Napoleone“Queste, allora, saranno alcune delle caratteristiche della Democrazia… Essa sarà, con tutta probabilità, una comunità piacevole, senza Legge, variegata, che tratta tutti allo stesso modo in un rapporto di uguaglianza, che essi siano veramente uguali oppure no”. Platone

Chissà cosa avrebbero detto le menti “illuminate” dei Rivoluzionari Francesi – allorché abbatterono la dispotica Monarchia guidata da Luigi XVI di Borbone – di fronte all’ultima affermazione sull’uguaglianza tra cittadini

Ho in mente le parole pronunciate ieri dai legali del Governo Italiano, innanzi alla Consulta, prima che iniziasse il dibattimento sulla costituzionalità del “famigerato” Lodo Alfano, ossia quella Legge che impedisce di processare le 4 maggiori cariche dello Stato.

In effetti, secondo le nuove definizioni giuridiche messe “sul piatto” da Niccolò Ghedini, Gaetano Pecorella e Piero Longo: “…la Legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione…“; inoltre: “…il Premier non è ‘primus inter pares’ come vuole la tradizione liberale, ma ‘primus super pares’...”; ed infine: “…Non è possibile rivestire la duplice veste di alta carica dello Stato e di imputato per esercitare appieno il proprio diritto di difesa e senza il sacrificio di una delle due…”.

In particolare, a garanzia di Silvio Berlusconi, si punta molto sul fatto che egli sarebbe non un primus inter pares” bensì un primus super pares, non potendo essere considerato uguale agli altri Parlamentari, in conseguenza delle modifiche apportate alla Legge Elettorale. Insomma, fatte salve le prerogative del Presidente della Repubblica, il Premier sarebbe l’unico a ricevere la sua legittimazione dalla volontà popolare.

A dar loro credito, pare proprio che la bilancia della Giustizia sia assolutamente destinata a pendere da una parte, in virtù della preminenza politica goduta da alcuni soggetti. Con ciò, prendendosi gioco del sacro Principio di Uguaglianza, che oltre ad essere insito nella natura umana, è radicato nell’art.3 della nostra Carta Fondamentale.

A fare un esempio di scuola, io non vorrei mai essere governato da un soggetto accusato di qualsivoglia reato, che abbia avuto la “fortuna” di raggiungere il vertice dello Stato. La giustizia non ha scadenza, né può essere messa in naftalina. Se ciò accadesse si potrebbe parlare solo di una cosa: impunità! Pensate ad Ehud Olmert, costretto a dimettersi dalla carica di Primo Ministro d’Israele, perché accusato di corruzione…

In Politica, oggi più di ieri, c’è bisogno di etica!

E che dire delle dichiarazioni rilasciate nel corso della trasmissione Ballarò, dal Ministro Sandro Bondi e dal giornalista Carlo Rossella, sull’idea – poi cassata – dei “padri” della Costituzione, di attribuire al Presidente del Consiglio un’immunità giudiziaria, de tutto simile a quella del Capo dello Stato? Pura propaganda! E comunque, se anche avessero approvato un articolo in tal senso, durante i lavori della Costituente, la decisione avrebbe avuto il peso di norma Costituzionale e non di Legge ordinaria, come invece è avvenuto con il Lodo Alfano.

Mettere in discussione l’uguaglianza tra individui, vorrebbe dire mettere in discussione il concetto stesso di Democrazia – destabilizzandone le basi – e spingere l’attuale Ordinamento Repubblicano verso la Tirannide. Per queste ragioni, il mio auspicio più profondo è che i 15 Giudici Costituzionali decidano nel rispetto della Storia della Patria, nonché del bene e del futuro degli Italiani.

Voglio essere ottimista…

D.V.