle decisioni del proprio Team, per la somma felicità degli spettatori…
Per fortuna, anche grazie alle proteste dei diretti interessati, sembra che la Federazione Internazionale del Nuoto sia pronta ad un drastico “taglio delle mute”, ed a ritornare all’antico. Se ne riparlerà all’inizio del 2010. Speriamo che si tenga conto, pure della “mostruosità” di certi riscontri cronometrici e che si azzerino tutti quegli assurdi primati mondiali.
E’ davvero il caso di dire: “FINA, finalmente”!
D.V.