“Non basta parlare per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia”. Aldo Moro
Nell’attesa che le festività Natalizie più austere degli ultimi 40 anni siano riposte nel bagaglio dei ricordi, già si prospettano all’orizzonte le indifferibili disfide, che animeranno le sedute Parlamentari del 2010.
In effetti, mentre stentano a sopirsi le pretestuose e fuorvianti polemiche, conseguenti alla sciagurata aggressione occorsa alcuni giorni or sono, a quel novello “unto del Signore” rappresentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi e mentre ancora risuonano nei “palazzi”, le reciproche accuse tra i diversi schieramenti politici, in merito alle cause della stessa, si può facilmente immaginare che alla riapertura delle Camere, le questioni all’ordine del giorno siano: il legittimo impedimento; il ripristino dell’immunità Parlamentare; il Lodo Alfano “Costituzionale”; le “riforme” – pastrocchiate – della nostra Carta Fondamentale.
Insomma: “ciò che gli Italiani vogliono”! Stando almeno, a ciò che si affannano a declamare numerosi esponenti della Maggioranza, impegnati in un carosello mediatico a difesa delle proprie “innovative” proposte normative.
Avendo già speso fiumi di parole ed affrontato lunghe riflessioni personali, circa le varie strade intraprese dal Governo in materia di Giustizia, tutte accomunate dalla volontà di renderla “più giusta” – se non altro per quell’uomo “solo al comando” che amministra il Paese, con l’eterno spauracchio di veder “macchiato” il proprio nome da una condanna penale – non dedicherò loro ulteriori e preziosi scampoli di tempo, certo che alcun effetto concreto ciò comporterebbe, a breve scadenza.
Vorrei invece puntare lo sguardo sulle “intenzioni revisioniste” della Costituzione. Che vi si ponga mano a “colpi di maggioranza” o attraverso deprecabili “inciuci bipartisan”, che si riparta dalla “bozza Violante” o meno, tutto appare come grigio ed acre fumo negli occhi della gente, alle prese con ben più gravi problemi economici e sociali, che nessuno si prende la briga di risolvere una volta per tutte.
Prendiamo il caso della prospettata riduzione dei 630 Deputati e dei 315 Senatori. A conti fatti, chiunque di noi, nauseato dalla vomitevole incapacità di certi esponenti del Potere Legislativo, non può non dirsi d’accordo con tale gaudente ipotesi. Tuttavia, a ben guardare, si tratta di un indiscutibile e malcelato esempio di populismo e demagogia. Allorché fu redatta la “Suprema Legge” che è a base del nostro Ordinamento, l’Italia contava poco più di 40 milioni di abitanti, contro i 60 milioni di oggi, pertanto all’attento osservatore “sfugge” la ragione per cui “tagliare” su questo fronte. Da che mondo è mondo, un confronto “allargato” tra individui con opinioni diverse, garantisce massimamente l’interesse dei cittadini, rappresentando la strada maestra per realizzare i princìpi della Democrazia. Diminuire questa “forza vitale” significherebbe abbassare ancor più il livello del dibattito Politico interno, rafforzare l’attuale “casta” dei politicanti di professione e ridurre i costi solo in una “temporanea apparenza”…
Un altro esempio discutibile è la paventata trasformazione del Senato della Repubblica in “Camera delle Regioni e delle Autonomie”. A mio avviso, se ciò dovesse avvenire, ci troveremmo di fronte ad un Organo rappresentativo degli interessi di quelle “moderne corporazioni”, chiamate Lobbies, Potentati Economici, Elite massoniche – e chi più ne ha più ne metta – e non certo di quelli del popolo. Inoltre, considerando il deprecabile e viscerale “Italico Campanilismo”, l’attuale Federalismo fiscale “raccapezzato”, oltreché che la storica carenza di “Amor Patrio”, non dubito che tutto si tradurrebbe in un’arena, piuttosto che in un luogo di negoziazione e mediazione, (per la somma soddisfazione di certi “sognatori” di derive secessioniste). Se la Democrazia fosse davvero il punto di riferimento della Politica, in luogo del vantaggio di pochi, si ridarebbe slancio all’Istituzione Parlamentare, decidendo la regolamentazione di un Sistema Monocamerale – più agile e attuale – abolendo il Senato (più trasformato di così?). Ma poi si sa, una “poltrona di riserva” da occupare, fa sempre comodo…
Cosa dire poi, dell’eterno dibattito circa la futura forma di Stato e di Governo, da “regalare” all’Italia? Siamo daccapo: Semipresidenzialismo alla Francese, Premierato forte e Premierato debole, Cancellierato alla Tedesca o all’Austriaca, ecc. ecc. Come dimenticare che già oltre un decennio fa, un’apposita Commissione Bicamerale fosse giunta ad un passo dal definire la II Repubblica (quella vera), salvo poi arenarsi – chissà perché – ad un passo dalla meta? E come scordare che, nel frattempo, ci si sia ostinati a sputare sul nostro Sistema Parlamentare, che anziché il problema s’è dimostrato essere la soluzione?
Se proprio questi sono i dilemmi che turbano le notti dei nostri Politici, suggerirei di cominciare, con la cancellazione dell’attuale Legge elettorale, il cosiddetto “Porcellum”, che con le sue “liste elettorali bloccate” da un lato priva agli Italiani del potere di contribuire alla designazione dei propri Rappresentanti e dall’altro da mano libera ai Partiti (che si fanno un baffo del simbolico miraggio delle Primarie) sulle candidature da presentare ad ogni appuntamento col voto… D’altronde i leaders preferiscono circondarsi di persone “malleabili”, piuttosto che di autonome “teste pensanti”.
Già, se questi fossero, ma tanto i veri problemi sono altri…
Il problema del lavoratore è la fabbrica che chiude per delocalizzare all’estero, lasciandolo in mezzo ad una strada; il problema del giovane è l’istruzione che non funziona, il lavoro che non c’è, la famiglia che fatica a costruirsi, la pensione che mai vedrà… Il problema del contribuente si chiama Scudo Fiscale (prorogato fino ad Aprile) che premia i furbi ed irride gli onesti; il problema dell’automobilista si chiama prezzo dei carburanti (che cresce giusto in tempo per allietare la nascita di nostro Signore Gesù Cristo…). E’ un problema: la banca che ti “strozza”; il treno che deraglia; il dissesto idrogeologico; l’argine che crolla; l’acqua che ti “sfugge” dalle mani…
Insomma il distacco tra “Palazzi e realtà” è enorme, profondo ed incolmabile. La parvenza di scontro politico costante, è utile solo a tenere alta la guardia, piegando le volontà, confondendo le coscienze ed illudendo le menti delle masse. Tutto il resto è solo una pia illusione, che attende Reazione, che vuole Giustizia e che grida: “Rivoluzione”!
D.V.