Croce“…Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché chiudete in faccia agli uomini la porta del Regno dei cieli. Voi, infatti, non vi entrate e non permettete che vi entrino coloro che vorrebbero entrarvi…”. Matteo 23:13

Da “illuminato spirito illuminista” quale sono, devo ammettere di mal digerire l’invadenza delle gerarchie ecclesiastiche nel panorama Politico Nazionale.

Che ci si confronti sul Testamento biologico, sulla contraccezione o sul concetto di famiglia, le posizioni restano spesso distanti.

Certamente però, è molto più insopportabile l’ormai proverbiale “delirio” d’onnipotenza che regna supremo tra “Politikanti” e Burocrati, che albergano entro le Istituzioni Comunitarie Europee.

Al riguardo è profondamente simbolica la decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha così sentenziato: “esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica, è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose e al diritto degli alunni alla libertà di religione”.

In tal modo, i giudici hanno accolto l’istanza presentata da una connazionale – di origine Finlandese e residente nel Padovano – contraria alla presenza del simbolo della tradizione Cristiana, all’interno delle aule scolastiche frequentate dai propri figli, nel nome del principio di laicità del nostro Ordinamento. Di conseguenza, lo Stato Italiano è stato condannato al risarcimento dei danni morali, quantificati in 5.000 Euro.

Il Governo ha prontamente presentato ricorso, per ribaltare la sentenza.

Se la Corte lo accogliesse, il caso verrebbe riesaminato dalla c.d. Grande Camera (organo che si pronuncia esclusivamente su argomenti che sollevino gravi questioni, inerenti all’interpretazione o all’applicazione della Convenzione). Qualora il ricorso venisse invece rigettato, la sentenza diverrebbe definitiva dopo 90 giorni, mentre spetterebbe al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa decidere – entro sei mesi – le soluzioni che il Governo Italiano dovrebbe adottare, per non incorrere in ulteriori violazioni.

Corte Europea dei Diritti dell'uomoA prescindere dalle scontate prese di posizione Vaticane, personalmente – per quanto rispettoso della Legge e del Principi di uguaglianza, libertà e solidarietà tra individui – non mi trovo affatto d’accordo con la decisione dei 7 “togati” di Strasburgo.

In effetti, credo che ciò dimostri che dalla giusta e meritoria richiesta di laicità Istituzionale, si stia scivolando in un vortice di sterile laicismo… La differenza non è da poco.

Per quanto ci si ostini a cercare d’ignorarlo, è indubbio che l’Europa in generale e l’Italia in particolare, abbiano profonde ed inestricabili radici Cristiane. Ed in effetti, credo che evitare un richiamo in tal senso, tra le “righe” della Costituzione Europea sia stato una lacuna non indifferente, che peserà nel futuro della civile, aperta, incosciente Società del Vecchio Continente.

Insomma, come si può giungere a negare il peso che la religione Cristiana abbia avuto sull’Impero Romano, sul Sacro Romano Impero di Carlo Magno, sul Regno di Spagna di Ferdinando ed Isabella (e su quelli successivi), sulla Germania di Martin Lutero, sull’Inghilterra di Enrico VIII?

E come si può cancellare di botto, la storica “lotta per le investiture” di sapore Medievale, in cui potere temporale e potere spirituale tentavano di “sfilarsi” vicendevolmente sia le “anime pie” sia il Governo delle Nazioni?

Siamo giunti ad un punto, in cui “tolleranza” sia ormai sinonimo di barzelletta… In cui le feste religiose siano divenute becere ricorrenze ad uso e consumo della pubblicità e del commercio… In cui il “segno di Pace” si limiti alla “chiacchiera” anti-militarista di tanti… In cui tutto sia dovuto a tutti, fregandosene del fatto che le scelte degli uomini, spesso tendano ad esagerare per “puro piglio” da giustiziere.

Chiunque di noi è libero di “credere” o meno, ma è fuori discussione che il crocifisso sia figlio della nostra Storia comune e che nessuno possa pretendere di riscriverla, punto!

Ben venga l’accoglienza del “diverso”, ben venga l’integrazione della “dissimile cultura”, ma non vengano a darci lezione di vita e di buon senso, altrimenti possono starsene tranquilli e sereni a casa propria.

E la chiamano: “Comunità Europea”…

D.V.