Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Per il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la “personificazione” del Referendum d’Autunno sulle Riforme – da lui fortemente voluta – e il responso a lui avverso, votato, sondaggi alla mano, da milioni di cittadini in difesa della Costituzione, rischiano di rappresentare il più grosso errore di un “carrierismo” politico che fino ad oggi è apparso inarrestabile. Un calcolo azzardato che potrebbe metterlo nell’angolo per gli anni a venire. Cose che capitano, quando la personale presunzione e l’autocompiacimento sovrastino le reali capacità. Una differenza non da poco tra i politicanti da bar e i fini statisti.  

“Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro Governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato Democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una Giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La Libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della Democrazia…”. (Pericle – Discorso agli Ateniesi, 431 a.C. – Tratto da Tucidide, Storie, II, 34-36)

Un incontro con D.V. – Del Comitato di Redazione

Eccoci qua nuovamente a quattr’occhi, per fare quattro chiacchiere, dopo la precedente occasione offertaci dal tuo articolo “Freedom of Speech“, dedicato ai lettori a stelle e strisce. Tanto per cominciare, restando al mondo Anglosassone, permettimi di chiedere quale sia il tuo punto di vista riguardo alla Brexit, ovvero, alla scelta della maggioranza dei figli della “perfida Albione”, di dire addio all’Unione Europea mediante il discusso Referendum voluto con forza dall’ex Primo Ministro, David Cameron. Continua a leggere »

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha scelto per primo la "personalizzazione" del Referendum Confermativo sulle Riforme Costituzionali, rischia una figuraccia storica, sia con la sconfitta che si prospetta nell'urna, sia per la certa decisione di restare in sella, nonostante dichiarazioni di senso contrario.

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha scelto per primo la “personalizzazione” del Referendum Confermativo sulle Riforme Costituzionali, rischia una figuraccia storica, sia con la sconfitta che si prospetta nell’urna, sia per la certa decisione di restare in sella, nonostante dichiarazioni di senso contrario.

“Per far funzionare un Parlamento, bisogna essere in due, una Maggioranza e una Opposizione (…) La Maggioranza, affinché il Parlamento funzioni a dovere, bisogna che sia una libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti, ma desiderosi della discussione e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza, per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si son trovati d’accordo continuino a resistere di fronte alle confutazioni degli oppositori. Se la Maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l’argomento schiacciante del numero e pensa che basti l’aritmetica a darle il diritto di seppellire l’Opposizione sotto la pietra tombale del voto con accompagnamento funebre di ululati, questa non è più una Maggioranza parlamentare, ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale, del tipo di quella che durante il fatidico ventennio dava i suoi concerti nell’aula di Montecitorio (…) Queste forme di sprezzante rifiuto, colle quali la Maggioranza ostenta di non degnarsi neppure di discutere gli argomenti dell’Opposizione, mi sembrano, per la sorte del Sistema Parlamentare, più pericolose delle reazioni violente; è una specie di ostruzionismo a rovescio con cui la Maggioranza, mirando a screditar l’Opposizione, viene in realtà a tradire la ragion d’essere del Parlamento, nel quale il voto dovrebbe essere in ogni caso la conclusione di una discussione e non il mezzo brutale per soffocarla (…) È stato detto che la vera Costituzione è la Maggioranza: se la Maggioranza non vuol rispettare la Costituzione, vuol dire che la Costituzione non c’è più. Ma proprio per non sentir ripetere questo discorso, che era di moda sotto il Fascismo, la Costituzione aveva predisposto al disopra della Maggioranza organi indipendenti di garanzia costituzionale, destinati a proteggere la Costituzione contro la stessa Maggioranza (…) Quando si parla in senso dispregiativo del «Parlamentarismo» come degenerazione del Sistema Parlamentare, non si vuole intendere, è chiaro, che si possano corrompere in sé le leggi che stabiliscono in astratto il modo con cui i congegni parlamentari dovrebbero funzionare; ma si intende dire che gli uomini incaricati di metterle in pratica, gli elettori e gli eletti, i deputati e i governanti, le possono far servire a finalità in contrasto con quelle per le quali queste leggi sono state in astratto dettate: a finalità di gruppo, in contrasto coll’interesse pubblico (per esempio gli interessi di un gruppo finanziario), o addirittura a finalità private: vi mettono dentro i loro propri moventi psicologici di carattere personale, ed è proprio per questo che a poco a poco tutto il sistema si trova a essere deformato e corrotto (…) La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere. Non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria Responsabilità. C’è dentro tutta la nostra Storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la Libertà e la Giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la Libertà e la Dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. (Piero Calamandrei) Continua a leggere »

"L'insostenibile leggerezza dell'essere... Uno sfrontato decisionista". Ecco come si potrebbe intitolare la biografia politica di Matteo Renzi. Nel caso in cui qualcuno si prendesse la briga di scriverla...

“L’insostenibile leggerezza dell’essere… Uno sfrontato decisionista”. Ecco come si potrebbe intitolare la biografia politica di Matteo Renzi. Nel caso in cui qualcuno si prendesse la briga di scriverla…

“Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il Fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui. Non ama l’amore, ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des. È superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre”. (Ennio Flaiano)

Incipit. Nel nome del popolo Italiano, ammetto di essere colpevole. Già! Ammetto di non sopportare i saccenti, i presuntuosi, i furbi, i vanitosi, gli arrivisti, i decisionisti e soprattutto, i traditori. E’ una pura formalità… O meglio, è una Questione Morale. Continua a leggere »

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, tra un "selfie" e un "tweet", trova anche il tempo di pensare all'Italia. Peccato che lo faccia dall'alto del suo piedistallo di saccente presunzione.

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, tra un “selfie” e un “tweet”, trova anche il tempo di pensare all’Italia. Peccato che lo faccia dall’alto del suo piedistallo di saccente presunzione…

“La verità è che molti italiani sono soltanto degli ottimi e incondizionati ammiratori: e questa loro tendenza è aggravata da quell’altra tendenza mirabilmente intuita da Bruno Barilli con queste parole che ricaviamo da un Suo vecchio scritto: «Gli italiani volano in soccorso del vincitore».” (Ennio Flaiano)

Ammettiamolo: nell’Italia gattopardesca cambia tutto, ma non cambia nulla. Mai e in nessun caso. Soprattutto in Politica, è vero, ma anche nel “sentimento” proprio dei due terzi degli Italiani, sempre pronti a chiedere e a prostrarsi; sempre in attesa del salvatore della Patria cui giurare “vantaggiose fedeltà”.

Ieri gli “unti del Signore” (in certi casi, più che altro, soltanto “Signori da ungere”, ndr) erano Craxi, Andreotti e Forlani. Poi venne Berlusconi. Oggi è Matteo Renzi. Sempre fermi a piagnucolare e dirsi pronti a lottare, gli Italiani: dei rivoluzionari da bar, dediti all’autoscatto… Uno sconvolgente e sconfortante spirito di “banditudine” dalle mille sfaccettature e dalle mille inutili pose, che non lascia speranza. 

Per reazione la non-azione. Posto davanti al bivio, alla scelta d’immolarmi per degli smidollati, qualche tempo fa ho consciamente preferito un personale e temporaneo “Aventino”. Maturata la consapevolezza che la moltitudine non meriti alcunché, fuorché un calcio nel posteriore e un lavoro in miniera, mi sono dedicato un salutare confino lontano dalle beghe Italiche e dall’assordante e nauseante marasma quotidiano, che, lungi dall’essere una definitiva concessione alla rassegnazione, vuol essere un modo per ritemprare il mio animo guerriero e per rinverdire i battaglieri intendimenti della minoranza inquieta. Continua a leggere »

Degustazioni Musicali Umbria.

Il cantante e chitarrista Britannico, Matt Elliott, ospite della rassegna Degustazioni Musicali Umbria. (Foto di Maurizio Antonelli).

“Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”. (Frank Zappa)

Incipit. Chiudi gli occhi, aguzza le orecchie e ascolta bene…

Capita, alle volte (troppe volte, ndr), di nascere in un ameno luogo della provincia Italiana, uno come tanti, difettato dalla Politica chiacchierona, incapace e pasticciona, in cui il tempo batte veloce pur scorrendo tremendamente lento nella sua vuotezza e nel quale la “voce del popolo” è tuttalpiù in grado d’invitarti a volare basso, a conformarti alla generalizzata pigrizia creativa ed emotiva, a non chiedere, a non pensare e a non sognare… E dove la quotidianità della piazza è sempre pronta a tarparti le ali, qualora tu non voglia capire come funzionino le cose.

Capita anche, alle volte, di crescere con milleuno sogni nel cassetto e con la passione per le note e la chiave di violino anziché per il pallone, in un incantevole Paesino dal nobile e glorioso passato medievale, ma dallo sterile ed immobile presente, noto ai più per essere, o meglio d’esser stato, un salubre “pozzo” di nobili e rinomate acque minerali cadute un po’ in disgrazia…

E capita anche, alle volte, di vivere con l’idea, imposta dagli altrui desideri appassiti e spenti, d’esser destinato per forza a soccombere alle esigenze materiali della vita, a rifuggire le passioni, a non provocare invidie e a dedicarsi alla “normalità” fatta di un impiego che ti permetta di portare a casa la pagnotta… Spegnendoti pian piano, assieme ai tuoi aneliti, con la certezza che quel peso sullo stomaco sia soltanto la fisica conseguenza di un’immane insoddisfazione, legata a quel non so che, mancante, necessario a dimostrare il proprio personale valore. Continua a leggere »