Iran_Nord-Coree

 

Due pesi e due misure, o meglio, il bastone e la carota…

Sarebbero numerose le metafore utili per descrivere in che maniera scialba ed incongruente, la diplomazia internazionale si muova nel tentativo poco convinto ed affatto fruttuoso, di trovare la giusta soluzione alle tante problematiche politiche, che si osservano in varie aree del mondo.

L’esempio che a mio parere vale per ogni altro, è l’azione volta a contrastare il pericolo nucleare proveniente dal famigerato “asse del male”. Vale a dire contro quell’accozzaglia di Nazioni, contro cui l’ex-presidente Statunitense George W. Bush decise d’intraprendere una lotta fatta di sanzioni economiche e di ritorsioni militari più o meno minacciate ed attuate.

Dopo l’avvenuta “redenzione” dell’Iraq, come in un ring pugilistico sono rimaste in piedi, all’angolo “rosso” la Repubblica Popolare di Corea – comunemente detta Corea del Nord – ultimo baluardo di un comunismo duro, puro e dittatoriale, alla cui guida siede l’anziano leader Kim Jong-Il. All’angolo “verde” la Repubblica Islamica dell’Iran, ossia un regime rigidamente teocratico, controllato dalla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei e dal suo “pupillo”, il Presidente Mahmud Ahmadinejad.

Tali realtà sono accomunate dalla volontà di dotarsi di un arsenale atomico, ma si distinguono perché mentre è probabile che la Corea già disponga di missili nucleari intercontinentali – e per tanto si diverta a testarne saltuariamente i vettori sul Mar del Giappone, per la somma felicità dei vicini – l’Iran non abbia ancora avuto modo di arrivare a tanto.

Da ciò consegue che le maggiori Potenze planetarie, facciano la voce grossa con i mediorentali – il cui Petrolio può senza dubbio far gola a molti – mentre tentennino di fronte alle provocazioni balistiche, ed alle pretese economiche avanzate sfacciatamente dai “gialli”, a sostegno della propria derelitta economia.

Oltretutto, mentre la Corea è da sempre “coccolata” dalla Cina – che essendo membro permanete del consiglio di Sicurezza dell’ONU, può porre il veto su decisioni di embargo o attacchi preventivi – l’Iran si ritrova da solo – se si eccettua una “protezione” di comodo della Russia impegnata a vendergli tecnologia ad hoc – di fronte alla frenesia Israeliana di chiudere la questione, attraverso un intervento aereo, del quale ha già predisposto i piani. Nel frattempo, gli U.S.A. si dividono tra parole di condanna, ed atti pratici che alla fine non scontentino troppo i Cinesi, i Russi, i Giapponesi, i Sud-Coreani e soprattutto gli amici Israeliani

Lo stallo diplomatico a cui si assiste è sbalorditivo. Paventata l’eventualità di una III guerra mondiale, provocata da questa o da quella “scintilla”, attualmente si preferisce aspettare che il destino faccia il suo corso. Ci si aspetta che i giovani Iraniani riescano con le proprie forze a rovesciare il loro Sistema politico interno e che Kim Jong-Il passi a miglior vita – causa Cancro al Pancreas – e lasci le redini del Governo al figlio prescelto Kim Jong-Un, che si spera sia più “illuminato” del dissennato genitore.

Insomma, anziché mandare gli artificieri sul campo, affinché disinneschino una bomba ad elevato rischio d’esplosione, si preferisce stare a guardare un bambino che ne prende a martellate la spoletta, per vedere che fine faccia…

Davvero una  bella lezione di Statismo all’occidentale, non c’è che dire!

D.V.