"Adorazione del bambino" (Gherardo Delle Notti)

“Adorazione del bambino” (Gherardo Delle Notti)

“Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa”! (Charles Dickens)

Premessa. Crediamo fermamente nell’importanza della Storia e delle Tradizioni, nel determinare l’essenza stessa di un popolo e rigettiamo sul nascere la volontà, o meglio l’utopia di taluni, che vorrebbero a tutti i costi un mondo uniformato e appiattito, secondo i canoni di una Globalizzazione scriteriata. Detto ciò, non rinunciamo certo al valore della Solidarietà e della collaborazione tra Nazioni, in regime di pragmatica Reciprocità.

E’ per questo che, come sempre più spesso accade allorché si avvicini il 25 Dicembre, quando sentiamo montare l’artificiosa polemica sul Presepe, un senso d’inquietudine ci pervade…

E prima ancora di rinfocolare le polemiche circa l’ennesima, presunta/probabile/possibile, strumentalizzazione della Politica (che per taluni potrebbe apparire spinta da Populismo e Demagogia pre-elettorali, ndr), nelle questioni che tocchino direttamente la Comunità, siamo del parere che debbano essere proprio quella Storia e quelle Tradizioni a prevalere.

Insomma, è la nostra coscienza che ci mette in guardia e ci chiede di prendere posizione. Che poi il ruggente Segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, abbia scelto di fare a suo modo le barricate, affinché in una scuola di Bergamo, il Preside tornasse sulla sua decisione d’impedire che si proseguisse nell’insegnamento Francescano di comporre la Sacra Famiglia, in segno di festa e devozione, è un altro paio di maniche…

Ergo, in questo caso, al di là del nostro essere Laici, Atei o Credenti, non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo vederla diversamente da chi chieda umilmente di rappresentare in “casa propria” (l’Italia, ndr), la Natività.

Non è questione di credo, né di Religione, bensì di rispetto che lo straniero deve all’autoctono, prima ancora di esigere il viceversa, oltreché un segno di reale capacità d’Integrazione degli “integrandi”. Con la scusa di non offendere la sensibilità altrui innanzi alla rappresentazione della Natività e della Croce, si dà il la al crollo della nostra Società e si rinuncia al nostro Futuro.

La questione, ben inteso, va molto al di là delle infinite discussioni circa la veridicità del costrutto ruotante attorno al Cristianesimo, in quanto risultato di decisioni prese da uomini, per gli uomini, attraverso questo o quel Concilio Ecumenico. Come dire: anche a voler assumere che la Chiesa di Cristo sia un “falso storico”, fondato su un Potere “istituzionalizzato” (il Vaticano, ndr) discutibile e criticabile sotto innumerevoli punti di vista, non accettiamo che lo si sostituisca con un altro, oltretutto assai più estremo e potenzialmente estremista, in segno di “buonismo” e riconciliazione, o peggio, a mo’ di richiesta di perdono per le colpe dei nostri “padri medioevali”, i Crociati… Duemila anni di speranza e preghiere non si cancellano per ripicca o partito preso.

Anche coloro che professino la più profonda Laicità dello Stato e delle Istituzioni e che, come noi, siano sempre pronti a “metter mano” alla Costituzione e alle sue prescrizioni, dovrebbero cogliere il senso di certe insane posizioni, poiché la loro possibilità di controbattere e di porsi fuori dai canoni costituiti, è concessa dalla professione di Fede, più o meno severa, verso questo o quel Dio, prima ancora che dalle prescrizioni di questa o di quella Legge.

Non ci attarderemo a rammentare alle “orecchie sorde” cosa accada ancora oggi, laddove un tempo sorgevano i Buddha di Bamiyan, né punteremo il dito verso la guerra totale (il Jihad, ndr) scatenata dall’ISIS/ISIL contro gli “infedeli” e la sua promessa/minaccia di “prendere” Roma, né tantomeno ricorderemo loro il noto adagio che così recita: “Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”…

Tuttavia, l’idea stessa che laddove il Corano oscuri e soppianti la Bibbia, il dissenso sia una bestemmia punita con la Sharia e l’impudenza di pensarla diversamente voglia dire essere condannati a morte per Apostasia, dovrebbe spingerle ad affermare: “è Natale. Per fortuna. E così sia”…

D.V.

P.S.: dedicato al mio amico Natale.