“Ogni tempo ha il suo Fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di Potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua Volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’Informazione, inquinando la Giustizia, paralizzando la Scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’Ordine, ed in cui la Sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul Silenzio forzato dei molti”. Primo Levi
E’ davvero sbalorditivo, o per meglio dire è inquietante.
Leggendo e rileggendo delle parole di un tempo ormai andato, si trae un dipinto iperrealista della “bucolica” Italia contemporanea e in special modo del suo “sottobosco politico”. E’ un po’ come se il passato non avesse insegnato nulla e nulla avesse da insegnare, a questo balordo presente.
Dittatura, Democrazia, o “Democratica Dittatura” meglio nota come Tirannide. Le forme di “Stato e di Governo” che si possono ricamare attorno al nostro decadente Paese sono innumerevoli, sebbene siano tutte indiscutibilmente vere. Così com’è vero che dal Regime dedito alla mistificazione ed alla menzogna imperante oggigiorno, finisca per dipendere ogni aspetto della vita dei cittadini. D’altronde è solo questione di punti di vista… Già, dei punti di vista di chi detenga il bastone del comando, nostro malgrado.
Tutto cambia, è cambiato, cambierà, anzi no, tutto è uguale, purtroppo! Non è da oggi, né da ieri, è da sempre, tra demagogia e populismo tanto di destra, quanto di sinistra. La marmaglia che gozzoviglia “gestendo” la Politica Nazionale, si “lucida le scarpe” giusto per il piacere di prendere a calci l’avversario, con classe, davanti alle folle, salvo poi rapinare in combutta il “banchetto delle offerte”, che macina denari sulle disgrazie popolari.
Questo è ciò che usualmente accade, fintantoché i Rappresentanti senza rappresentatività che siedono “tra i banchi”, non ritengano più utile darsi un tono e una rapida ripulita dal fango che li insudicia, perdendosi dietro (e dentro) a questioni morali che, a scadenza, “fanno la voce grossa” per qualche tempo – come a voler dare un “contentino” allo schifato cittadino – e che poi spariscono di soppiatto, alla prima occasione buona.
Nel mezzo di cotanta compassata frivolezza, come “pozzi avvelenati” nel deserto, restano i soliti e inestricabili problemi della Comunità, che tutti si affannano a cercare di risolvere… Perlomeno a chiacchiere e con mirabolanti promesse, che durano il tempo di un comizio prima e di un Exit-poll poi.
Il solco che si allarga tra un Popolo teoricamente sovrano, ed i detentori del Potere, non è il risultato dell’ennesimo catastrofico terremoto che abbia scosso lo “Stivale”, ma è dato di fatto che unisce, ed avvilisce, tanti poveri Signor Nessuno.
A “Palazzo” e “per strada” si parlano lingue diverse, si vede il mondo con occhi diversi, si vivono vite antitetiche, sia socialmente, sia economicamente. Un litro di latte non ha lo stesso prezzo; il canone d’affitto non ha lo stesso valore e la polizza sulla vita nemmeno. La crisi accarezza il vertice e raschia via la pelle alla base…
Le “questioni” che affondano la Repubblica Tricolore sono innumerevoli, profonde, storicamente note e sempre più destabilizzanti. Tuttavia esse sono irrisolvibili ed irrisolte dalla maggioranza degli “eletti”, semplicemente perché questi perdono la capacità di comprenderle, non appena varchino la soglia delle “Aule”. Tutti cadono assuefatti di fronte ai profumi della “buvette”, al luccichio dei lampadari, ai raffinati stucchi e agli antichi velluti.
Professionisti di partito, affaristi riciclati, lacchè del padrone in doppiopetto blu, “teste calde”, novelli rivoluzionari “di carta” e capipopolo, che abbiano la fortuna di “arrivare in cima”, sono “cooptati” da un Sistema che li inghiotte e li spinge a lasciare al proprio destino tutte le “cause” avute a cuore dai cittadini.
E’ inaccettabile, è puerile, è scandaloso, è vergognoso, eppure è ineluttabile. Dalla Vetta d’Italia a Lampedusa, l’Interesse particolare oscura, in un “crescendo Mozartiano”, quello generale. La nave affonda e i passeggeri anziché pensare a mettersi in salvo, si preoccupano di affogare i compagni di sventura. E’ un gioco al massacro senza più fine e senza più speranza. Hai voglia a declamar discorsi pieni di retorico Patriottismo…
Nella culla del Diritto, la Legge è diventata un intralcio che “si paga un tanto al peso” e la Giustizia ha assunto le sembianze di un moderno Carneade Manzoniano, preso a calci nello stomaco.
Nella Patria della cultura e dell’arte, la Conoscenza ed il Sapere sono tornati ad essere lussuosi privilegi per le classi agiate, ed un’inestricabile giungla per le nuove classi di sottoposti.
Lungo la Penisola, la Volontà del cittadino zoppica e procede innanzi ciondolando. E non serve rammentare ogni volta, la “Porcata” che fa le veci di una seria Legge Elettorale. Il senso Partecipazione Democratica al processo di rinnovo Istituzionale è frustrato e consumato dalla mancanza di ulteriore speranza da spendere. La Rappresentanza è di fatto un “principio da cartolina”.
L’Informazione se non è morta è moribonda. Si è arresa al fuoco di fila, ed ha lasciato il passo alla generica disinformazione da un lato, ed a sapienti lampi di calcolata controinformazione dall’altro. La “Legge bavaglio” è solo la ciliegina sulla torta. Si può solo auspicare che vada di traverso, prima o poi, a quanti l’abbiano scandalosamente scritta e votata.
L’Italia di oggi è nient’altro che il Paese dei balocchi, con tanti Pinocchio e troppe volpi. Una bizzosa bettola, regno del raggiro e del falso d’autore, dove o sei pro o sei pro… Altrimenti arriva il manganello! Il dissenso, l’opinione avversa e la verità sono merce rara, costosa e comunque da vietare, perché pericolosa. A farne un uso “improprio” si prende l’abitudine e a farne a meno si va in crisi d’astinenza. “Che tacciano le voci libere dunque“! Ha sentenziato il “Supremo”…
Se poi a dare una mano arrivano un Parlamento “sbandato” da un lato, ed un Codice Penale “riformato ad hoc” dall’altro, i giochi sono chiusi… Via i Pupi e largo alle Marionette con i loro fili e la loro manovrabilità che “scende” dall’alto. Nessun altro rischio per Mangiafuoco e per la sua lercia baracca.
Nascondere i fatti, sviare altrove gli sguardi e regalare sogni, questo è il modello da cui prendere ispirazione. Noi, tutti spettatori di noi stessi. Ordinati, sicuri, silenziosi e guidati da un generoso burattinaio… Ogni cosa è ormai un intralcio, alle smanie di grandezza e di autorità assoluta ed assolutista di un tal “qualcuno”…
Insomma, sempre che non perda troppo tempo ad imbellettarsi – perché sia restituita un poco di dignità all’intera Nazione, alle Istituzioni e a quel che resta dello Stato – non ci resta che attendere l’arrivo in pompa magna la Fata Turchina… Sperando che stavolta, anziché sventagliare in aria la bacchetta magica, tiri fuori un luccicante paio di manette.
D.V.