Il Segretario del PD, già Sindaco di Firenze (di oggi e probabilmente di domani, ndr) già parla e si atteggia come Capo del futuro Governo, dimenticando che in Italia, le Elezioni Politiche abbiano spesso dimostrato che non sia affatto conveniente vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato...

Matteo Renzi, Segretario del PD, nonché Sindaco di Firenze (di oggi e probabilmente di domani, ndr), già parla e si atteggia come Capo del futuro Governo, dimenticando che in Italia, le Elezioni Politiche abbiano spesso dimostrato che non sia affatto conveniente vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso…

“E ‘l primaio vizîo è Vanagrolia: questo muove l’animo e fallo vizîoso e mal disposto d’una volontà disordinata a volere quello onore che non si conviene. E comettesi questo peccato per [otto] vie, e catuna ha il suo nome per meglio averle a memoria. E quelle sono i vizî che nascono di lei, e sono cosí appellati: Grandigia, Aroganza, [N]on usanza, Ipocresia, Contumacia, Contenzione, Presunzione, Inobbedienzia”. (Bono Giamboni)

Caro Matteo Renzi,

dopo aver letto la sua lettera indirizzata ai Partiti, abbiamo ritenuto opportuno, financo doveroso, portarla a conoscenza della nostra opinione, in risposta alle sue idee. Ciò, non tanto in virtù del nostro “non-essere” Forza Politica, quanto in veste di semplici cittadini della Repubblica Italiana.

Perché se è vero che la Partecipazione popolare, in quanto principio cardine della Democrazia, sia un obbligo morale, ancorché legale (perlomeno a nostro modo di vedere, ndr), è parimenti vero che la Propositività del singolo, come un’insperata, ultima freccia nella faretra, sia una facoltà da impiegare al meglio, attraverso il personale impegno in Politica, mediato o immediato che sia, oltreché con un dialogo diretto con quanti siedano al vertice delle Istituzioni, sfruttando in maniera proficua e costruttiva, le possibilità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione.

Ma bando alla ciance e veniamo a noi.

Legge Elettorale

“Il Porcellum è morto, viva il Porcellum”. La recente decisione della Corte Costituzionale ha portato nuovamente alla ribalta la Riforma Elettorale, che dire? Beh, se non altro che in tema di Elezioni Politiche, l’Italia sia l’unico Paese Occidentale in grado di mettersi in discussione sia ex ante, sia ex post, tanto sulle regole del Voto, quanto innanzi al responso dell’Urna (i consueti “teatrini da Pinocchio” a corollario degli “Exit Polls”, sono indicativi di tale assunto: “siamo primi ma non abbiamo vinto”; “ce l’aspettavamo”; “abbiamo confermato i seggi”; “non abbiamo vinto, ma neanche loro”; ecc. ecc.).

Ciò premesso, al di là delle prese di posizione, note o “segrete”, proprie della Casta bipartisan al Potere nostro malgrado, sebbene avessimo visto con favore il temporaneo ritorno al “Mattarellum”, attraverso il libero ricorso ad un Referendum dall’esito scontato – Diritto che la Storia ricorderà sempre esserci stato negato proprio dalla Consulta, all’ultimo momento, a causa delle illegittime “pressioni” del Quirinale – è ormai da tempo che sosteniamo la necessità di abbandonare il Sistema Maggioritario, in favore di un più democratico Sistema Proporzionale. Dopo tutto, è dimostrato dagli eventi, che la (presunta) Governabilità assicurata dal primo sia quantomai ondivaga e opinabile.

Essendo l’Italia un Paese in cui è fortemente radicato il Parlamentarismo, crediamo che la soluzione stia tutta nell’adozione di un metodo Proporzionale con sbarramento del 5%, voto di preferenza, determinazione della Coalizione d’appartenenza prima del voto e ovviamente, “vincolo di mandato” in capo agli eletti, con decadimento automatico per chi optasse per un ribaltone, più o meno “lucroso”, a cose fatte…

A dispetto delle recenti dichiarazioni di alcuni Politici (lei tra loro, ndr) non crediamo che la soluzione a tutti i problemi passi per quel “Sindaco d’Italia” ipotizzato vent’anni or sono da Mariotto Segni. Siamo infatti dell’opinione che – avendo il nostro Paese, pagato amaramente lo scotto di un “uomo forte” che volle far da sé – sia di certo più auspicabile la realizzazione di una “Italia di 60 milioni di Sindaci”, nella quale, in nome della Partecipazione, il Potere torni finalmente nelle mani dei cittadini. Alla faccia delle futili ed interessate “discussioni di Palazzo”, che, a forza di nuove “Maialate”, puntino ad imporre nuovamente al popolo, l’onta morale, lo scempio ideale e l’inezia fattuale, causati dall’esser rappresentati da un Parlamento di “Nominati”!

E visto che siamo in ballo, rimanendo in tema di legge elettorale, ci permetta di sfruttare la sua vena iper-produttiva, rammentandole semplicemente, che il mancato riconoscimento del Diritto di Voto agli studenti Erasmus (evento occorso in occasione delle ultime Elezioni Politiche), attenda tuttora un risolutivo atto normativo ad hoc. A fronte del confermato impedimento a parteciparvi, tutti i “gozzoviglianti incapaci” della vil Politica Italiana, si persero in mari (e Monti) di promesse, affinché fosse impedita un’analoga, infausta (ed infame) sorte, ai giovani che avessero avuto la sfortuna di trovarsi temporaneamente all’Estero, per motivi di studio, durante il successivo appuntamento con le Urne. E’ passato del tempo e come sovente capita nella nostra “Terra Sciagurata”, nessuno si è preso la briga di legiferare in favore di tale “porzione” di cittadini.

Non sappiamo e non c’interessa più, cosa ne pensino il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta e soprattutto il “custode” della  Costituzione – sempre troppo prodigo di richiami – nonché Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Certo è che se ne avessero avuto il men che minimo interesse, la questione sarebbe stata risolta da un pezzo.

Ergo, pendiamo dalle sue labbra, di “giovane” della Politica Nazionale… Perché se è sicuro che prima o poi si torni a votare, a causa del perdurante “rischio scollamento” dell’attuale Maggioranza Parlamentare, lo è altrettanto che ci ritroveremo a parlare di “problema Erasmus” il giorno prima dell’apertura dei seggi, rinviando alla “prossima occasione” ogni valutazione di riforma al riguardo.

Ciò, mentre si tornerà a biasimare, ad urne chiuse e al cospetto dell’ulteriore crollo dell’Affluenza degli Aventi Diritto, la “disaffezione” degli Italiani e in particolare delle nuove generazioni (che, a nostro avviso, già a sedici anni dovrebbero essere autorizzate a dire la loro, ndr) verso il sacro Diritto di Partecipazione, notoriamente riconosciuto come il “sale” della Democrazia… 

Riforma del Bicameralismo e modifica del Titolo V della Sacra Carta

Ci consenta un paio di premesse. Quando sentiamo parlare di Riforme, un brivido ci corre lungo la schiena, non foss’altro che per il fatto d’aver sentito proferire tale parola così tante volte e per così tanto tempo, perlomeno negli ultimi vent’anni, da farci venire la nausea ad ogni sua nuova riproposizione… Come dire che se fosse per noi, la voce “Riforma” sarebbe già sparita dai dizionari della Lingua Italiana, in quanto soffocata da un più significativo “sinonimo”: Raggiro (del cittadino, ndr)…

In aggiunta, il timore che si adoperino in maniera sconclusionata, interessata, o reazionaria, gli strumenti riformatori offerti di una Costituzione sempre più interpretata ad uso e consumo di questo o di quel qualcuno, resta lì immobile, come un paletto sprofondato nel terreno. Dopo tutto, anche il Piano di Rinascita Democratica della P2, tirava in ballo un bel po’ di Riforme…

Detto ciò, riguardo alla revisione del Sistema Bicamerale, così come architettato dai “Padri Costituenti”, non siamo d’accordo con la proposta di rendere il Senato una Camera delle Autonomie o, Dio non voglia, una rediviva Camera delle Corporazioni. Per noi, l’unica modifica da attuare per svecchiare rapidamente e per davvero il nostro Ordinamento, passa infatti per la consacrazione del Monocameralismo puro, in cui, nel rispetto della tradizione dell’Antica Roma, resti un solo Ramo del Parlamento: il Senato della Repubblica, per l’appunto. E che si metta una bella croce, finalmente, sulla più numerosa e costosa Camera dei Deputati!

D’altro canto, in merito alla modifica del Titolo V della Legge delle Leggi, riteniamo non soltanto che le Province debbano essere cancellate in quanto entità amministrative autonome (rendendole delle mere realtà geografiche, ndr), ma che anche il complesso delle venti Regioni sia da cambiare radicalmente, riducendone il numero ad una decina.

Con ciò, si darebbe più visibilità al concetto di Federalismo e nel contempo, si realizzerebbe un invidiabile risparmio di Spesa Pubblica, la quale, trattandosi si burocrazia, il più delle volte si rivela improduttiva e clientelare. Il “verbo” dev’essere insomma: meno centri di Potere e più possibilità di controllo sulla corretta gestione della Cosa Pubblica. O vogliamo ancora continuare a sperare nell’azione disincrostante della Magistratura, da molti riassunta a sproposito, nel termine “Magistratocrazia”?

In sostanza, l’ossatura dello Stato dovrebbe ridursi, comprendendo l’Autorità Centrale (magari rivedendo anche l’operatività dei Prefetti), le nuove 10 Regioni e i Comuni. Proprio questi ultimi, assumerebbero il ruolo di “collante” del territorio, tra Autorità e Cittadini, ma anche tra singole Autorità Locali, assumendo i compiti delle Province “dismesse”, grazie alla realizzazione di Consorzi, liberamente costituibili e altrettanto liberamente risolvibili.

In conclusione delle nostre riflessioni, ci complimentiamo per la sua scelta di tenersi alla larga dai “salotti” della Politica Romana, (che in un certo qual modo ridà lustro alla sua Firenze, già Capitale d’Italia) e le auguriamo un anno di successi, perché non dubitiamo che quando dalle parole dovrà passare ai fatti, avrà bisogno dei migliori auspici, anche dai suoi avversari… Per inciso: i migliori auspici non tanto per lei, quanto per l’Italia, ovviamente!

E in attesa di un suo riscontro che mai arriverà, non ci resta che continuare a confidare nella determinazione e nella lungimiranza dell’unica forza politica “illuminata” seduta sugli scranni… Dalla quale anch’Ella, negli ultimi tempi, pare esser tentata dal prendere ispirazione.

Cordialmente,

D.V.

P.S.: Ah! Quasi dimenticavamo… Vorrà perdonarci l’impudenza, ma non possiamo esimerci dal seguente promemoria: “#Renziecaccialagrana“! Il contribuente ringrazia…

  1. avatar attilio cece ha detto:

    renzi chi????
    Ho la sensazione che il risultato del pd alle prossime elezioni europee non sarà entusiasmante e che si tornerà a parlare di ‘non vittoria del pd’.
    Attendo anche con curiosità le scuse che verranno addotte dai renzini per giustificare tale debacle.
    della serie: ” sto seduto sulla riva del fiume e aspetto …………”