Oriana Fallaci. Una donna, una giornalista, una scrittrice che così come seppe fare in vita, continua a dividere anche dall'Aldilà. Esempio di lungimiranza per tanti (me compreso, ndr), simbolo di ideali da combattere per qualcun altro.

Oriana Fallaci. Una donna, una giornalista, una scrittrice che, così come seppe fare in vita, continua a dividere le coscienze, anche dall’Aldilà. Esempio di lungimiranza per tanti (me compreso, ndr), simbolo di ideali da combattere per qualcun altro.

“Il declino dell’intelligenza è declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d’essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l’Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l’affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l’arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell’Avvenir è contro Ragione. E contro Ragione anche sperare che l’incendio si spenga da sé grazie a un temporale o a un miracolo della Madonna.” (Oriana Fallaci)

Incipit. Da ‎New York a Parigi, cresce la conta dei morti causati dal “fanatismo fondamentalista” comandato dal Corano. Non è più un ragionamento di “causa-effetto”. A questo punto della Storia, nonostante vi sia ancora chi predichi o si auguri il contrario, la parola d’ordine è “scontro di civiltà”: essi contro di noi; noi contro di loro… Non è più tempo di offrire l’altra guancia, ma di alzare le barricate a difesa del proprio domani. Continua a leggere »

La strada come un circuito da corsa. Ecco cosa si evince dai fatti di cronaca, di oggi e di ieri, che raccontano di tragedie provocate dall'eccesso di velocità alla guida.

La strada come un circuito da corsa. Ecco cosa si evince dai fatti di cronaca, di oggi e di ieri, che raccontano di tragedie provocate dall’eccesso di velocità alla guida.

“L’automobile del futuro sarà più veloce del suono. Così il guidatore sarà all’ospedale prima di accendere il motore”. (Henny Youngman)

Incipit. Lungi da me la volontà di scimmiottare le virtù dell’opera letteraria di Jack Kerouak, il titolo scelto (che ne richiama vagamente il ricordo, ndr) con postilla al seguito, non riassume il racconto di esperienze di viaggio, ma racchiude in sé alcuni dei malcostumi più noti degli Italiani sulla strada, siano essi pedoni, ciclisti, motociclisti, camionisti, o automobilisti.

L’idea del rispetto delle Regole, siano esse quelle basilari di come realizzare in maniera composta e ordinata, una coda alle Poste, al Supermercato e in Banca, o, per l’appunto, quelle un po’ più complesse inerenti alla Circolazione Stradale, sembrano del tutto avulse dal modo di fare e di pensare degli Italiani. Anzi, la volontà d’infrangerle pare essere diventata una moda insulsa, insolente e pericolosa, al punto di “svuotare” l’intera Società dai propri principii fondativi, tra i quali, in particolare, quello del rispetto del prossimo. Continua a leggere »

Essere "contro", motivando semplicemente le proprie ragioni. La cosa più difficile di questo mondo...

Essere “contro”, motivando semplicemente le proprie ragioni. La cosa più difficile di questo mondo…

“Nessuno parla del suo diritto più appassionatamente di colui che in fondo alla sua anima nutre un dubbio sul suo diritto. Tirando la passione dalla sua parte, egli vuole stordire l’intelletto che dubita: così acquista la buona coscienza e con essa il successo presso il prossimo”. (Friedrich Nietzsche)

Incipit. Allorché mi si domandi: “chi è il tuo cantante preferito”? La risposta è sempre la stessa: “Freddie Mercury”. Analogamente, nel caso in cui mi si chieda: “chi è il tuo stilista preferito”? Non ho tentennamenti nel rispondere: “il Re della Moda! Chi altro se no”? La consapevolezza che la parola Amore abbia avuto (nel primo caso, ndr) e continui ad avere (nel secondo, ndr) un senso “diverso”, mai ha scalfito le mie certezze, né ha influenzato sulle mie scelte con giudizi lesivi o preconcetti. Ciò, partendo dal sicuro presupposto che la mia lancetta punti dritta sul “regular”.

Mi capita spesso di essere inviato a sfoderare la penna, prendendo posizione nelle moderne battaglie per i Diritti Civili, forse dando per scontato che io sia o debba essere ad esse favorevole, sempre e comunque. E’ per questo che talvolta finisca mio malgrado, ad osservare le facce di quanti restino di sasso, esterrefatti e increduli, quando, in tutta onestà, mi trovi a rispondere: “spiacente, non sono le mie battaglie”. Continua a leggere »

Tony Benn, un politico "illuminato" che aveva compreso davvero l'importanza della Democrazia, partendo dalla "deriva" dei suoi princìpi fondativi.

Tony Benn, un politico “illuminato” che aveva compreso davvero l’importanza della Democrazia, partendo dalla “deriva” dei suoi princìpi fondativi.

“Tutto è cominciato con la Democrazia. Prima che avessimo il voto, tutto il Potere era nelle mani dei ricchi. Avendo i soldi potevi avere assistenza, istruzione e previdenza, ecc… La Democrazia, dando il voto ai poveri, ha spostato il Potere dai Mercati ai seggi elettorali, dal potere economico alle votazioni (…) Credo che la Democrazia sia l’idea più rivoluzionaria del mondo, molto più del Socialismo o di qualunque altra, perché quando hai il Potere, lo usi per soddisfare le esigenze tue e della Comunità. Le scelte da compiere, dipendono dalla Libertà di scegliere, ma se sei sommerso dai debiti non hai questa libertà (…) Per il Sistema è vantaggioso che il lavoratore medio sia sommerso dai debiti, poiché le persone indebitate si demoralizzano e le persone demoralizzate non votano. Se i poveri si unissero e votassero per persone che rappresentassero davvero i loro interessi, assisteremmo ad una reale Rivoluzione Democratica. Il Sistema non vuole questa Rivoluzione, pertanto fa si che le persone siano depresse e pessimiste (…) Esistono due modi per controllare la gente: terrorizzarla e demoralizzarla. Una Nazione istruita, sana e fiduciosa è più difficile da governare (…) Credo che alcuni individui seguano una propria teoria e non vogliano che il popolo sia istruito, sano e fiducioso perché sarebbe impossibile controllarlo (…) L’1% della popolazione possiede l’80% della ricchezza del mondo. E’ incredibile che le persone lo sopportino, ma sono povere, sono demoralizzate, sono terrorizzate e quindi pensano che la cosa più sicura da fare sia farsi comandare e sperare bene”. (Tony Benn) Continua a leggere »

La bandiera a cinque cerchi e il braciere fiammeggiante, sono da sempre, nell'opinione comune, i simboli dei Giochi Olimpici.

“Citius, Altius, Fortius”. La bandiera a cinque cerchi e il braciere fiammeggiante, sono da sempre, nell’opinione comune, i simboli dei Giochi Olimpici.

“Come sapete, è stato presentato un progetto di candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020 e è stato presentato qualche tempo fa questo progetto, al Governo, perché il Governo prendesse posizione in vista della candidatura di Roma. Abbiamo esaminato il progetto con grande attenzione, sia nelle sue parti generali, sia nella molto approfondita analisi economica che lo ha accompagnato e desideriamo esprimere grande condivisione delle linee di questo progetto, che permetterebbe alla città di Roma, a 60 anni dalle Olimpiadi del 1960, di essere di nuovo al centro della vita sportiva e internazionale e abbiamo veramente ammirato, in Consiglio dei Ministri, i vari motivi d’interesse di questo progetto e ci siamo rallegrati con i membri del il Comitato promotore, che abbiamo incontrato con il ministro Gnudi pochi minuti fa. E’ veramente un progetto che da ogni punto di vista merita elogio e questo il Governo desidera sottolinearlo con convinzione e con calore. Il Comitato Olimpico Internazionale richiede, per la presa in esame delle candidature, che ci sia anche una lettera da parte del Capo del Governo del Paese che ospita la città candidata. Una lettera che faccia assumere al Governo stesso un impegno di garanzia finanziaria e cioè, tra le altre cose, il Governo del Paese ospite deve impegnarsi a coprire ogni eventuale deficit, che si rivelasse tale nel bilancio del Comitato Organizzatore. Come potete immagine il nostro Governo ha riflettuto molto profondamente su questo aspetto e per questo ho tenuto ad avere un dibattito molto attento in Consiglio dei Ministri. Tutti i Ministri hanno partecipato e dopo una discussione approfondita e per tanti aspetti sofferta dentro ciascuno di noi, siamo arrivati alla conclusione, unanime, che il Governo non si sente, non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni dell’Italia, di assumere questo impegno di garanzia. Sottolineo di nuovo che questo non significa una mancata convinzione per i pregi del progetto, al contrario, significa solo che abbiamo ritenuto di dover essere molto responsabili in questo momento della vita Italiana. Il nostro Governo che è stato chiamato ad operare in condizioni di emergenza, ha dovuto chiedere sacrifici molto importanti, a molte fasce della popolazione Italiana e siamo in questi mesi, credo, riusciti con un grande senso di maturità da parte dei cittadini a superare, forse, il passaggio più difficile, ma le turbolenze che ancora cauterizzano i mercati finanziari e l’Eurozona – è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo e che è accaduto recentemente in Grecia – non consentono ancora di prescindere da questa difficile situazione finanziaria, se vogliamo responsabilmente guidare l’Italia e se vogliamo evitare che vengano messi addirittura a rischio i benefici che noi confidiamo saranno conseguiti, con i sacrifici che abbiano dovuto chiedere. In questo senso, non ci sentiamo di prendere un impegno finanziario che potrebbe gravare, per di più per misura imprevedibile sull’Italia, nei prossimi anni. In fondo, se noi siamo qui a fare i conti con una situazione finanziaria difficile è perché tante volte in passato, nel corso degli anni e dei decenni, sono state prese da Governi di ogni segno, decisioni senza avere molto riguardo a quali sarebbero state le conseguenze finanziarie negli anni successivi. Noi non vogliamo che chi governerà l’Italia nei prossimi anni, si trovi in una situazione di difficoltà e non vogliamo che il Paese, anche per una percezione che potrebbe essere di un Paese non prudente in questo momento, ove il Governo si assumesse un impegno di garanzia di questo tipo, non vogliamo che in questo momento, la percezione, che faticosamente stima cerando di dare dell’Italia negli ambienti internazionali, nell’Unione Europea e nei mercati, possa essere compromessa da improvvisi dubbi, magari alimentati dai concorrenti dell’Italia nella sfida olimpica, circa la serietà dei propositi di risanamento finanziario del Paese”. (Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri, 14 Febbraio 2012) Continua a leggere »