Forse non ve ne siete nemmeno accorti, alle prese con i problemi pratici del “tirare a campare” degli ultimi tempi, ma un nemico tanto subdolo ed invisibile, quanto pericoloso e mortalmente definitivo, ci accompagna da quasi 30 anni.
Senza voler scomodare virus HIV e farmaci antivirali, sto semplicemente parlando dell’AIDS, in quanto malattia.
Capisco che in tempi in cui i media preferiscano cantar le storie di regnanti, ballerine e buffoni di corte, tale tema non sia appetibile, però sono certo che tanti come me, si domandino perché le campagne di prevenzione siano praticamente e stupidamente pari a zero.
Insomma, escludendo l’annuale sfilata di Sharon Stone sulla passerella di Cannes, per la raccolta fondi a favore dell’AMFAR e la giornata mondiale che l’ONU organizza il 1° Dicembre di ogni anno – e di cui ci si scorda già prima che passi – restano solo i rari reportage circa le benemerite ricerche della dott.ssa Barbara Ensoli, che opera presso l’ISS e che guida la fase II della sperimentazione, del futuro vaccino HIV-1 TAT.
Mi sembra che gli studi e le statistiche sui nuovi casi passino sotto silenzio, mentre non vedo iniziative “rumorose” per ricordare alla gente i rischi possibili – siano esse conferenza scolastiche, o manifesti sui muri delle città – e non odo martellanti inviti all’uso del preservativo, che ogni buon Politico dovrebbe attuare, se avesse a cuore il bene e la salute dei propri concittadini.
Forse l’aver “cronicizzato” la sieropositività viene visto come una vittoria, da parte della medicina; forse il ricordo di personaggi ammalatisi nella loro vita, come Hudson, Johnson, Mercury e Nureyev, non è più un esempio per riflettere; forse le gerarchie ecclesiastiche dovrebbero finalmente fare quel passo in avanti (anziché indietro, come spesso preferiscono) e parlar chiaro al mondo dei fedeli.
Comunque sia: “occhio, di AIDS si muore ancora”!
D.V.