Il prossimo passo verso la "vera" Democrazia: la conquista di Montecitorio.

Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, “popolo” e agein, “trascinare”). In principio, genericamente, arte di guidare il popolo; in seguito (già presso gli antichi Greci), la pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni, specialmente economiche, con promesse difficilmente realizzabili. Nella storia del pensiero politico il termine risale alla tipologia aristotelica delle forme di governo, nella quale rappresenta un aspetto degenerativo o corrotto della politèia, per cui si instaura un governo dispotico delle classi inferiori dominato dai demagoghi, che sono definiti da Aristotele «adulatori del popolo». (Def. tratta da: Enciclopedia Treccani)

Populismo s. m. [dall’ingl. populism (der. di populist: v. populista), per traduz. del russo narodničestvo]. –
1. Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20°; si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, spec. dei contadini e dei servi della gleba, e la realizzazione di una specie di socialismo rurale basato sulla comunità rurale russa, in antitesi alla società industriale occidentale.
2. Per estens., atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione. In ambito artistico e letterario, rappresentazione idealizzata del popolo, considerato come modello etico e sociale: il p. nella letteratura italiana del secondo dopoguerra. (Def. tratta da: Enciclopedia Treccani)

La Patria non si discute, si ama… Oppure no? 

Comunque la si veda, strano Paese l’Italia… Si, strano davvero! 

Strano al punto da apparire uno Stato Democratico, se non fosse per il tergiversare della Politica e per la manifesta incapacità dei Partiti di operare minimamente secondo un “progetto di Nazione”, che vada al di là e ben oltre la logica della rielezione, a breve o a medio termine, dei propri esponenti. 

Strano, oltreché corrotto fino al midollo, ovviamente e non solo nel senso “tangentizio” del termine. Tale che, per quanto ci si sforzi, non ci si può sbagliare: ieri, oggi e domani sono sempre inesorabilmente uguali, con rari pregi e un’infinità di difetti, problemi e questioni irrisolte. Il cittadino vessato, il contribuente tartassato, il consumatore fregato, l’elettore sedotto e abbandonato… Come dire: letta una pagina di giornale venti o trent’anni or sono, la si può ritrovare, con una probabilità tendente all’assoluta certezza, sul quotidiano stamani in edicola… E chiaramente, non è un fatto di cui andar fieri. 

Eppure, proprio mentre la speranza stava finendo per essere “asfaltata” da una rassegnazione generale e pressoché totale; proprio mentre le mancanze sociali, economiche e soprattutto del Lavoro – conseguenti agli effetti della Crisi Globale – si facevano sentire più dolorosamente che mai e nel cuore di molti si alzava un grido infiammato da un’indomita voglia di Rivoluzione, un “vagito” di cambiamento è venuto dall’urna…

Dalla delusione e dalla disperazione causate da decenni di malgoverno (che ci hanno fatto perdere posizioni nella scala dei valori umani, prima ancora che in quella della considerazione diplomatica, o della graduatoria economico-finanziaria del G8, dell’OCSE, del Fondo Monetario Internazionale, o chi per loro) è giunto il “risveglio generazionale” che mancava da almeno quarant’anni (c’è chi giura, addirittura, dal “boom” degli anni ’60… Ma questa è un’altra Storia).

Già! A dispetto di tutto e di tutti… Alla faccia di un passato fatto di stragi impunite, d’intrighi di Mafia, di “Servizi Deviati”, d’ignobili segreti “perpetuati”, di Massoneria, di clientelismo di Stato e di mani mai “abbastanza pulite”… Ancora stravolti da tre lustri di “Berlusconismo”, che come una “ferita sanguinante” restano sullo sfondo (assieme alle sue “derive personalistiche” e alle colpe di un’Opposizione interessata e spesso connivente), tanto il presente, quanto un futuro assai prossimo, paiono riservare un “sorriso” a coloro che oramai, vedevano come alternativa di vita, l’emigrazione, l’inedia sociale, o il “suicidio di Stato”… 

"Nemo propheta in Patria"? Il "favore" dell'urna per Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle, per fortuna, induce a ritenere il contrario. A quanto pare insomma, il vero impegno politico, alla fine, paga... E non chiede certo d'esser pagato.

Ed affermando ciò, non ho in mente “le ricette amare del Prof. Mario Monti” e del suo Esecutivo Tecnico (ben poco Legittimo, per nulla Rappresentativo e che fa “carta straccia” della Costituzione, sia “sostanziale” sia “formale”), bensì l’ascesa politica di Beppe Grillo e del suo “Movimento 5 Stelle”, nel panorama istituzionale nostrano. 

Se non avessi l’amara consapevolezza che l’Italica Classe Dirigente faccia già ridere di per sé; se non stessi assistendo da fin troppo tempo, al “pianto di un popolo”, l’aver toccato con mano il crescente consenso elettorale di un comico, mi sarebbe sembrata un’istrionica barzelletta. Ironia della vita!

E invece… Invece, una nuova ventata di ottimismo mi pervade, vivendo l’incipit vittorioso di una guerra, fatta di tante altre battaglie in divenire. 

Onore ai “Grillini”, al loro “Mentore Barbuto” e alla causa del “Vaffa…” Gloria all’impegno politico senza intermediari e al desiderio di far “implodere” la Casta, scuotendo il “Palazzo” da dentro.

Prima ignorati e poi additati come una banda di pericolosi eversivi. Disprezzati come fossero un’utopica e passeggera frivolezza di gioventù. Eccoli invece, maturati in una “Forza di Lotta e di Governo” coraggiosa e costruttiva, farsi largo tra una folla di portaborse, ideologi falliti e Segretari perdi-tempo, che come sprovveduti saltimbanchi si “leccano le ferite” di una scadente esibizione…

L’aver messo “anima e corpo” in un’iniziativa aggettivata, in modo impertinente, come demagogica e populista, alla fine, ha pagato. Un’illusione per molti destinata all’oblio, che invece, a dispetto delle previsioni dei “professionisti della Politica”, ha assunto le sembianze di una reale “rinascita democratica” proveniente dal basso, dalla gente, per la gente e distante anni luce dalle consunte logiche oligarchiche. Un evento che ha spiazzato addirittura il “vecchio saggio seduto sul Colle”, incapace di guardare oltre “un palmo di naso” e rimasto a vagheggiare di pionieristiche vicende, d’un passato lontano, sepolto nei libri di scuola, proprio mentre il futuro si è fatto presente. Sapete come si dice: “non c’è peggior cieco…”.

Il dado è tratto, dunque. Dopo le “Amministrative”, il Sistema che ha retto, diretto e deviato impunemente le sorti dell’Italia e degli Italiani onesti, ha subìto un primo tracollo, lungo un percorso senza ostacoli e senza freni, che non ha alternative… E seppur tardiva, un’evoluzione dell’Ordinamento che rimetta al centro la “Res Publica”, anziché gli interessi particolari, è a portata di mano.  

La parola d’ordine è “cambiamento” e la base da cui ripartire si chiama “legalità”. Perché solo in questo modo, le persone torneranno a godere della Libertà, dopo anni in cui Libertà aveva assunto il “sapore amaro” che solo una parola vuota sa avere. Solo in questo modo, si potrà parlare nuovamente di Giustizia e di Equità, senza pregiudizi e senza essere considerati dei Don Chisciotte in lotta contro i mulini a vento…

La rediviva “coscienza elettorale e partecipativa” della gente fa più danni della “rivolta in armi”… Forse è proprio per questo che in talune “anime nere” covi la voglia “spegnerla” sul nascere. Dopo tutto, quando il “popolo sovrano” è insicuro, demoralizzato e terrorizzato, fa meno obiezioni ad essere dominato, accettando di buon grado di rimanere schiavo delle proprie paure e delle vane speranze, soffocando dentro di sé la voglia di cambiamento e delegando all’Autorità Costituita il compito di “risolvere il risolvibile”.

Eppure, stavolta non riusciranno a soffocare il nuovo che avanzaL’epopea del “contro-potere reazionario” incapace di accettare la parola del “popolo sovrano” si è conclusa. Mai più “Referendum ignorati”; mai più Leggi d’iniziativa popolare lasciate marcire nei cassetti di Camera e Senato; mai più Parlamenti indegni. La concretezza propositiva ha già vinto e la menzogna fatta “promessa istituzionalizzata” è uscita dallo scontro “con le ossa rotte”. I tempi del “vuoto sondaggismo” e dei “proclami messianici” sono finiti e la Verità, con la sua durezza, eppur con la sua semplicità, ha trionfato.

Stravolto democraticamente lo “status quo istituzionalizzato”, non resta che aspettare fiduciosi le prossime Elezioni Politiche, mai come ora, così vicine e così lontane…
 
Allora si che lo smacco sarò completo, ineccepibile e inevitabile, per una “Politica Piduista” sempre “inutilmente uguale”, disorientata ed assorta, nel solito “Gioco di Potere” che non cede e che nulla concede alla causa del sommo “Bene Comune”.
 
Frattanto, nell’attesa che il fato si compia, rallegriamoci del fatto che il 21 Maggio 2012, con la “presa” di Parma, abbia avuto fine la lunga “notte della Repubblica” e sia stata posta finalmente, la “prima pietra” della nuova Italia… Un’Italia “a cinque stelle”.
 
D.V.

P.S.: chissà se il “boom” è poi arrivato, fin su in cima al Quirinale?

 

  1. avatar Alessandro ha detto:

    Un articolo molto obiettivo che descrive un’Italia gestita per troppo tempo da lobbisti, dai grandi interessi, che hanno per troppo tempo soffocato la buona volontà dei cittadini italiani, spesso però troppo superficiali e/o indifferenti, che chiedevano non un’ottima politica, l’Italiano sappiamo tutti che si accontenta, ma semplicemente di “tirare avanti senza troppi problemi”. Questa Italia sfociata poi in una seconda repubblica ridicola fatta di apparenze e vero populismo, come colui che l’ha caratterizzata, ha trovato la voglia e la dignità di crederci ancora di volere per una volta per tutte “UN QUALCOSA DI NUOVO”, che non sa bene cosa sia, ma sicuramente si fonda su un principio legalitario e sul cambiamento generazionale, come si è visto dal BOOM DEL MOVIMENTO 5 STELLE. Andiamo avanti perchè siamo soltanto al principio c’è ancora molto da creare lottando a testa alta senza perdere la voglia di vedere lontano. Il motto grillino continuerà ad essere : NO AI VECCHI SCHEMI DI POTERE, SI AL NUOVO, SI ALLA DEMOCRAZIA DIRETTA, PERCHE’ LA LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE …. SOPRATTUTTO IN DEMOCRAZIA.