Il Palazzo del Quirinale: simbolo, suo malgrado, di un Potere sempre più lontano dai cittadini.

Il Palazzo del Quirinale: simbolo, suo malgrado, di un Potere sempre più lontano dai cittadini.

“Confermo la mia non disponibilità a candidarmi per un secondo mandato. Nessuno dei precedenti nove Presidenti della Repubblica è stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa. È bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, qual è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma Repubblicana del nostro Stato”. Carlo Azeglio Ciampi. (Note del Quirinale, 3 Maggio 2006).

20 Aprile 2013. Giorgio Napolitano ha ricevuto dal Parlamento  riunito in seduta comune, il secondo mandato al Quirinale. Nella “notte” della Repubblica, il “Putsch di Roma” è stato compiuto… La “Partitocrazia Istituzionalizzata” ha alzato il proprio “muro di Berlino” innanzi alle giuste pretese dei cittadini onesti e liberi.

Eccoci qua dunque, affranti e vilipesi, piegati e umiliati, a leccarci le ferite, dopo aver assistito ad una pagina tanto indecifrabile quanto vergognosa, della Storia contemporanea d’Italia.

Ma facciamo un passo indietro.

Mentre i traumi post-elettorali erano (e restano) ancora lì, dolenti e senza cure apparenti, fino a poche ore fa eravamo pronti conoscere il nome e il volto del nuovo Capo dello Stato. Ciò, dopo l’incomprensibile e discutibile Settennato di Giorgio Napolitano. Chiunque fosse salito al Colle, l’unica speranza era che il nuovo Presidente, una volta nominato, si sarebbe sentito, avrebbe ragionato e agito per davvero, come un cittadino tra tanti… “Uno di noi”, per dirla più semplicemente. “Giusto” avrebbe dovuto esserne il nome. “Onesto” sarebbe stato il suo cognome. “Verità”, infine, avrebbe dovuto essere il suo unico Credo.

Giorgio Napolitano, dodicesimo Presidente di quel che resta della Repubblica Italiana...
Giorgio Napolitano, dodicesimo Presidente di quel che resta della Repubblica Italiana…

Avevamo creduto e ci eravamo battuti, per quanto nelle nostre possibilità di persone qualunque, affinché fosse evitato il bis di un pessimo Presidente. Invece, primo caso in assoluto, è giunta la sua riconferma.

Non che non ne avessimo avuto il sentore. Dopo tutto, come sappiamo amaramente a nostre spese, tutto può essere nell’ambiente della “vil Politica”. Pur tuttavia, ci eravamo imposti di mantenere vivo il fuoco della speranza del rinnovamento…

Un travaso di Bile. Come se non fossero state sufficienti le “firme facili” apposte sul Lodo Alfano, sullo Scudo Fiscale e sulla Legge salva-ILVA. Come se non fosse bastata l’incomprensibile ed illegale “Grazia Diplomatica” concessa poco prima di uscire di scena, a Joseph L. Romano, Colonnello dell’USAF, coinvolto nel “Caso Abu Omar” e condannato dalla Giustizia Italiana…

Senza contare lo “scontro sulle intercettazioni” che lo ha visto duellare a distanza con la Procura di Palermo e senza scordare la presa in giro dei “dieci saggi”, inutili allo scopo ufficialmente demandato loro, ma utilissimi ad allungare ulteriormente i tempi dei sotterfugi dei Partiti e l’uscita di scena “soft” di un Presidente voglioso di farsi da parte e di lasciare “molto professionalmente”, tutte le gatte da pelare al suo successore… 

Insomma, tali e tanti casi che, rammentati uno ad uno, assieme ad innumerevoli altre “varie ed eventuali” che la concitazione del momento relega lontano dai nostri ricordi, ci portavano tranquillamente ad affermare: “ecco una ragione in più per contare le ore che ci separano dall’addio a Giorgio Napolitano”. Eravamo confidenti che il “futuro in divenire” avesse in serbo qualcuno di meglio (Piercamillo Davigo, Gustavo Zagrebelsky, o Stefano Rodotà, per esempio), invece… Invece, per risolvere l’artificioso “stallo” creatosi, ha vinto un presunto e presuntuoso sentimento di “Responsabilità”!

E ovviamente, in tutto ciò ha vinto anche (e nuovamente) Silvio Berlusconi… Colui che, politicamente parlando, muore, muore, ma non muore mai e che anzi, continua a destabilizzare con la sua presenza, tanto il presente, quanto il futuro prossimo della Nazione. Uno cui è consentito sproloquiare a piacimento di “Colpi di Stato”, al contrario del “populista e demagogo Beppe Grillo“, senza che alcuno abbia nulla di ridire. Uno che fino a qualche mese fa, pareva destinato a sparire assieme alla sua creatura, il PDL e che invece, al contrario, piagnucolando per l’ottenimento di un Presidente “Condiviso”, ha visto sparire sotto ai colpi della propria inconcludenza, i principali (presunti) avversari: Pier Luigi Bersani e il PD. 

Un “Partito Dilaniato”. Già, il PD… Una Formazione politica implosa sotto il suo stesso peso, mai veramente nata, o per meglio dire, abortita ben prima della sua nascita forzata, folle e forsennata. Un’accozzaglia di punti di vista e di sentimenti dissonanti, che alla fine ha fatto il botto.

E pensare che dopo Franco Marini e Romano Prodi, caduti entrambi nella corsa verso il Colle, al cospetto dei primi violenti “scricchiolii” di quella che fino a ieri rappresentava la “prima forza politica Italiana”, ci pareva quantomai assurdo che il Cambiamento tanto invocato da Bersani, potesse cominciare con il suo “auto-annichilimento per pignoleria”… Come chiamereste d’altronde, la cocciuta indisponibilità a votare Stefano Rodotà – proposta ottima, offertagli dal Movimento Cinque Stelle su un piatto d’argento – e la preferenza ad accordarsi con il Caimano di Arcore, soltanto per pregresse “ripicche di Governo” con i pretenziosi Grillini?

Morto il Piano A e sepolto il Piano B, lo “smacchiatore di giaguari” ha insomma preferito rilanciare, proponendo addirittura un Piano C, a dispetto di quanto gli chiedessero il suo elettorato, i “contro-Berlusconiani” d’Italia e la maggioranza dei cittadini, ovvero tutti coloro che avevano e che continuano ad avere nel cuore e nella mente, il bene e il futuro del proprio Paese.

Un Piano che oltre alla conferma di Napolitano, ha condotto alle sue dimissioni dalla Segreteria. Una vera follia. Specie in considerazione del fatto che le dimissioni si rassegnino (e non si annuncino a data da destinarsi) soltanto quando tutto appaia perduto, mentre nel caso di Bersani, la via d’uscita e la rinascita avevano il nome di un Costituzionalista di fama e per di più di Sinistra… In alternativa, pur evitando di dare un’indicazione “illuminata”, chiara e limpida, sul nuovo Capo dello Stato, prima di “far fagotto” avrebbe potuto lasciare  “libertà di coscienza” ai Grandi Elettori del “fu” Partito Democratico… Il suo personale disastro politico sarebbe meno epico e altisonante, mentre il popolo avrebbe avuto la certezza che con uno “spirito nuovo” insediato sul “Colle più Alto”, se non la III Repubblica, sarebbe nata quantomeno l’Italia 2.0.

Ora, per quanto ci riguardi, la rielezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica, figlia della nauseante alleanza tra il PD, PDL, Lega Nord e Scelta Civica e volta ad impedire la tanto attesa rinascita politico-istituzionale del Paese, ha l’amaro sapore di un “golpe sostanziale” architettato alle spalle della volontà popolare. La sua designazione, in effetti, per quanto sia stata formalmente rispettosa della Sacra Carta, dimostra in modo tanto chiaro, quanto viscido, come la “Democrazia di Fango” che affoga da decenni l’Italia, sia riuscita nell’intento di dare il colpo di grazia ad ogni auspicio di “cambiamento dal basso”. 

E già si architetta il nuovo “Governo di larghe intese 2 – La vendetta” – meglio noto come “inciucio all’Italiana” – che darà un senso di eternità alla “sospensione della Democrazia” ormai di casa, a Roma, nei Palazzi del Potere. A pagare dazio per prima, sarà quasi certamente la Magistratura, per ovvie ragioni d’interesse di Casta. Per l’Economia, il Lavoro e la “tenuta sociale”, state pur certi, continuerà il solito balletto di cifre e la solita “ondata di balle”.

Crediamo siano proprio queste la ragioni principali che ci fanno rammentare una celebre citazione di Ernesto Rafael “Che” Guevara De la Serna, che così recita: “Davanti a tutti i pericoli, davanti a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi, davanti a tutti i seminatori di discordia, davanti a tutti i Poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, ancora una volta, la capacità del Popolo di costruire la sua Storia”. Parole illuminanti, anzichenò!

Siamo davvero certi che i “Poteri Forti” non esistano? Mentre lo smarrimento dei cittadini cresce assieme all’angoscia di quel che avrebbe potuto essere e non sarà, giungono come cavallette su un campo di grano vergine, le congratulazioni da Oltre-Confine. Tra le prime, quelle di Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, di Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo, di Christine Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale e ovviamente, quelle del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (per il quale la riconferma di Napolitano garantisce che Roma e Washington andranno avanti insieme nell’affrontare le sfide dei nostri tempi…). E siamo certi che tra le tante, siano pervenute anche le felicitazioni della Lockheed Martin (perché dopo tutto e nostro malgrado, il Garante della Costituzione resta anche il Garante degli accordi, degli interessi e delle commesse consolidate…).

Lo sguardo indiscreto (e continuo) sui nostri Affari Interni, proveniente da Oltre-oceano. Riguardo ai rallegramenti giunti dall’America, ecco cosa affermava l’Amministrazione Obama, pochi giorni prima del recente appuntamento elettorale Italiano: “gli Usa non parteggiano o appoggiano alcun Partito Politico, nelle elezioni di altri Paesi. Alle elezioni Italiane tocca al popolo Italiano decidere”. (Ms. Caitlin Hayden, Portavoce della Casa Bianca). Che dire? Vorremmo rammentare alla gentile Signora Hayden, nonché al suo “capo-ufficio” Barack Obama, tutte le volte in cui gli Stati Uniti abbiano “influenzato” i risultati elettorali di altre Nazioni. Così su due piedi, potremmo ricordarle: Nicaragua; Cuba; Panama; Guatemala; Honduras; Cile; Colombia; ecc. ecc. Ma probabilmente ci sentiremmo rispondere: “casi legati a ragioni di Sicurezza Nazionale. L’Italia è uno Stato Alleato e non un Paese Centro o Sud-Americano, nel pieno del fermento rivoluzionario degli Anni ’70”. Potremmo allora rammentarle: Iran; Afghanistan; Iraq; Arabia Saudita; Kuwait; Yemen; ecc. ecc. Ma di certo ci sentiremmo dire: “questioni di stabilizzazione dell’Area Medio-Orientale. Dopo tutto, il Petrolio è un bene comune, che serve a tutti. Voi compresi…”. Potremmo allora concludere, tirando fuori dal cilindro la parola magica: “Vietnam”. Ma non dubitiamo che la risposta sarebbe: “fatti ed eventi legati ad un passato ideologico che alla fine ci ha visto vincitori (assieme al Capitalismo) e su cui siamo “disposti” a mettere una pietra sopra…”. Già! E’ indubbio che comunque la si veda, dall’Amministrazione “a stelle e strisce” finirebbero per rivoltarci contro la frittata, confermando che del futuro politico della nostra sciagurata Realtà non gliene interessi un granché. Ciò non toglie, tuttavia, che la Storia stia lì a parlar da sé, in merito alle conseguenze della “nota neutralità” di Washington negli affari altrui (il nostro Passato Politico ne è un encomiabile esempio a testimonianza). Il “modus operandi”? Beh, è più o meno questo: “o fai come dico io (con una minima ma artefatta parvenza Democratica), o fai come dico io (con l’incoraggiamento di qualche simpatica “bombetta”).

L’Italia di oggi è in pieno fermento Rivoluzionario contro decenni di “malapolitica”, ladrocinio di Stato e furto legalizzato; è attraversata da un’Opinione Pubblica sempre meno disposta ad accettare e a rendersi partecipe delle “guerre per l’Oro Nero” che tutto esportano, salvo la Democrazia; ed è sempre più dubbiosa delle ricette e delle conseguenze del Capitalismo, alle prese com’è, con una Crisi Economica senza sbocchi e che annichilisce le conquiste di un Secolo di lotte in nome del “Welfare State”. Visto e considerato tutto ciò, credere che non fosse pronto un “Piano Italia”, proveniente da Oltre-Oceano e destinato al Bel Paese in caso di un’Elezione al Quirinale “sgradita” sarebbe quantomeno da stolti. Come dire: “occhio a non “rivoluzionare” lo status-quo Istituzionale, per un “eccesso di Democrazia”, altrimenti cambieranno Strategia… Detto ciò, “placata” la tensione Americana per l’Italico Alleato, in tutta onestà, da cittadini indomiti che rifiutano ogni ingerenza in Patria propria, non arretriamo di un passo, né temiamo di affermare: “Casa Bianca o non Casa Bianca, presto o tardi entreremo al Quirinale”!

E adesso? Un tempo, in Patria Nostra, si tirava in ballo il “compromesso storico” come pietra miliare del consociativismo partitocratico… Dal 20 Aprile 2013, novello giorno di Lutto Nazionale, si parlerà invece di “attentato al Diritto Sostanziale”, base della Costituzione e della Democrazia Italiane. Innanzi al Trasformismo 2.0, nato e cresciuto negli ultimi vent’anni, le “convergenze parallele” tanto care ai Partiti d’un tempo, hanno finito per intersecarsi, rivoltandosi al Volere e al Potere dei cittadini. Verità, Giustizia, Libertà, Probità, Integrità, Onore, Lealtà e soprattutto Onestà… Questi sono i Valori perduti dall’Italia, in un sol giorno. E’ finita. 

Cos’altro aggiungere? Posto che Giorgio Napolitano non sia, né mai sarà, il “nostro” Presidente, gli porgiamo comunque i nostri più sinceri… Auguri affinché il primo Capo dello Stato della Storia Patria cui sia stato accordato un secondo mandato, si bei brevemente dell’incarico cui è ormai destinato…

D.V.

P.S.: Anonime fonti d’agenzia, prevedono un aumento esponenziale dell’8‰ a quei Bravi Ragazzi.