Un foglio di carta e una penna stilografica e qualcosa da dire… Per quanto ci riguardi, ecco cos'è la scrittura.

Un foglio di carta, una penna stilografica e qualcosa da dire… Per quanto ci riguardi, ecco cos’è la scrittura.

“Se i ritratti dei nostri amici assenti ci sono graditi, perché rinnovano il ricordo e alleviano la nostalgia con un falso ed effimero conforto, tanto più ci è gradita una lettera, che porta le vere tracce, i veri segni dell’amico assente”. (Lucio Anneo Seneca)

Inicipit.

E’ indubbio. Nonostante ci si trovi in piena Era Digitale, capita, talvolta, che per diletto o per lavoro, un cittadino come tanti “torni all’Analogico”, prendendo in mano carta e penna e si attardi a scrivere una missiva, anziché cedere all’ormai consolidata “politica dell’e-mail”. 

Ciò, con la speranza neanche troppo nascosta che il “Sistema” funzioni e che una volta affrancata e imbucata, essa giunga a destinazione, consegnata nelle mani del ricevente designato. Facendo comunque gli scongiuri di non dover vivere sulla propria pelle l’infelice esperienza, spesso raccontata dalla cronaca, di vedere il proprio scritto e le proprie riflessioni (sia che si tratti di un semplice saluto, sia che si tratti di un importante documento firmato in calce, ndr) dispersi in un sacco abbandonato in qualche improvvisata discarica, da un postino svogliato e malandrino

Già, perché, guardando quantomeno all’Italia, il dubbio che i Servizi Postali tradizionali funzionino davvero è comprensibile e ci sta tutto.

Tanto per cominciare, basta avere la sfortuna di entrare in un qualunque Ufficio di Poste Italiane per trovarsi catapultati in una sorta di emporio, a metà tra una cartolibreria con annessa edicola e una società d’investimento alquanto raccapezzata, con tanto di file chilometriche, “perditempo agevola-fila” e mature donzelle snervanti dietro al bancone, nel quale l’antico “core business” di collegamento tra mittente e destinatario, rappresenta oramai un obsoleto ed anti-economico residuo del passato.

Che volete? Chiamatele pure: “le amare conseguenze della politica gestionale impressa da Corrado Passera, ai tempi in cui vestiva i panni dell’AD della Partecipata di Stato, osannato e omaggiato come suo prode salvatore”…

In aggiunta, è d’obbligo rammentare l’esosa, illogica, incomprensibile e indecorosa spesa di parecchie decine di milioni di Euro, benedetta da Francesco Caio (attualmente alla guida dell’Azienda, ndr), sostenuta per l’ingresso nel capitale di Alitalia… Come avrebbe detto un noto politico ormai tramontato: “che c’azzecca”?

Il caso fortuito.

La Cassetta Postale: residuo di epoca perduta, che resta comunque caro agli ultimi puristi della scrittura, che, nell'era digitale, alla freddezza dell'e-mail preferiscono ancora, quando possibile, carta penna e francobollo.

La Cassetta Postale: residuo di un’epoca perduta, che resta comunque caro agli ultimi puristi della scrittura, che, nell’era digitale, alla freddezza dell’e-mail preferiscono ancora, quando possibile, carta, penna e francobollo. Peccato che il Servizio Postale talvolta non sia adeguato.

Or dunque dicevamo: in questo Paese “sbandato” capita che un cittadino operoso, come un bravo scolaro, porti con sé del lavoro a casa, specie di Venerdì e che in ragione dell’alea legata al passaggio della “Panda con la Banda Gialla” presso il suo Ufficio, abbia l’obbligata abitudine riempire un sacco con la posta in uscita, al fine di depositarla nella Cassetta Postale più vicina. Perché è noto: “chi fa da sé…”.

Ovviamente, per quanto si tratti di un numero sempre più esiguo di lettere, in un’epoca non a caso definita telematica, quel cittadino è conscio della loro importanza. Della stessa opinione, tuttavia, paiono non essere certi portalettere distratti, né, per responsabilità oggettiva, pare essere il loro datore di lavoro Statale…

Può succedere, infatti, che egli si trovi a passare davanti alla solita tabaccheria lungo la strada, che si fermi davanti allo “scatolone rosso”, che vi infili accuratamente delle buste affrancate, che con sommo orrore veda aprirsi di botto il suo fondo (chiuso con criminale approssimazione, ndr) e che si trovi a veder cadere in terra tutto il suo “prezioso contenuto”. Ovviamente, oltre a quello di sua pertinenza, anche quello di chissà quanti altri ignari cittadini…

Per quanto sconcertato, quel comprensivo cittadino, pensando ad un problema meccanico del meccanismo di chiusura, non si perde d’animo, raccoglie tutto e lo imbuca poco più avanti. Ovviamente, non senza aver imprecato verso l’altrui scandalosa disattenzione e senza essersi domandato, tra sé e sé, quale fosse l’articolo del Codice Penale che persegua i reati contro la corrispondenza (l’art. 616), riflettendo e cercando un’eventuale contestualizzazione all’infausto evento.

Ma si sa: chiuso un capitolo, “incollata la busta”, tutto passa e tutto si dimentica. Col tempo. Forse…

Diabolica perseveranza.

Infatti, dopo qualche settimana, il laborioso cittadino si trova a rivivere il fattaccio, pari pari, come in un “déjà vu” o una Candid Camera.

Come dire: imbuca le lettere; si apre il fondo; lettere in terra… Stavolta però, credendo ancora nelle Istituzioni, l’indomito cittadino non passa oltre, prende in mano il troppo abusato “smart phone” e ne fa un uso “illuminato”, componendo il numero dell’Autorità (nello specifico di quella per antonomasia, nella sua pregressa e mai rinnegata educazione di bambino: l’Arma dei Carabinieri, ndr).

Spiegata con cura la questione e rinverdita le precedente sventura, il cittadino riceve l’ambita rassicurazione: “investiremo della questione l’organo competente… La Polizia Postale sarà immediatamente informata, affinché siano appurate le responsabilità e adottati i provvedimenti del caso”. Come dire: “grazie della segnalazione, ci pensiamo noi”!

Fiero del suo contributo al ripristino della Legalità, il cittadino risale in auto e procede nello scorrere della propria vita. Sennonché…

Non c’è due senza tre!

E’ un Sabato mattina in cui si respira il sempre più fioco spirito del Natale, in conseguenza della Crisi. Il cittadino esce di buon mattino e da persona responsabile sa che la Festa sia ancora di là da venire e che le incombenze del Lavoro non si siano ancora esaurite. Prende le solite buste con su recanti francobolli da Euro 0,70, da 0,85, più vari ed eventuali (che fanno la gioia del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sempre in cerca di denari, ndr) e si avvia verso la solita cassetta, perché ovviamente, l’ipotesi che possa capitargli di nuovo quanto accaduto tempo addietro, neppure lo sfiora…

Invece, come per magia, nel momento topico: imbuca le lettere; si apre il fondo; lettere in terra…

Cieco di fervente inquietudine, resta basito, mentre si china a raccogliere le proprie lettere e quella di qualche altro povero Cristo alla cui insaputa si è consumata la “tragedia”…

E proprio mentre sta per inveire contro l’intera, incolpevole “Volta Celeste”, si ricorda che è prossimo al dì di Festa per antonomasia e si limita ad un sorriso amaro, rinfocolato dalle parole di conforto della tabaccaia a fianco, che mentre tenta di aiutarlo a chiudere la cassetta, sbadatamente esclama: “Toh! E’ capitato ancora. Lo fa spesso”…

Lo fa spesso!? Ma come? Il cittadino la guarda negli occhi e con voce ferma e decisa risponde: “Beh, stavolta qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Questa vicenda si ripete con una frequenza scandalosa… E’ una cosa inconcepibile e gravissima. Da Codice Penale”!

Il finale grottesco.

Preso di nuovo in mano il fido telefono cellulare, proprio mentre sta per comporre il 112, il prode cittadino rammenta che nel suo animo, oltre ad “Risorgimentale scrittore carta e penna”, alberga anche “Machiavellico blogger del Terzo Millennio” e che magari, chiamando il 113 possano invece indirizzarlo direttamente alla Polizia Postale, evitando sul nascere le lungaggini e i dispersivi meandri della Burocrazia.

Ergo, come per magia, chiamata la Questura di… (della sua città… Una come tante, ndr), lo stremato cittadino trova finalmente la giusta controparte, che, con vivo “interesse Pre-Natalizio”, comprensione,  disponibilità e professionalità, gli promette: “grazie della segnalazione, ci pensiamo noi”!

E al cittadino ormai stordito e rassegnato, non resta altro da fare, se non rispondere: “Ci pensate Voi? Sì. Auguri”…

D.V.

P.S. …Mentre nella sua testa coscienziosa (e soprattutto cosciente di che razza sia il Paese in cui gli tocchi “sopravvivere”, ndr) rimbomba e risuona un pensiero del tipo: “Non c’è proprio Giustizia. Ricomincia daccapo lo Storia, ma non mi cruccio. Tanto ormai ho il numero in memoria”...