“La Democrazia ha bisogno della dissoluzione del Potere privato. Finché esiste il potere privato nel Sistema Economico, è una barzelletta parlare di Democrazia. Non si può nemmeno parlare di Democrazia, se non c’è un controllo democratico dell’industria, del commercio, delle banche, di tutto”. Noam Chomsky

OK, riavvolgiamo il nastro!

Ricordate tutte le parole di biasimo e le aspre critiche contro la Finanza Creativa e la Speculazione Finanziaria, tutte le prese d’atto circa la fragilità e la distorsione del Sistema Bancario e Creditizio, tutti i bei discorsi ed i proclami su come uscire dalla Recessione più forti e in salute rispetto a “prima del botto”, evitando sul nascere ogni ricaduta futura, grazie a più stringenti controlli dell’Autorità?

Beh, era pura mistificazione, nient’altro che calcolata menzogna proferita da chi del falso di Stato e di Mercato abbia fatto una lucrosa libera professione. E se non lo avete ancora capito, per favore, bevetevi un buon caffè amaro, doppio, lungo, in tazza grande, ma per carità: svegliatevi!

Per quanti credano ancora nella preminenza dei diritti della comunità su quelli del singolo e che lottino quotidianamente affinché onestà, solidarietà, equità sociale, giustizia e libertà, non siano destinati a ridursi a valori inutili ed astratti, il fatto di dover assistere all’ennesimo “aggrovigliamento” dell’Economia e della Politica, non può che provocare un malessere profondo, o meglio, un evidente senso di disgusto. Ogni riferimento ai vili temporeggiamenti che si susseguono, intorno ai “barcollamenti” della Grecia, resta sottointeso.

Giorno dopo giorno, ora dopo ora, l’ormai pluriennale “rantolio mediatico” che da Washington a Francoforte, da Davos alle Cayman, unisce Economisti e Finanzieri, Governanti e Banchieri e che riguarda a scelta: l’uscita dalla crisi; la tenuta dei consumi; la nuova crescita del PIL; i rapporti di forza tra valute; il nuovo vigore delle Borse Valori; ecc. non ha fatto altro che alimentare sentimenti di rabbia e di odio, pronti ad esplodere nel cuore della gente, persa dietro ad evidenze tutt’altro che rassicuranti, fatte di zero lavoro, zero salario, “zero ore”, zero futuro…

Zittendo le voci diaboliche ed “interessate” che cantano di ottimismo e fiducia e che vaneggiano profetiche capacità taumaturgiche a fronte di ogni male – nel tentativo di “puntellare la diga” della umiliazione rivoluzionaria che attecchisce e si diffonde – è facile aprire gli occhi su una realtà fetida, su una cloaca affaristica davvero super partes, che lega i Potenti del mondo e che si fa beffa dei bisogni della collettività.

Sul Pianeta Terra post-globalizzazione, ogni esibizione dell’umana cupidigia, mascherata da libera iniziativa economica, finisce per coinvolgere tutti, nel bene e nel male (già, soprattutto nel male). Tutte le Nazioni, tutti i territori, tutti gli individui, dal Manzanarre al Reno…

Ogni mezzo è buono per “prosciugare le risorse” di tanti, per riempire le tasche di pochi. Vi siete mai chiesti ad esempio, perché mai gli Amministratori degli Hedge Funds si dividano compensi miliardari (in Euro)?

Fateci caso, perché tutto il mondo è Paese.

Senza dimenticare i drammi dell’occupazione sparsi lungo la nostra Penisola (conseguenti a scelte dirigenziali errate, a riassetti aziendali discutibili, o ad affrettate scelte di delocalizzazione oltre confine) che prendono il nome di LyondellBasell, Alcoa, Vynils, GlaxoSmithKline e che uniscono in un tutt’uno, i “picchetti” organizzati in città diverse e distanti come Terni, Portovesme, Porto Torres e Verona…

Senza scordare le tante piccole aziende Tricolore a rischio tracollo, che non meritano neppure un trafiletto in cronaca…

Senza perdere di vista la strage silente di lavoratori, operata con triste puntiglio dalla Morte di bianco vestita, tra grigi capannoni e mobili cantieri…

In questi giorni le ansie globali si concentrano tra le Colonne d’Ercole ed il Peloponneso e preoccupano in special modo i sedici Paesi aderenti all’Europa della Moneta Unica, per non parlare poi, di quei milioni di lavoratori presi in giro da Governanti corrotti e ossessionati di manie di Statismo e di “grandeur” senza gloria, né storia.

Ansie che partono dalla culla della Cultura Democratica e che minacciano da vicino Portogallo, Spagna e chissà mai, anche l’Italia “del condono aggravato continuato”…

L’ennesima dimostrazione che del potere del popolo sia rimasto nulla che non sia mera apparenza, prende corpo innanzi al gioco al massacro escogitato alle spalle dei cittadini Ellenici, dai Burocrati di Bruxelles e dai “maghi” del FMI. Alla guida di un rullo compressore, ci si accinge ad “asfaltare” i sogni e le aspirazioni di tante famiglie, attraverso drastici tagli ai salari, riforme pensionistiche, aumento delle imposte…

Riordino dei conti, ritorno alla competitività, limitazione del rischio “default” e dell’effetto domino, riduzione del costo del lavoro… Varia è la terminologia che pare andare per la maggiore “a Palazzo”, se si eccettua la parola solidarietà.

Solidarietà tra Stato e Stato, tra cittadino e cittadino, della “casa comune” chiamata Europa.

Seppure sia indiscutibile che le regole siano regole e che vadano comunque rispettate, è moralmente inaccettabile dover assistere ad un continuo “tira e molla”, in cui alle necessità delle più deboli Economie Mediterranee, si contrapponga il freddo individualismo, finanche l’egoismo, dei Paesi del Nord Europa, abbarbicati sul proprio scranno di “Punitori” sentenzianti.

E ciò, a fortiori, quando a pagare le conseguenze degli “azzardi contabili” di un Esecutivo, sia un popolo intero.

Soprattutto la Germania – al grido Deutschland über alles – pare volersi riappropriare dello scettro di ferrea e inossidabile locomotiva del Vecchio Continente e di “bacchettona” maestra di portamento, negando il massiccio appoggio economico che risollevi le sorti di Atene, in condivisione con gli altri membri dell’Eurogruppo.

Comunque la si veda, qualora si riesca (come pare) a porre una pezza, non sarà certo per spirito di fratellanza verso un altro storico membro dell’Unione Europea, ma per puro utilitarismo. Il solito calcolo dei ritorni economici.

Se poi ci fosse da “guadagnare” qualche isola delle Cicladi, o un paio di colonne del Partenone in saldo, ben venga un “aiutino”, dicono a Berlino…

Insomma i soliti “crucchi mangia Karltoffeln” si fanno sempre riconoscere: forti coi più deboli e zerbini coi potenti.

E pensare che anche loro ci avessero illuso che l’Europa fosse la soluzione, ed invece: ventisette Stati per ventisette problemi e solchi incolmabili tra comunità locali e Rappresentanti delle Istituzioni Comunitarie.

Preso atto di certe incontestabili verità, una sola cosa pare inevitabile: se non si porrà presto rimedio, a questo becero trasformismo senza sbocchi, alla mancanza di legami solidali e mutualmente vantaggiosi tra politica ed economia da un lato e società ed individuo dall’altro, si risponderà un giorno con un Esproprio Proletario del Potere, che partendo dal basso – e senza per forza portare “Il Capitale” sotto braccio – ristabilisca quell’etica e quella giustizia che oggi appaiono pura utopia, nelle menti di pochi saggi “illuminati”.

…E allora si che scioperi, occupazioni delle fabbriche e sequestri “preventivi” di managers d’azienda, saranno solo rimembranze di un lontano e “felice” passato.

Frattanto consoliamoci, rammentando che oggi sia il primo Maggio, festa del Lavoro… Sempre che il lavoro ci sia e continui ad esserci.

D.V.