“Le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono”. Karl Kraus
Perché ci troviamo in Afghanistan e per quale oscuro motivo siamo in guerra? Dopo il tragico evento che ha colpito i nostri Paracadutisti, anche il più distratto e disinteressato dei concittadini sarà certamente tornato sulla questione…
New York, 11 Settembre 2001. Prima si schianta un aereo, poi un altro, ed il World Trade Center è già un ricordo relegato nei libri di scuola. Nella memoria planetaria, quella data resterà impressa come il giorno in cui si aprì una porta sugli Inferi, ed in cui il mondo si accorse di essere “sotto attacco”. Già, ma da parte di chi?
Rammentando solo le dichiarazioni ufficiali, artefice del “cinematografico” attentato fu l’organizzazione terroristica Al-Qaeda, per decisione del proprio leader Osama Bin Laden, che secondo la CIA si nascondeva sugli impervi monti tra Afghanistan e Pakistan, grazie all’appoggio ed alla protezione garantitagli dal Governo Talebano asceso al potere a Kabul. Ma chi sono i Talebani?
Niente meno che un gruppo politico-religioso, indottrinato nelle Madrase di Peshawar e dintorni, che negli anni ’80 contribuì alla disfatta Sovietica, soprattutto grazie ai finanziamenti ed agli armamenti forniti dagli Stati Uniti del Presidente Reagan, in funzione anti-comunista.
Dopo l’attacco alle Twin Towers, alla ferma richiesta di Washington di ottenere Bin Laden vivo – ed al conseguente rifiuto del Regime Islamico – seguì una reazione bellica precipitosa e strategicamente improvvisata, (che di lì a poco avrebbe coinvolto prima l’ONU e poi la NATO). Era il 7 Ottobre 2001. Il successivo attacco all’Iraq di Saddam Hussein, reo di nascondere armi di distruzioni di massa, in base a prove artificiose ordinate da George W. Bush alla CIA, privò di risorse economiche, di mezzi e soprattutto di uomini, il conflitto Afghano, contribuendo a renderlo l’odierno pantano mortale.
A ben 8 anni di distanza, il re del terrore Bin Laden, il suo braccio destro Ayman al-Zawāhirī (nuovo leader designato di Al-Qaeda, in caso di morte di Osama), ed il capo indiscusso dei Talebani, il Moullah Mohammed Omar, che siano vivi o meno, sono comunque latitanti. Insomma l’obiettivo principale della guerra è stato fallito.
Prima che tale evidenza divenisse “indiscutibilmente vera”, si scelse però di “dirottare” l’attenzione della gente – anche grazie a media imboccati ad arte – sul nuovo fine della perdurante invasione di una Nazione “antipatica” ma Sovrana, ovvero: “dare la Democrazia alla popolazione locale”, (magari togliendo il burqa alle donne e dando degli aquiloni in mano ai bambini…). E venne il tempo delle missioni di Peacekeeping…
Probabile risultato? Un nuovo fallimento. O peggio, un nuovo Vietnam, ma stavolta su scala globale. L’opinione pubblica è stufa, gli eserciti pure, mentre ai politici – alle prese coi sondaggi elettorali – tremano le sedie. Insomma via da Kabul, come fu “Via da Saigon”.
Non dimentichiamo che si fronteggino due culture contrapposte e che la Democrazia sia un’illusione prettamente occidentale, che mai si accorderà con i dettami Coranici.
E poi, se fosse stato possibile esportarla con le bombe, magari si sarebbe potuto cominciare col colpire delle dittature arabe riconosciute, tipo quella Saudita, quella Kuwaitiana, quella Libica, o quella Iraniana.
Per lo meno ci avrebbero “regalato” il Petrolio, anziché polvere, pietrisco e piantagioni di Oppio. Ah, dimenticavo: l’Oppio. Verdi distese da “friggere” col Napalm, che invece vengono più o meno tollerate dalla Coalizione ISAF – e dal pluriennale Governo fantoccio di Hamid Karzai – in previsione di un auspicabile accordo con le bande tribali terroriste. Che importa se poi l’Eroina che ne derivi, giunga “fresca fresca” sui nostri mercati, come pesce appena pescato… Signore e Signori siamo giunti alla frutta!
Siamo partiti con l’intento di “Snidare e distruggere… I vigliacchi e gli infami…” e finisce che abbiamo giocato al massacro con la vita di tanti giovani militari e con quella delle rispettive famiglie.
E ancora una volta è stato dimostrato che il mondo funzioni per tre cose fondamentali: Armi, Petrolio, Droga. Scegliete Voi l’ordine di priorità.
Tutto il resto è una “chiacchiera da bar”.
D.V.