Silvio Berlusconi e Gianni Letta, in uno scatto quantomeno premonitore dello stato attuale della Politica Italiana: il "nipotino" Enrico a Capo di un Governo sotto ricatto, contemporaneamente sostenuto e messo a rischio dal Cavaliere, alla disperata ricerca di un salvacondotto che lo liberi (almeno temporaneamente) dalle sue beghe giudiziarie.

Silvio Berlusconi e Gianni Letta, in uno scatto quantomeno premonitore dello stato attuale della Politica Italiana: il “nipotino d’arte” Enrico a Capo di un Governo sotto ricatto, contemporaneamente sostenuto e messo a rischio dal Cavaliere, alla disperata ricerca di un salvacondotto che lo liberi (almeno temporaneamente) dalle sue beghe giudiziarie.

1) “La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello”. Gesualdo Bufalino

2) “Il silenzio è l’atteggiamento più sicuro per chi diffida di sé stesso”. François de La Rochefoucauld

Dedicato a Giorgio Napolitano.

Incipit. Capita, talvolta, che avendo la necessità di essere rinfrancati da parole illuminate e sagge, si finisca per ascoltare un fragoroso e cupo silenzio. Capita, talaltra, che al bisogno di una riflessione silente, acuta e profonda, corrisponda una sciagurata cacofonia di suoni scialbi e perversi.

Mentre l’eco del Processo Mediaset risuona ancora dentro e fuori dal “Palazzo”, nell’insolito silenzio del Quirinale prosegue la “rumorosa persecuzione” mediatica e giudiziaria (unitamente alla “rovina professionale” auto-inflitta, causa “intervista fuori luogo”, ndr) del Giudice di Cassazione Antonio Esposito, ovvero di colui che abbia avuto l’onore e l’onere di condannare con sentenza definitiva l’uomo che, per quanto ci riguardi, in un ventennio è riuscito nel non facile intento di rendere l’Italia un posto peggiore dove vivere: Silvio Berlusconi.

A tal proposito, se fossimo dediti al gioco d’azzardo accetteremmo scommesse, circa il “contentino” con cui il CSM vorrà omaggiare il “Pregiudicato di Arcore”, a ristoro (si fa per dire) dell’onta subita. Molto più realisticamente, ci accontentiamo di valutare le Sanzioni che prevedibilmente toccheranno al Giudice Esposito, con la somma certezza che comunque vada sia già un successo. Come dire: che gli infliggano l’Incapacità Temporanea ad esercitare un incarico direttivo, per un periodo di tempo (probabilmente, almeno un anno), o la più “morbida” Mozione di Censura, una cosa è certa: le persone oneste gli saranno riconoscenti per l’eternità. Continua a leggere »

Silvio Berlusconi, Cavaliere disarcionato e decadente e Senatore in bilico, al cospetto di un Paese immobile. "Ha da passà 'a nuttata"... E l'Italia sarà di nuovo (e davvero) libera.

Silvio Berlusconi, Cavaliere disarcionato e decadente, oltreché Senatore in bilico, al cospetto di un Paese immobile. “Ha da passà ‘a nuttata”… E l’Italia sarà di nuovo (e davvero) libera.

“La faccia è la prima cosa che si butta via quando la fortuna ti abbandona, il resto della decadenza segue in tempi più lunghi. Charles Bukowski – “Taccuino di un vecchio sporcaccione”

La colpa non è soltanto sua. Chissà mai quante volte Vi sia capitato di fare due chiacchiere con chicchessia, riguardo all’unico, persistente, fastidioso, noioso e chi più ne ha più ne metta, “male” che addolora l’Italia, alias Silvio Berlusconi

Come dire: riguardo a questo o a quel processo; a questa o a quella Legge ad Personam; a questa o a quella teoria di persecuzione giudiziaria data in pasto a lacchè e media asserviti e compiacenti, perché “spargessero il verbo” tra le “folle distratte”; o, da ultimo, in merito alla pur sempre “fresca” condanna per Frode Fiscale, passata in giudicato (e le cui conseguenze condurranno presto al “crollo” del Governo dell’inciucio, ndr).

Ovviamente, in tali occasioni, Vi sarà capitato di avere a che fare con cittadini che le pensassero e che la pensino come Voi e con altri, che la pensassero e che la pensino in maniera totalmente opposta alla Vostra. Insomma, dopo tutto non è un mistero che, da che mondo è mondo, le fazioni “Guelfi e Ghibellini”, o per meglio dire “Coppi e Bartali”, mandino avanti il nostro Paese. O è Bianco, o è nero! Continua a leggere »

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Il caccia-bombardiere Lockheed Martin F-35 Lightning II, alias Joint Strike Fighter-F35. Una spesa folle che visti i precedenti, almeno per l’Italia, sa tanto d’intrigo internazionale.

“Il Fine Politico in quanto motivo determinante della guerra, sarà la misura, tanto per la meta da raggiungere mediante l’attività bellica, quanto per gli sforzi necessari”. (Carl von Clausewitz).

Incipit. Quest’illuminante citazione mi dà il la per mettere una pulce nell’orecchio di qualche volenteroso Procuratore della Repubblica, che non si pieghi a vedere il proprio Paese depredato da ladroni senza calzamaglia, ma in doppiopetto blu e decida di chiamare in causa le “menti perverse ed interessate”, che ci abbiano “impantanato” nella firma dei contratti per l’acquisto dei caccia F-35. Una spinosa e costosissima questione riguardante Politici, Vertici della Difesa, “boiardi di Stato” e faccendieri, “ricamata” sulle spalle dell’ignaro Italico contribuente.

Se con le “silenti” vicende giudiziarie riguardanti Finmeccanica siamo alle prese con elicotteri, navi e Sistemi d’arma utili alla guerra elettronica, non sarebbe male indagare sulle ragioni che abbiano spinto a siglare, ad ogni costo, il contratto con la Lockheed Martin, per il discusso e discutibile acquisto dei nuovi, di certo anti-economici e a quanto pare “cedevoli” aerei (parola del Pentagono, ndr), nati dal programma “Joint Strike Fighter” (JSF).

Già perché, dopo tutto, è sempre uno sbalorditivo susseguirsi di corsi e ricorsi a fare la Storia e un omonimo “scandalo” internazionale legato all’aviazione militare, esploso nel lontano 1976, sta lì a ricordarcelo neppure troppo velatamente. E poiché come al solito, a pensar male si farà pure peccato ma, specie in Italia, spesso si finisce per cogliere nel segno, non mi resta che aspettare fiducioso, seduto lungo la riva del fiume, di veder passare prima o poi, il cadavere del mio nemico… “Con l’avviso di garanzia in una mano e il rinvio a giudizio nell’altra”.  Continua a leggere »

Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta: un uomo in lotta contro i "mali dell'Italia"? O un uomo contro cui lottare, in quanto parte, egli stesso, di tali "mali"? Ai cittadini l'ardua sentenza.

Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta: un uomo in lotta contro i “mali dell’Italia”? O un uomo contro cui lottare, in quanto parte, egli stesso, di tali “mali”? Ai cittadini l’ardua sentenza.

“Non si dirà per certo giammai che il nostro è un Parlamento democratico! Vi è di tutto – il popolo eccetto”. Ferdinando Petruccelli della Gattina.

Incipit. Sarà per abitudine, o forse chissà, per pregiudizio, ma allorché ci capiti di sentir parlare di “Letta”, ci salta alla mente il Deus ex Machina dell’epopea Berlusconiana (zio Gianni, ndr). Soltanto dopo, Dio solo sa quanto, finisce per passarci per la mente l’attuale Inquilino di Palazzo Chigi (il “nipotino” Enrico)… E tuttavia, nel nostro immaginario, tale intuizione non ci riporta tanto all’istante in cui il “Letta il Giovane” fece risuonare la campanella di neo-eletto Capo del Governo, né alla cronaca corrente, quanto al momento in cui passò di soppiatto il famigerato foglietto, in cui si metteva “a disposizione” del suo impettito predecessore (oggigiorno caduto in disgrazia), Mario Monti…

Insomma, sia nel primo, sia nel secondo caso, non abbiamo bei ricordi e non proviamo proprio delle belle sensazioni…

Detto ciò, il Pensiero del giorno, una volta ancora, chissà mai perché, è dedicato al Presidente del Consiglio, Enrico Letta e ai suoi intenti riformatori, che lo hanno portato a mettersi al “servizio” del Paese.

In particolare, c’inducono a riflettere le manovre normative riguardanti il Finanziamento Pubblico delle Forze Politiche, le decisioni sul Sistema Fiscale (mantenimento o cancellazione dell’IMU e aumento o meno dell’IVA, dal 21% al 22%) e l’intervento “mediato” sul Mercato del Lavoro, attraverso la “limatura” del Cuneo Fiscale. Continua a leggere »

Il Palazzo del Quirinale: simbolo, suo malgrado, di un Potere sempre più lontano dai cittadini.

Il Palazzo del Quirinale: simbolo, suo malgrado, di un Potere sempre più lontano dai cittadini.

“Confermo la mia non disponibilità a candidarmi per un secondo mandato. Nessuno dei precedenti nove Presidenti della Repubblica è stato rieletto. Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa. È bene non infrangerla. A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, qual è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma Repubblicana del nostro Stato”. Carlo Azeglio Ciampi. (Note del Quirinale, 3 Maggio 2006).

20 Aprile 2013. Giorgio Napolitano ha ricevuto dal Parlamento  riunito in seduta comune, il secondo mandato al Quirinale. Nella “notte” della Repubblica, il “Putsch di Roma” è stato compiuto… La “Partitocrazia Istituzionalizzata” ha alzato il proprio “muro di Berlino” innanzi alle giuste pretese dei cittadini onesti e liberi.

Eccoci qua dunque, affranti e vilipesi, piegati e umiliati, a leccarci le ferite, dopo aver assistito ad una pagina tanto indecifrabile quanto vergognosa, della Storia contemporanea d’Italia. Continua a leggere »